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Teatro. Al Teatro Duse, con “MEDEA”, sul palcoscenico il fascino del Mito

Una immagine dello spetttacolo. (foto M.C.) ndr.

di Maria Caravella

BARI, 25 OTT.Giasone ripudia Medea, sua moglie e madre dei suoi figli, per sposare Glauce figlia di Creonte, sovrano di Corinto. Medea è condannata all’esilio, mentre i suoi figli dovranno vivere a Corinto con Giasone e Glauce. Medea si ribella alla condanna di Creonte, non vuole separarsi dai suoi figli e per questo studia una strategia per eliminare dalla scena Glauce… La rivisitazione di Bagnato mette in evidenza all’interno del testo il Mito della conquista del Vello d’oro e della figure di Giasone e Medea. La performance, dai tempi essenziali e ben studiati, riprende il testo di Euripide e ne mantiene la struttura classica, ma introduce e sviluppa la conquista del Vello d’oro, la fuga dalla Colchide degli Argonauti, la rivendicazione di Giasone al trono di Iolco, usurpato da suo zio Pelia, il conflitto tra Medea e Giasone con un finale che si discosta da quello di Euripide e che trasforma Medea in una donna più vicina alla realtà del nostro tempo. Un Cast talentuoso e molto affiatato sulla scena: Cristina Angiuli impareggiabile Medea, Maurizio de Vivo nell’indovinato ruolo di Giasone, Luigi Angiuli nel duplice ruolo di Eeta e Creonte, personaggi che ha saputo interpretare, regalando loro un ineguagliabile spessore umano. Studiato molto bene anche il ruolo di Isabella Careccia donna di Corinto, espressione della saggezza popolare. La Regia dinamica e razionale di Luigi Angiuli è riuscita a dare alla messa in scena la giusta qualità, valorizzando il testo, rendendolo piacevole e fruibile al pubblico, che ha molto apprezzato lo spettacolo.



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