Ilva. On. Turco (M5S): "Giochi per Taranto già fatti, accordo di programma è un libro dei sogni"
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L'on Turco al dibattito del primo maggio (foto CCLLP) ndr. |
di Luciano Manna
L'intervento nell'ambito del dibattito nell'assemblea del primo maggio
TARANTO, 1 MAG. – Doccia gelata al dibattito del primo maggio tarantino
organizzato dal Comitato Cittadini Lavoratori Liberi e Pensanti dove
l'argomento "Accordo di Programma" per l'Ilva di Taranto affrontato nel dibattito dell'assemblea mattutina del primo maggio ha visto la
partecipazione del presidente della regione Puglia Michele Emiliano e di diversi
esponenti politici locali e nazionali del Movimento 5 Stelle. Ad aprire il
rubinetto dell'acqua fredda è il senatore tarantino Mario Turco che intervenuto
nel dibattito ha spiegato che da cittadino di Taranto nato sui tamburi, da professore
universitario ed economista aziendale eletto parlamentare e in attività nella Commissione speciale per gli atti di urgenza del Governo non poteva far altro
che chiarire la realtà amministrativa dello stabilimento Ilva.
"Io non posso essere
ipocrita, sono uno di voi. Io nel momento in cui ho avuto l'invito da parte del
Comitato a partecipare a questa assemblea ero entusiasta di entrare nel merito
del vostro programma per Taranto, dell'accordo di programma per Taranto; ero
molto entusiasta di poter dare un contributo sia come professore universitario,
sia come parlamentare e sia come cittadino di Taranto. Però, ahimè, la mia
deformazione professionale, in quanto economista aziendale, mi ha portato ad approfondire
tutta una serie di aspetti, ed ahimè, venerdì, ho fatto una brutta scoperta.
Quello che stiamo andando a dire oggi, purtroppo, non si può più realizzare.
Il vostro accordo di programma oggi, così come ieri quello
presentato dal presidente della regione Puglia, è solo fantasia, è solo un libro
dei sogni. Perché questo? Perché il 14 luglio 2017 i giochi per Taranto si sono
già fatti. Questo è il contratto di affitto del ramo di azienda con obbligo di
acquisto dei rami di azienda del gruppo Ilva spa".
Mentre parla , il professor Turco, mostra le carte del contratto
di affitto che sancisce l'accesso di ArcelorMittal, a capo della cordata
AmInvestco, alla direzione dell'Ilva e conseguente acquisizione degli impianti. Un contratto
misterioso e inaccessibile a chiunque sino a pochi giorni fa. Negato dal MISE
al comune di Taranto che ne aveva fatto richiesta per mezzo di un accesso atti,
ma in realtà accessibile a tutti da sempre tramite una semplice visura. L'uovo di colombo.
Per venire a conoscenza di questo contratto, metodo svelato da un membro
dell'associazione Peacelink sul social, bastava fare una semplice visura
camerale, anche se in realtà lo stesso era già sotto esame di alcuni tecnici e politici
che, appunto, avevano semplicemente fatto visura presso l'archivio ufficiale
della Camera di Commercio.
Altri punti emblematici chiariti all'assemblea da parte del parlamentare
Turco sono i vincoli che eserciterebbero influenza sul contratto stesso: il
patteggiamento delle società dei Riva presso la Procura di Taranto, l'accordo
sindacale e il rispetto del piano industriale. Proprio su quest'ultimo punto
l'onorevole Turco fa notare che "se
il piano industriale non viene rispettato in tutti i suoi punti: economici,
finanziari e reddituali allora quello che viene sacrificato è il piano
ambientale".
Ma allora qual è il senso di un accordo di programma proposto dal Comitato
Cittadini Lavoratori Liberi e Pensanti a fronte di un contratto in essere già
firmato un anno fa e dove in un ipotetico accordo il primo a porre la prima firma,
oltre alle istituzioni locali e nazionali, deve essere il privato che ha
acquisito l'azienda o la controlla con un contratto d'affitto? Le alternative
alla grande industria e contenute in un piano per Taranto fanno parte dei moti
sociali e del dibattito politico già da diversi anni ed in tutti questi anni
gli attori provengono dalla società civile, dal mondo dei professionisti e da
quello politico, quindi perché presentare oggi uno strumento in modalità anacronistica e che sembra ignorare tutti i processi precedenti? La luce in fondo al tunnel che rigenererebbe il futuro di
Taranto può nascere solo dall'unione degli intenti di chiunque ha contribuito, senza escludere
nessuno, ad un lento processo sociale, che a Taranto è stato
avviato con le manifestazioni del 2008, e che confluisce su un piano per la
città e per la sua provincia messo in opera e realizzato da tutti, discusso e partecipato
365 giorni all'anno e non solo alla consueta chiamata del primo maggio. Un
primo maggio, quello organizzato dal Comitato Cittadini Lavoratori Liberi e
Pensanti, che musicalmente è un evento eccezionale ed unico nel panorama nazionale
e da cui quello di Roma ha tanto da imparare, ma che rischia di perdere di
efficacia sui contenuti e le proposte se, oltre a presentarsi forzatamente come unico vincolo di
partecipazione delle associazioni tarantine, propone programmi concretamente
irrealizzabili ed utili solo alla propaganda di partito.
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