Spettacolo. PERFORMANCE: - Intervista a Virginia Raffaele
di
Giuseppe Gallo
TARANTO, 3 NOV. - Con
"Performance", Virginia Raffaele ha aperto trionfalmente la nuova
stagione teatrale del Teatro Orfeo di Taranto, realizzata con la collaborazione dell’Associazione
Salotto Professionale Eventi e Se
Dico Taranto, in qualità di Media Partner insieme a
TarantoNotte e TarantoDay.
Lo spettacolo, che ha registrato un clamoroso sold-out, ha riscontrato un
grande successo di pubblico e critica. L'attrice si è scatenata sul palco con
le sue pregevoli imitazioni e i suoi simpatici personaggi, coinvolgendo
attivamente anche il divertito pubblico in sala. Dalla criminologa Roberta
Bruzzone alla cantante Giorgia Maura, da Ornella Vanoni a Paula Gilberto Do
Mar, fino a Carla Fracci, resa popolare grazie al Festival di Sanremo 2016. In
occasione dello spettacolo, Virginia Raffaele ci ha concesso gentilmente una
intervista:
Virginia Raffaele, prima volta a Taranto con "Performance". Cosa mostrerai al tuo pubblico? Mostrerò i personaggi che mi hanno resa nota in tv.
Virginia Raffaele, prima volta a Taranto con "Performance". Cosa mostrerai al tuo pubblico? Mostrerò i personaggi che mi hanno resa nota in tv.
Essendo a teatro, però, ad
ognuno di loro sarà dato più spazio, permettendo al pubblico di entrare di più
nella storia dei personaggi.
Da dove
traggono spunto i tuoi personaggi? I personaggi inventati sono presi dalla
vita, dalle esperienze, dalle conoscenze che ho avuto. Poi magari c'è un po'
più di fantasia perché non devo seguire il personaggio reale quindi, posso
andare dove voglio io.
Fra le imitazioni
che ti hanno resa famosa, quali sono quelle che preferisci? Un po' tutte,
sennò si offendono fra di loro. Io poi in camerino ho tutte le parrucche, potrebbero
andare in competizione. Mi piacciono tutte quante. Poi ci sono personaggi un
po' più particolari come la Fracci, che è faticosa fisicamente ma molto
divertente; mi piace particolarmente la poetessa transessuale Paula Gilberto Do
Mar; Giorgia Maura è la più fragile. Quindi, insomma, un po' tutti.
Come scegli i personaggi da imitare? I
personaggi li posso scegliere dalle cose più svariate. Nel senso che può essere
un modo di parlare, una camminata. Ognuno ha una peculiarità che ti colpisce,
non c'è per tutti la stessa cosa. Non è che per tutti vengo colpita dalla
faccia o dalla storia. Ognuno ha una specifica diversa.
Per ogni imitazione, come accade solitamente, c'è chi apprezza ma e c'è
chi critica. Secondo la tua esperienza, da cose possono nascere queste critiche
e come reagisci alle controversie? Sicuramente quando qualcuno si rivede in
video e guarda la gente ridere dei suoi difetti estremizzati sicuramente non è
una passeggiata di salute. Nel senso che se io imito te e il tuo difetto è, ad
esempio, l'insicurezza, punto su quella cosa lì e magari la gente ride, potresti
avere un piccolo risentimento. Ovviamente ci deve essere un bel po' di
autoironia e purtroppo il mio lavoro è la satira, quindi in alcune situazioni
potrei essere un po' scomoda ma, comunque, ci sta. Teatro, cinema, radio e televisione.
In quale media riesci a esprimere
al meglio il tuo talento? Ogni luogo ha un linguaggio particolare. La radio
è molto bella perché non c'è l'ansia della parte visiva, ti puoi lasciar più
andare e preoccuparti meno di alcune cose, e utilizzi il tono della voce per
stimolare l'immaginazione dell'ascoltatore. In tv c'è sia la parte visiva che
la parte sonora e la possibilità di entrare nelle case, quindi una divulgazione
molto più veloce; però ci sono dei tempi più ristretti, soprattutto quando fai
parte di un cast di un altro programma, diverso da uno tutto tuo; perché in
"Facciamo che io ero" mi sono presa dei minutaggi e dei tempi che
magari in altre situazioni non potevo; se fai parte del cast di "Quelli
che il calcio" il pezzo deve durare quattro minuti e mezzo perché poi ci
sono altre cose; nel mio programma, invece, faccio un po' quello che voglio; se
voglio far durare due minuti una cosa e otto un'altra posso farlo senza
problemi. Il teatro è bellissimo c'è meno visibilità immediata, c'è più un
passaparola che può essere preziosissimo e poi c'è il contatto col pubblico
diretto che è diverso e c'è uno scambio molto più intenso e profondo, perché
sei li davanti a loro, loro ti scelgono perché escono di casa, prendono la
macchina, pagano il biglietto, ti aspettano, si siedono, ti guardano, c'è una
attenzione differente.
Agli inizi della
tua carriera hai lavorato molto con Lillo & Greg . Il duo comico ha
influito in qualche modo sul tuo stile di umorismo? Si, decisamente. La
comicità nonsense che è la loro bandiera mi ha sicuramente contaminato per il
mio lavoro futuro. Il nonsense, il demenziale, l'alto e il basso, hanno tanti
elementi che mi son serviti nel tempo e che ho rubato inconsapevolmente e
consapevolmente.
Secondo te il mestiere
dell'artista, dell'attore, su cosa si basa? Si basa sulla caparbietà , sullo
studio, sulle occasioni positive e sul saper rubare qua e là . All'inizio, a 18
o 19 anni ho fatto parte di alcune compagnie, di spettacoli corali dove avevo
una piccolissima parte e osservavo gli altri attori recitare, cercando di carpire
qua e là un trucco, un modo di fare, un modo di muoversi in scena. L'attore può
imparare continuamente da qualsiasi cosa si muova sul globo terraqueo. La parte
bella di questo mestiere è che puoi imparare anche se fai una passeggiata per
strada, basta avere le antenne dritte ed essere un po' furbi. Quali sono i tuoi prossimi progetti? I
miei prossimi progetti al momento li sto ancora valutando, adesso cerco di
pensare alla tournee, di finirla bene, fare i tour dove non sono mai stata, giù
in Sicilia, a Taranto, a Barletta, in Calabria, Napoli, Salerno, tutta quella
parte li, poi vediamo cosa succederà dopo. Ringraziamo Virginia Raffaele,
sperando di rivederla nuovamente calcare il palcoscenico del bellissimo teatro
Tarantino.
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