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Potenza. Bolognetti in sciopero della fame per riforma delle carceri

Il radicale Maurizio Bolognetti (foto Bolognetti) ndr.

di Luciano Manna


Chiediamo la riforma prima delle elezioni del 4 marzo

POENZA, 31 GEN. – Ancora uno sciopero della fame per il radicale lucano Maurizio Bolognetti iniziato il 26 gennaio e giunto oggi al quinto giorno. Si chiede la definitiva approvazione dei decreti delegati di riforma dell'Ordinamento penitenziario prima del 4 marzo, giorno in cui si voterà per le politiche. Bolognetti che è candidato al Senato nella lista Insieme, gioca con le parole quando afferma "c'è chi mangia e chi digiuna perché mosso dalla fame di Stato di Diritto, Diritti e legalità".  "Le istituzione - afferma - devono interrompere la flagranza di reato contro la Costituzione e i diritti umani".

E' un fiume in piena Bolognetti: "Il carcere assurge ad emblema di un paese che da troppo tempo ha ridotto la sua carta costituzionale a carta straccia. La Costituzione scritta è stata sostituita dalla Costituzione materiale. Dov'è, mi chiedo, il rispetto dell' art 27 nel quale si afferma che la pena è finalizzata al recupero del reo? Dov'è il rispetto dell' art. 111 che parla di ragionevole durata dei processi? L'Italia sul piano tecnico giuridico è uno Stato canaglia che viola  la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. L'Italia è un stato canaglia non solo sul fronte dell'amministrazione della giustizia o sul fronte delle carceri, ma anche sul fronte del mancato rispetto delle direttive comunitarie poste a tutela dell'ambiente e della salute. Lo dico anche a voi amici di Taranto che siete assolutamente consapevoli, a seguito della vicenda Ilva, che la strage di diritto e legalità si traduce inevitabilmente in strage di popoli e di vite.  Occorre lavorare per rimettere questo paese sul binario dello "stato di diritto" e del rispetto della legalità costituzionale. Si tratta di interrompere la flagranza di reato, per dirla come Marco Pannella, contro i diritti umani e la Costituzione repubblicana. Usiamo questo momento elettorale anche per dare corpo a battaglie che ci appartengo e che spero diventino patrimonio comune. Non si lotta solo quando le battaglie sono "popolari", si lotta soprattutto quando c'è la necessità di guadagnare anche solo un centimetro di diritto e di legalità in più".




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