'La Buona Politica' - Pablo Neruda: tra passione e impegno inseguendo il vento dellla pace
Pablo Neruda. (foto web) ndr. |
di Cosimo Imbimbo
BARI, 14 NOV. - Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto (Parral, 12 luglio1904 – Santiago del Cile, 23 settembre1973), è stato un poeta, diplomatico e politico cileno.
considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana contemporanea.Come poeta, Neruda fu un instancabile sperimentatore, amante della cultura europea (del Surrealismo in particolare), ma rispettoso dell’anima sudamericana, fatta di fantasia e di ottimismo, di passione e di voglia d’incantesimi. Neruda ha il pregio straordinario di sposare la semplicità e l’umiltà. Il suo verso è limpido e discreto: il poeta trattiene la passione per le cose della vita e lascia che sia il sentimento ad emergere, la ragione viene utilizzata come elemento d coordinazione logica, non come fattore di contenimento dell’idillio romantico che infine, infatti, caratterizza la composizione.Il percorso del poeta diviene con gli anni sempre più complesso ed intricato. Nel 1924 pubblica una raccolta di poesie d’amore, erotiche e moderniste, che per questo motivo sono state più volte censurate: “Venti poesie d’amore e una canzone disperata”dove ripercorre, dal primo scritto sino all’ultimo, la storia d’amore che ha profondamente segnato gli anni della sua giovinezza.
Nelle composizioni di Residenza sulla terra (1933), scritte dopo alcuni anni di servizio diplomatico in Estremo Oriente, il poeta diede vita a immagini cupe e disperate di un mondo distrutto dalla civiltà moderna. Trascorso un periodo in Spagna all'epoca della guerra civile, Neruda ritornò in Cile, si iscrisse al Partito comunista e fu eletto senatore, ma nel 1948 dovette riparare in esilio a seguito di un processo politico intentatogli dal presidente del Consiglio Gonzales Videla.
Il primo frutto di questi anni difficili fu Canto generale (1950), poema epico che celebra la storia e la natura dell'America latina dal presente al lontano passato precolombiano. In Italia tra il 1951 e il 1952, compose I versi del capitano (1952) e Le uve e il vento (1954), mentre dal 1952 al 1957, dopo esser tornato in Cile, compose le Odi elementari, in cui fece assurgere a dignità poetica gli oggetti più umili e gli aspetti più semplici del vivere quotidiano. Sostenitore di Salvador Allende, con l'avvento al potere dei socialisti ottenne la carica di ambasciatore del Cile in Francia. Tornato in patria nel 1972, dopo aver ricevuto, nel 1971, il premio Nobel per la letteratura e il premio Lenin per la pace, morì pochi giorni dopo il colpo di stato di Pinochet, che segnò la fine del governo Allende e l'instaurazione della dittatura. Da un punto di vista letterario, e in special modo poetico, il nostro personaggio non mostra mai alcuna esaltazione. Egli non è un fanatico. Il suo comunismo appartiene ad un mondo terreno situato nell’iperuranio. Ma questa iperuranicità viene tratta da Neruda a livello umano, come se l’uomo fosse fatto di pensiero più che di corpo, o che comunque, in qualche modo, dovesse, il suo uomo, convincere il corpo a seguire i dettami dello spirito razionalizzato. Coerentemente, la sua espressione migliore è fatta di leggerezza, possiede un tocco incantato, lontano dal peso della parola e del concetto a tutto tondo. Non grande, infine, il tributo di Michael Radford a Neruda con il film “Il postino” (1994): per la verità un mezzo pasticcio, una vicenda risolta con sufficienza, con sbrigatività, con sacralizzazione del personaggio per sentito dire: il Nostro meritava ben altro.
La sua eleganza espressiva ha una consistenza non certo meritevole di banalizzazioni, di retorica. A tutt’oggi riecheggiano le sue dolci parole “Morirei per un tuo solo sguardo, un tuo sospiro che profumi d'amore ed una carezza che riscaldi il mio cuore. Non assomigli più a nessuna da quando ti amo.Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora. È così breve l'amore e così lungo l'oblio.E da allora sono perché tu sei, e da allora sei, sono e siamo, e per amore sarò, sarai, saremo.In un bacio, saprai tutto quello che è stato taciuto, Se ogni giorno, ogni ora, senti che a me sei destinata, con dolcezza implacabile... se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi, ahi amor mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete, in me nulla si spegne né si dimentica, il mio Amore si nutre del tuo Amore amata... e finché tu vivrai, starà tra le tue braccia senza uscire dalle mie!”
Neruda come guida concreta della memoria purificatrice ma decidere di cambiare pensiero non significa che dall’oggi al domani saremo in grado di generare pensieri completamente differenti da quelli generati fin’ora. Come per tutte le cose, ci vuole allenamento e pazienza. Le abitudini (della memoria) non si cancellano nel giro di pochi secondi.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore ed ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
La popolarità di Pablo Neruda era indiscussa, ma la sua figura non era priva di contraddizioni. Le convinzioni politiche di Neruda hanno risentito fortemente del clima in cui si erano formate. Nella sua autobiografia, Confesso che ho vissuto, (edizione italiana SugarCo, 1979), dice che «anche se la tessera l'ho ricevuta molto più tardi in Cile, quando entrai ufficialmente nel partito, credo di essermi definito di fronte a me stesso come comunista durante la guerra di Spagna».
Importanti e fu la conoscenza di personalità molto influenti di quel periodo tra cui Rafael Albertie Federico Garcìa Lorca, con cui fondò la rivista letteraria El Caballo Verde.
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