Taranto. Eneide, sogno italico degli dei
di Daniele Lo Cascio
TARANTO, 16 SET. – Qualcosa di nuovo hanno visto ieri i tarantini nella
“Strada Maggiore” della città vecchia, qualcosa di emozionante e coinvolgente. Amore
per la vita intriso a gesta epiche, epressione dei moti dell’anima promanava
dalla rappresentazione itinerante di Eneide,
sogni italico degli dei, condotta dagli studenti della scuola di teatro
MUDI, una scuola diffusa in quattro
diverse sedi didattiche: Capurso, Leporano, Polignano, Putignano. Le varie
scene dell’opera di Virgilio sono state plasticamente rappresentate tra le
suggestive luci e in diverse aree della città vecchia, dalle Colonne Doriche,
per arrivare al Duomo e in ogni spazio e largo di quello che fu l’antico corso
di Taranto. “Il MUDI vuol far sì teatro, ci spiega il direttore Antonio Minelli, ma quello antico, quello che si metteva
a dialogare con la società contemporanea” l’intento è infatti quello di lasciare delle
competenze sul territorio per lasciare questa presenza culturale e
artistica non solo chiusa nei teatri ma
fuori”.
“Ecco l’Eneide che è un
viaggio, è una immigrazione di popoli che vengono da lontano, – ci dice
Minelli -
si scontrano con il territorio che li ospita per generare però una
grande civiltà ”. Le angolazioni da cui è possibile vedere quest’opera sono
molteplici. Virgilio stesso voleva che la sua opera fosse distrutta alla sua
morte perchè incompleta ma anche perchè lui, nel tentativo di dare questo segnale
di pace tra i popoli si rese conto che non è possibile perchè nell’animo umano,
tra chi vive e chi arriva c’è la stessa paura, l’uno di perdere qualcosa
l’altro di non conseguire qualcosa, in questa paura lo scontro è inevitabile e
serve a mediarsi. “Ci sono parti di
questo testo antico che sono incredibilemente attuali - continua Minelli - : per tutte quella dell’inferno, in cui scende Enea, e vede le anime
che dicono di essere morte nel mare tra le coste libiche e quelle siciliane,
sono ancora li, il fondo è pieno di ossa, chiedono di essere recuperate per dar
degna sepoltura. Vi è poi la descrizione di quando si attaccano alle rocce e
vengono colpiti per essere cacciati”.
Da qui l’Eneide, in questo momento
storico, fatto da una scuola che intende rimarcare sul territorio la necessitÃ
di una presenza costante di arte e cultura per chiudere il cerchio.
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Eneide (foto Formediterre) ndr. |
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Eneide (foto Formediterre) ndr. |
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