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Venezia. Mostra del Cinema: Yvan Sagnet nel film "Jululu"

Yvan Sagnet (foto L. Manna) ndr.

di Luciano Manna


Un racconto musicale tra Africa e sud Italia
VENEZIA, 5 SET. – Sarà proiettato il 7 settembre il cortometraggio “Jululu” in concorso per il “Premio MigrArti 2017” alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. L’opera cinematografica prodotta dalla Lazy Film con la regia di Michele Cinque e la fotografia di Stefano Usberghi è stata realizzata grazie a un’idea di Sestilia Pellicano ed Yvan Sagnet, quest’ultimo protagonista insieme alla musicista Badara Seck di un viaggio tra Africa e sud Italia, tra campi di grano e pomodori.

“È stata un’esperienza ricca ed interessante – ci racconta Yvan Sagnet – dove per la prima volta sono stato attore ed ho esplorato e sperimentato il lavoro della regia cinematografica a cui ho dato il mio modesto contributo a grandi professionisti. Lo strumento del grande schermo del cinema risulta essere fondamentale per contribuire a diffondere le questioni legate al caporalato, fenomeno dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. Spero che  con questa opera l’opinione pubblica prenda ulteriore coscienza di ciò che accade nei campi agricoli in Italia. Inoltre, così come spesso mi piace ribadire, sottolineo che la lotta al caporalato non si ferma mai ed il mio impegno dopo questa esperienza cinematografica prosegue come presidente dell’Associazione NoCap”.


Solo poco più di un mese fa si concluse con undici persone condannate, con una sentenza in primo grado della Corte d’Assise di Lecce, l’inchiesta SABR del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e dei Carabinieri del Ros nata nel 2008 e terminata nel 2011 in concomitanza della rivolta nella masseria Boncuri con a capo Yvan Sagnet, a Nardò in provincia di Lecce. La sentenza del presidente Roberto Tanisi, la prima in Italia per “riduzione in schiavitù”, conferì agli imputati undici anni di reclusione e l’interdizione dagli pubblici uffici.



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