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Morta Marina Ripa di Meana, donna di cento vite

Marina Ripa di Meana. (foto Agi) ndr.
Stilista, regina della mondanità, scrittrice, regista e opinionista. Affascinò Moravia, Pasolini e Craxi 


di Enzo Castellano 

MILANO, 5 GEN. (AGI) - L'ipocrisia non era il suo stile di vita. Donna libera, nel pensiero e nella parola e negli atteggiamenti, spesso anche volutamente provocatori. Personaggio scomodo, i benpensanti erano il suo bersaglio. Aperta anche quando ha raccontato i suoi sedici anni di lotta al cancro che aveva aggredito uno dei reni, presentandosi in tv con il volto devastato da reazioni allergiche ad una delle cure ed aveva interessato anche altri organi. Sedici anni di dura battaglia, finita ieri. 

Una battaglia senza veli 

Marina Elide Punturieri detta Marina, coniugata Ripa di Meana e prima ancora conosciuta come Marina Lante della Rovere è morta nella sua abitazione romana. Nata a Reggio Calabria il 21 ottobre 1941, è stata personaggio televisivo, stilista e scrittrice italiana. Personaggio televisivo anche nel dolore, tanto da scegliere il piccolo schermo, che considerava quasi come una casa aperta a tutti, lo scorso maggio per dire pubblicamente nel corso della trasmissione pomeridiana di Canale 5 condotta da Barbara D'Urso, che combatteva contro il tumore. E non si era nascosta, ovvero prima del suo ingresso in studio, in testa un copricapo, aveva lasciato che apparisse sullo schermo una foto che mostrava un viso gonfio e un corpo ricoperto da chiazze rosse. Era lei, Marina, e quella foto era la rappresentazione di una reazione allergica a una terapia. Ed aveva quindi raccontato di questa lunga battaglia, insistendo sulla necessità di affidarsi alla chemioterapia, invitando a non credere alle terapie alternative. "Io vado avanti con le cure classiche che mi danno speranza, non con i palliativi e i ciarlatani - aveva detto -. Ho chiesto ai medici se esiste un modo per scongiurare una reazione allergica di questo tipo. Mi hanno detto di no, ma ciò non vuol dire che non bisogna curarsi. Ho avuto questa manifestazione così cruenta dopo 10 giorni di terapia. Se hai un buon medico, ci si rende conto in tempo dell’errore e si cambia terapia. Voglio solo dire a tutti che il cancro va combattuto, io sono ancora qua". Quando a giugno c'è stata la prima Giornata mondiale contro il tumore del rene, aveva portato la sua testimonianza durante un convegno sul tema organizzato a Palazzo Madama, insistendo sulla ricerca: "Sono anni che combatto però continuo a vivere. Si vive ed è importante che le persone lo sappiano. La ricerca è l'unica cosa che sta andando molto bene e grazie alle terapie si possono curare i tumori o ci si può comunque convivere come nel mio caso".



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