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Politica. Le prime parole di Luigi Di Maio da candidato premier per il M5S

Luigi Di MAio (M4S) candidato premier. (foto Agi) ndr.
A Rimini la proclamazione ufficiale dopo le primarie contestate (ha vinto con 31.000 voti)

di Redazione

ROMA, 24 SETT. (AGI) - Luigi Di Maio è ufficialmente il candidato premier e nuovo leader politico M5S, grazie alla vittoria ottenuta nella consultazione online in cui i voti sono stati in totale 37.000. "Un certo Luigi Di Maio ha preso 30.936 voti", lo ha incoronato con una battuta Beppe Grillo sul palco della kermesse pentastellata di Rimini. Nel passare il testimone al 31enne vicepresidente della Camera, ha promesso: "Io sarò sempre con voi. Non so dove stiamo andando però forse possiamo saperlo... Io ci sono perchè non ne posso uscire, ce l'ho dentro come il Dna". Di Maio ha promesso che si metterà subito al lavoro per formare una squadra di governo di persone "capaci" e nel frattempo si batterà in Parlamento per fermare il Rosatellum, "una legge che ha definito "antidemocratica". "Alle prossime elezioni gli italiani dovranno scegliere tra vivere e sopravvivere", ha avvertito, "porterò avanti questo compito con disciplina e onore", "tutti insieme ce la possiamo fare". Sul dato deludente dei votanti, il vicepresidente della Camera ha osservato che "l'importante è prendere milioni di voti alle prossime politiche". L'ortodosso Roberto Fico non è salito sul palco ma ha assicurato di non aver subito veti: "A volte il silenzio è una cosa importante", ha spiegato. 

Di Maio promette un governo di riscossa 

"La responsabilità che mi avete affidato è grande ma tutti insieme ce la possiamo fare perché noi siamo il Movimento 5 Stelle e non dobbiamo mai dimenticarlo", si legge sul Corriere della Sera. "Porterò avanti il mio ruolo con disciplina e onore. Ora l’Italia deve scegliere se continuare a sopravvivere o iniziare a vivere, e se vuole farlo deve scegliere un governo a 5 Stelle. Noi siamo stati l’argine all’astensione, non siamo né di destra né di sinistra". "Il nostro sarà il governo della riscossa degli italiani, formeremo una squadra di cui essere orgogliosi", scrive ancora il Corriere: "Per noi non esistono figure tecniche o politiche, esistono figure capaci. Formeremo la squadra di governo prima delle elezioni politiche, gli italiani non voteranno a scatola chiusa e non si ritroveranno leggi che non sono in nessun programma elettorale". 

Il suo governo non produrrà altre leggi 

La scelta per Di Maio è da pensare come tra la vita e la sopravvivenza, scrive Il Fatto Quotidiano:. “Questo Paese nei prossimi sei mesi si gioca tanto, perché deve decidere se continuare a sopravvivere o iniziare a vivere. Anche chi in questo Paese se la passa bene, vive in uno stato perenne di guardia. Non siamo un popolo sereno. Vivere significa cominciare ad avere uno Stato che invece di venirti contro, ti dà una mano e ti dà i diritti che ti spettano. Allora il nostro primo punto del programma riguarda i diritti". Quindi il concetto dello Stato vicino ai bisogni dei cittadini: “E se invece di avere uno Stato lontano iniziamo ad avere uno Stato vicino, allora inizia a proteggerti e tu inizi ad avere più fiducia”. Di Maio, scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio ha promesso che, contro la burocrazia, il governo 5 stelle non produrrà nuove leggi: “Lo Stato vicino non è solo uno stato che fa nuove leggi. E’ prima di tutto uno Stato che dà l’esempio. In questi anni abbiamo capito chiaramente che prima ancora delle leggi viene l’esempio delle istituzioni. Prima si agisce e si porta avanti il proprio mandato con disciplina e onore”. 

Due assenze pesanti sul palco destinate a diventare due nodi 

La difficile transizione che ha portato alla proclamazione della vittoria di Luigi Di Maio, 31 anni, di Pomigliano d'Arco, sui sette sconosciuti contendenti ha due rilevanti passaggi-non-passaggi nel corso della seconda giornata della kermesse "Italia a 5 Stelle", scrive l'HuffPost: "L'assenza sul palco di Alessandro Di Battista, partito da Rimini in tutta fretta per raggiungere la compagna entrata in sala parto, e quella di Roberto Fico, che fino all'ultimo contratta con Grillo nel retropalco la possibilità di spiegare pubblicamente le ragioni del suo dissenso. Due assenze con significato non coincidente. Di Battista, collegato via Skype, per due volte elogia Di Maio per il lavoro svolto come frontman di M5S e vicepresidente della Camera. Invece Fico, 43 anni, campano come Di Maio, presidente della commissione di vigilanza della Rai, per ore non si palesa né di persona né virtualmente a quanti affollano l'area che di solito ospita i concerti di Fedez e J-Ax. Si concede solo un giro sul pratone una volta che i giochi sono fatti. La sensazione è che il capofila degli "ortodossi" sia stato isolato tra i colleghi parlamentari, con l'eccezione di Nicola Morra. Resta popolare tra molti militanti, però. Convinti che abbia deciso di tacere per non abbassare la testa davanti a un diktat. È una situazione inedita per il Movimento. Che farà Di Maio? Lo caccerà per insubordinazione? Per entrambi il duello è soltanto rinviato a dopo la festa".



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