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Guardia di Finanza, oggi, 22 giugno, il 244° Anniversario di Fondazione del Corpo. Il resoconto annuale

Guardia di Finanza (foto GdF) ndr.
di Redazione

BARI, 22 GIU. (Com. St.) - Le Fiamme Gialle della Regione Puglia hanno celebrato oggi, 22 giugno, il 244° Anniversario di Fondazione del Corpo.
 

La Cerimonia, presieduta dal Comandante Regionale - Generale di Divisione Vito Augelli, si è svolta all’interno della Caserma “M.A.V.M. Giovanni Macchi”, storica sede del Comando Regionale Puglia, alla presenza delle massime Autorità civili e militari del Capoluogo e vi ha preso parte una rappresentanza di Finanzieri in servizio nei Reparti alla sede.
Come ogni anno, l’Anniversario costituisce anche un momento di riflessione, tracciando un bilancio del lavoro svolto nel periodo gennaio 2017 - maggio 2018.
Le direttrici lungo le quali si stanno sviluppando le attività operative dei Reparti sono tese a:
-    indirizzare l’azione di contrasto verso i fenomeni più gravi ed insidiosi;
-    privilegiare strategie investigative trasversali;
-  aggredire sistematicamente i patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose;
-   contrastare, in particolare nella nostra Regione, i traffici illeciti via mare, attraverso un dispositivo d’intervento che integra le diversi componenti (territoriale, investigativa e aeronavale) del Corpo.
Anche per l’anno in corso è quindi stato confermato l’impegno del Comando Regionale Puglia della Guardia di Finanza nella lotta ai fenomeni di criminalità economico-finanziaria più diffusi e dannosi.
”Evasione fiscale, frodi nella percezione di fondi pubblici, contrabbando, gioco illegale, riciclaggio, infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia legale, traffici di esseri umani e di stupefacenti, finanziamento al terrorismo, sono solo alcune delle forme di illegalità in grado di mettere a dura prova la stabilità del sistema, non solo a livello domestico ma anche in chiave transnazionale.
In quest'ottica, l'azione di contrasto che svolgono i Reparti del Corpo è funzionale non solo ad individuare i patrimoni illeciti ed a recuperare gettito fraudolentemente sottratto a tassazione, ma, anche e soprattutto, a tutelare le imprese sane, le loro potenzialità competitive ed i livelli di occupazione che esse sono in grado di assicurare.”

LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI 

LA DISFATTA DEI 50 GRANDI EVASORI FISCALI
Non si tratta di piccoli commercianti, artigiani e imprenditori, che rappresentano l’ossatura economica della Regione - sempre da tutelare - e che magari hanno omesso di rilasciare uno scontrino. Parliamo invece dei grandi evasori, ossia di quei soggetti fiscalmente pericolosi i cui patrimoni sono espressione diretta dei gravi reati tributari o economico-finanziari commessi; importi tutt’altro che insignificanti se si pensa che questi evasori, tutti insieme, in un anno e mezzo hanno sottratto allo Stato 95 milioni di euro.
E non ci si riferisce a numeri ancora da accertare o a importi da recuperare a tassazione o incassare da parte del fisco, ma a valori e beni dapprima “congelati” e poi acquisiti in via definitiva (con la confisca) al patrimonio dello Stato (per circa 10 milioni di euro).
Ci si è arrivati seguendo uno dei nuovi percorsi intrapresi dalla Guardia di Finanza, che mira a “stanare” gli evasori qualificando e quantificando la sproporzione esistente tra i redditi dichiarati e il patrimonio della persona interessata da procedimenti di prevenzione patrimoniale. Un percorso vincente perché non ancorato alla ricerca degli indizi di evasione - non sempre agevoli da riscontrare - ma fondato sul rilevamento della contraddizione emergente tra le manifestate disponibilità finanziarie e lo spesso esiguo reddito dichiarato.
Grandi evasori fiscali, quindi, che quasi mai evadono da soli, ma si avvalgono di una rete di connivenze per realizzare circuiti viziosi fatti di fatture false, emesse o utilizzate in contabilità (vgs. punto 1 allegata scheda). Veri e propri sodalizi criminali che, affidandosi in qualche caso all’esperta consulenza di studi tributari, sono in grado di minare la concorrenza tra le imprese sane della Regione. Quello connesso alle fatture false è un fenomeno arduo da contrastare proprio per le difficoltà connesse alla necessità di dimostrare l’inesistenza delle transazioni - a volte immateriali e complesse oltre che di respiro internazionale - o per i tempi occorrenti, talvolta lunghi, per raccogliere tutte le prove.
Nella “categoria” dei grandi evasori non rientra soltanto chi si avvale delle fatture false. Ci sono anche quelli delle frodi cosiddette “carosello”, quelli che costituiscono crediti IVA fittizi o che ottengono indebite compensazioni di imposte e contributi: sono 329  i casi di società “cartiere” o “fantasma”, create ad hoc per la realizzazione di frodi all’IVA, la costituzione di crediti fittizi e l’ottenimento di indebite compensazioni (vgs. punto 2 allegata scheda). Vi sono poi coloro che, più intraprendenti, si spingono oltreconfine trasferendo all’estero i propri profitti e, per finire, quelle imprese straniere che operano in Italia, ma non dichiarano nel nostro Paese i redditi su cui hanno l’obbligo di pagare imposte nazionali.
Nel settore della fiscalità internazionale i casi di evasione scoperti nel 2017 e nei primi 5 mesi del 2018 sono stati 37 (vgs. punto 3 allegata scheda).

COMBATTERE LE INSIDIOSE FRODI FISCALI ANCHE INTERNAZIONALI          .
Interventi sempre più mirati per contrastare le frodi fiscali: 5.591 in tutto, tra verifiche e controlli, avviati nei confronti delle persone e delle imprese considerate maggiormente a rischio di evasione fiscale.
Sono 1.100 i reati fiscali denunciati in un anno e mezzo di attività. Il 65% di questi sono rappresentati dagli illeciti più insidiosi e pericolosi per la stabilità economico-finanziaria del Paese e per la libera concorrenza tra imprese: l’emissione di fatture false, la dichiarazione fraudolenta, l’occultamento di documentazione contabile.
1.114 i responsabili individuati, 21 dei quali finiti in manette (vgs. punto 4 allegata scheda).
I sequestri di disponibilità patrimoniali e finanziarie ai responsabili di frodi fiscali ammontano a 45 milioni di euro, cui si aggiungono le ulteriori proposte di sequestro già avanzate, per 286 milioni di euro.
L’ECONOMIA “INVISIBILE”, LE ACCISE, I GIOCHI E LE SCOMMESSE CLANDESTINE
Sono 761 le persone del tutto sconosciute al fisco (evasori totali) responsabili di aver evaso, in un anno e mezzo, 132 milioni di IVA. Nello stesso periodo sono stati verbalizzati 892 datori di lavoro per aver impiegato 3.161 lavoratori in “nero” o irregolari.
Nel settore delle accise, i 547 interventi conclusi dalle Fiamme Gialle hanno portato al sequestro di circa 2.000 tonnellate di prodotti energetici oggetto di frode. A questi si aggiunge un consumato in frode pari a circa 85.000 tonnellate (vgs. punto 5 allegata scheda).
Nel comparto del gioco e delle scommesse, eseguiti circa 900 controlli e concluse 68 indagini di polizia giudiziaria (vgs. punto 6 allegata scheda).


CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA                                        
AL BANDO CORRUZIONE E SPRECHI
Altra fenomenologia illecita contro cui, dopo l’evasione, il Corpo riversa le proprie migliori risorse, è la corruzione, campo nel quale, sempre nell’ultimo anno e mezzo, sono state denunciate, per reati in materia di appalti e altri delitti contro la Pubblica Amministrazione, 783 persone, 56 delle quali in stato di arresto. Anche i sequestri eseguiti per 61,5 milioni di euro in tutto il comparto della tutela della spesa pubblica danno il senso dell’efficacia delle misure intraprese se si pensa che 7 milioni sono i sequestri nel solo settore degli appalti e del contrasto alla corruzione. Sequestri che consentono, almeno in parte, di ristorare lo Stato dai fenomeni di malaffare e di cattiva amministrazione scoperti dalla Guardia di Finanza.
Il valore degli appalti in cui sono state riscontrate irregolarità è di circa 131 milioni di euro su un totale di gare sottoposte a controllo di oltre 327 milioni di euro: il che si traduce nel 40% di irregolarità nell’aggiudicazione delle gare oggetto di indagine (vgs. punto 7 allegata scheda).
Ma la corruzione è solo la punta dell’iceberg di un insieme di inefficienze e sprechi di risorse di cui si rendono colpevoli persone che, operando nel pubblico, procurano danni all’erario: nell’ultimo anno e mezzo le Fiamme Gialle ne hanno individuate 997, responsabili di un danno erariale di circa 432 milioni di euro (vgs. punto 8 allegata scheda).

LE FRODI AL BILANCIO COMUNITARIO, NAZIONALE  E DEGLI ENTI LOCALI, DEL “TICKET SANITARIO” E DELLE PRESTAZIONI SOCIALI AGEVOLATE                                 
Le frodi scoperte in danno del bilancio comunitario, nazionale e degli enti locali, sono state pari a circa 300 milioni di euro. I soggetti nel complesso denunciati sono stati 1.172, con l’esecuzione di 6.024 interventi a tutela dei principali flussi di spesa pubblica (vgs. punto 9 allegata scheda).
Proseguendo in ambito sanitario, ci sono poi i “furbetti” del ticket, settore nel quale i controlli mirati hanno consentito di individuare “sacche” di irregolarità nel 93% dei casi: in pratica, ogni 10 persone controllate, in esito a specifiche analisi di rischio, almeno 9 si sarebbero fatte curare gratis, in ospedali pubblici o in altre strutture private convenzionate senza averne diritto.
Altro settore particolarmente a rischio è quello delle assistenze domiciliari, dei pasti a domicilio, degli assegni per il nucleo familiare e di quelli di maternità, degli assegni per le mense scolastiche, delle borse di studio, ecc.; insomma di tutti quegli aiuti economici e servizi sociali di assistenza spettanti ai cittadini che versano in particolari e delicate condizioni economiche e sociali (vgs. punto 10 allegata scheda).
I controlli svolti in tale ambito dalla Guardia di Finanza - polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale - mirano proprio a evitare che delle “prestazioni sociali agevolate” - questa la definizione tecnica degli aiuti in argomento - possa beneficiare chi non ne abbia diritto, a danno dei più bisognosi. I risultati ottenuti sono significativi: il 24% dei controlli svolti ha evidenziato irregolarità.

LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ECONOMICO-FINANZIARIA

CONTRASTO PATRIMONIALE ALLE MAFIE, LOTTA AL RICICLAGGIO E AL FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO                    
Le indagini patrimoniali contro le mafie, volte a sottrarre le risorse finanziarie e patrimoniali dalle quali le consorterie criminali traggono sostento, hanno portato alla confisca (e ristabilito il possesso da parte dello Stato) di beni e valori per 38 milioni di euro. Ulteriori 52 milioni sono stati, inoltre, sequestrati, mentre le richieste di sequestro in corso ammontano a 160 milioni di euro (vgs. punti 11 e 12 allegata scheda).
Il denaro illecitamente accumulato dalle “mafie”, dagli evasori seriali, dai corrotti e corruttori e dagli altri criminali, per poter essere “lavato” della sua provenienza “sporca”, deve essere riciclato in attività o in investimenti apparentemente “puliti”.
Ecco che seguire i flussi finanziari diventa fondamentale in ogni tipologia di contrasto agli illeciti. Il valore del riciclaggio accertato dal Comando Regionale Puglia nell’ultimo anno e mezzo si è attestato attorno ai 17 milioni di euro. Ulteriori 6 milioni sono stati inoltre sequestrati, mentre le richieste di sequestro in corso ammontano a 25 milioni (vgs. punto 13 allegata scheda).
Un fiume di soldi intercettato grazie alle 44 indagini di polizia giudiziaria avviate, da cui sono “scattate” denunce per riciclaggio e autoriciclaggio nei confronti di 150 persone (di queste, 16 agli arresti).
La lotta al fenomeno del riciclaggio non si fa però solo con la repressione. Per contrastarlo al meglio è necessaria anche una seria azione preventiva attraverso le analisi delle segnalazioni di operazioni sospette. Le 1.449 S.O.S. nei confronti di soggetti residenti nella nostra Regione hanno consentito ai Reparti di sviluppare approfondimenti investigativi che si sono tradotti in attività di verifiche e controlli fiscali; delle 454 segnalazioni sottoposte a indagini più approfondite, 32 sono risultate attinenti allo specifico fenomeno del finanziamento del terrorismo internazionale (vgs. punto 14 allegata scheda).
Il controllo dei movimenti di valuta presso i confini terrestri e navali della regione Puglia, compresi porti e aeroporti e sedi doganali, ha portato ad accertare 317 violazioni alla normativa valutaria, con 1,4 milioni di euro di valuta e titoli illecitamente trasportati al seguito.
Scoperti infine reati fallimentari con il sequestro di beni per 97 milioni di euro su un totale di patrimoni risultati distratti di oltre 580 milioni di euro.

IL MERCATO DEL “FALSO”                                                .
Anche la contraffazione fa male al Paese perché danneggia il Made in Italy, svilendo il prestigio del marchio italiano nel mondo. Rientrano negli oltre 14 milioni di articoli sequestrati dalle Fiamme Gialle pugliesi nell’ultimo anno e mezzo quelli propriamente contraffatti o con falsa indicazione del Made in Italy, quelli non sicuri e i prodotti alimentari recanti marchi industriali falsificati o indicazioni non veritiere circa l’origine e la qualità. In questo settore, i Reparti operativi del Corpo hanno eseguito 2.289 interventi, svolgendo 218 deleghe dell’Autorità Giudiziaria.

OCCHIO ALLE BANCONOTE                                              .
La contraffazione non risparmia alcun settore: ne sono testimonianza le banconote, le monete, i titoli, i certificati e i valori bollati falsi sequestrati in Puglia dal 1° gennaio 2017, per un valore complessivo di 350.000 euro. Denunciate 37 persone, 7 delle quali in stato di arresto.
                           CACCIA AI TRAFFICI ILLECITI VIA TERRA, MARE E CIELO                .
Non tende sicuramente a rallentare l’azione a contrasto dei traffici di droga. Con il tempo diventano semmai più efficaci i modi e i mezzi usati per combatterli. Significativo il fatto che il 65% delle oltre 46 tonnellate di stupefacenti, sequestrate dal 2017 a oggi, sia stato intercettato grazie a operazioni aeronavali condotte dai Reparti del Corpo pugliesi quale Polizia Economico-Finanziaria e del Mare (vgs. punti 15 e 16 allegata scheda).
E sempre in termini di tonnellate deve ragionarsi quando si fa riferimento ai risultati ottenuti dal Corpo nel settore del contrasto al contrabbando di sigarette: 38 sono state, infatti, le tonnellate di tabacco sequestrato nel corso di 628 interventi.
In mare caccia aperta ai narcotrafficanti quindi, ma anche agli scafisti e a tutti coloro che sfruttano il fenomeno della migrazione. 363 gli arresti e 102 i mezzi sequestrati dalla Guardia di Finanza nelle nostre acque.

CAMPAGNA ESTIVA                                                         .
Per l’intero periodo estivo i Reparti Aeronavali del Corpo continueranno a garantire una costante presenza sul mare e nello spazio aereo sovrastante a favore dei villeggianti e delle imprese che operano lungo le coste pugliesi.
Un piano straordinario di rafforzamento del dispositivo di sicurezza economico-finanziario è già in campo da parte della Guardia di Finanza per prevenire e contrastare fenomeni di illegalità diffusa, a tutela degli operatori nei settori economici che, proprio nel periodo estivo, vedono incrementare il proprio fatturato nonché per garantire una costante presenza del Corpo.
Quest’estate saranno anche potenziate le attività della Guardia di Finanza connesse all’esercizio delle funzioni di controllo doganale in materia di commercio della fauna e della flora tutelate dalla Convenzione di Washington (c.d. C.I.T.ES.) per contrastare i traffici illeciti di specie animali e vegetali in pericolo di estinzione.
Il controllo economico del territorio, infine, contribuirà al presidio di strade, aree urbane, porti, aeroporti, frontiere marittime e terrestri per il contrasto di tutte le tipologie di traffici illeciti.

LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI  

PUNTO 1
Nell’ambito dell’operazione “MITICA”, in data 18 ottobre 2017, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari nei confronti di nove persone, per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione infedele e  all’omessa dichiarazione ai fini delle imposte dirette e dell’ I.V.A., all’ occultamento e alla distruzione di documenti contabili nonché per i corrispondenti reati-fine ed il delitto di simulazione di reato.
Il profitto dell’attività illecita realizzato dalla consorteria è stato stimato in oltre 18 milioni di euro. Le indagini, iniziate alla fine del 2015, hanno consentito di disvelare l’operatività di un sodalizio criminale costituito da imprenditori e professionisti della provincia barese che, avvalendosi di imprese “cartiere” riconducibili a prestanome, hanno posto in essere un articolato sistema di false fatturazioni, per un ammontare complessivo di oltre 107 milioni di euro.

PUNTO 2
L’operazione “SHARP”, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari in data 15 marzo 2018, ha consentito di individuare un’associazione a delinquere formata da n. 8 persone radicata nella provincia di Bari, dedita alla realizzazione di frodi fiscali e truffe.
Dall’attività investigativa è emerso che due società baresi, esercenti l’attività di fabbricazione di imballaggi in materie plastiche, sin dal 2012 avevano effettuato cessioni di beni senza applicazione dell’IVA, in misura sempre crescente ed anomala, nei confronti di diverse imprese – con sede nelle province di Lecce, Taranto e Napoli – che dagli accertamenti sono risultate prive dei requisiti per il rilascio delle “dichiarazione di intento”, in quanto “evasori totali”.
All’esito delle indagini è stata data esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, finalizzato alla confisca per equivalente, per un valore di circa 1,7 milioni di euro, pari all’imposta evasa, nei confronti di un imprenditore della provincia barese, il quale, per sfuggire ai propri creditori ed al Fisco, aveva creato “ad hoc” le società avvalendosi di prestanome come amministratori fittizi.

PUNTO 3
In data 11 maggio 2018, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce ha scoperto una maxi evasione fiscale da 48 milioni di euro, nell’ambito di una complessa attività investigativa che ha portato all’individuazione di una società cipriota stabilmente operante in Italia nel commercio all’ingrosso di fiori.
Le indagini svolte hanno permesso di disvelare un articolato sistema fraudolento posto in essere da tale società, avente sede legale in Cipro ma operante di fatto in Italia attraverso una “stabile organizzazione”, istituita presso una sede secondaria ubicata nel capoluogo salentino. Per mezzo di tale “stabile organizzazione” è stata esercitata, in maniera occulta ed in totale evasione d’imposta, una lucrosa attività imprenditoriale consistente nell’acquisto di fiori da produttori agricoli della provincia leccese e nella loro successiva esportazione verso la Russia.
Operando in tal modo, la società cipriota ha omesso di registrare e dichiarare i ricavi della vendita dei fiori, complessivamente quantificati, dal 2013 al 2017, in 48 milioni di euro, che sono stati invece surrettiziamente attribuiti alla predetta società, fiscalmente residente in uno Stato estero e quindi non soggetta a tassazione sul territorio italiano.
Il rappresentante legale della società ed il preposto per la sede secondaria di Lecce, entrambi di nazionalità russa, sono stati deferiti all’AG procedente per le ipotesi di reato di cui all’art. 3 del D.Lgs. 74/2000.

PUNTO 4
Nell’ambito dell’operazione “RESERVOIR DOG” del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Brindisi, in data 30.01.2018 è stato eseguito un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di una coppia di coniugi, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni di numerose persone residenti su tutto il territorio nazionale.
Le indagini, scaturite dall’approfondimento del tenore di vita dei soggetti ed attenzionate a livello mediatico da un’inchiesta giornalistica di un popolare format televisivo nazionale, hanno consentito di disvelare un disegno criminoso mediante il quale, con artifizi e raggiri consistenti nell’adozione di tecniche volte a suggestionare i malcapitati nel corso di incontri collettivi di preghiera (approfittando del loro stato di soggezione psicologica),  erano riusciti ad ottenere dalle vittime cospicue somme di denaro, quantificate in almeno 4 milioni di euro, utilizzate per effettuare investimenti finanziari, viaggi all’estero, acquisto di gioielli e immobili.
All’esito dell’attività, le Fiamme Gialle brindisine hanno eseguito due provvedimenti di sequestro relativi ad altrettante polizze vita intestate alla donna, per un controvalore pari ad euro 125.000.

PUNTO 5
Il Comando Regionale Puglia ha periodicamente disposto l’esecuzione di piani straordinari di interventi finalizzati a prevenire e reprimere le irregolarità nel settore della distribuzione di carburanti ed in materia di circolazione dei prodotti sottoposti ad accise.
A titolo esemplificativo, l’operazione disposta in data 18-19 ottobre 2017 ha registrato l’esecuzione di 134 controlli sulla circolazione dei prodotti sottoposti ad accise e 136 interventi presso impianti di distribuzione stradale di carburanti, eseguiti con la collaborazione di Ufficiali metrici della CCIAA di Bari per le operazioni di misurazione.
In 27 casi sono state rilevate irregolarità che hanno portato al sequestro di 3.900 litri di carburante ed alla denuncia all’A.G. di 7 soggetti.
L’attività ispettiva ha evidenziato numerose irregolarità in materia di disciplina dei prezzi: in 24 casi, infatti, i controlli hanno evidenziato la mancanza di una corretta e trasparente informazione all’utenza sui prezzi praticati, così come disciplinato dalla legge.
In alcuni casi sono stati individuati distributori che, mediante la manomissione degli impianti di erogazione, frodavano i consumatori erogando quantità di carburante inferiori rispetto a quelle visualizzate sui display della colonnina ed effettivamente pagate dai consumatori; in altri casi sono emerse irregolarità nella gestione amministrativa delle attività di distribuzione che hanno determinato anche l’avvio di specifici approfondimenti di natura fiscale.

PUNTO 6
Il Comando Regionale Puglia ha periodicamente disposto l’esecuzione di piani straordinari di interventi finalizzati a prevenire e reprimere il fenomeno del gioco illegale e delle scommesse clandestine ed altre correlate forme di illegalità.
Nel corso dell’operazione effettuata in data 26-27 marzo 2018, è stata registrata l’esecuzione di 146 interventi, di cui 24 irregolari, nel corso dei quali sono stati sequestrati, complessivamente, un locale commerciale completamente abusivo e 59 apparecchiature elettroniche, tra terminali informatici (c.d. “totem”) e personal computer, con la verbalizzazione di 32 soggetti.
L’attività di controllo non ha mancato di evidenziare talune situazioni di particolare rilevanza; a titolo di esempio si cita la scoperta di una sala scommesse totalmente abusiva operante su bookmaker esteri, oppure l’individuazione di una sala giochi all’interno della quale era consentito l’accesso anche a ragazzi minorenni.

CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA

PUNTO 7
In data 1 febbraio 2018, militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, all’esito di complesse ed articolate attività d’indagine relative ad un consolidato sistema di dissipazione del patrimonio di una rilevante società di trasporti pubblici pugliese, interamente partecipata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ammessa alla procedura di concordato preventivo con provvedimento del Tribunale di Bari del 16.01.2017.
L’indagine ha accertato un radicato sistema di affidamenti ad personam di incarichi professionali e di appalti per servizi, lavori e forniture, che ha determinato – unitamente ad altre condotte di distrazione / dissipazione del patrimonio aziendale – una esposizione debitoria di circa 300 milioni di euro.
In particolare, è stato accertato come la bancarotta documentale sia stata prodotta da varie condotte di confusione di dati contabili, tali da non rendere ricostruibili il patrimonio ed il movimento degli affari, con confusione in un unico conto delle somme derivanti dalla concessione del servizio di trasporto (circa 150 milioni di euro) e quelle derivanti dai contributi pubblici vincolati ai singoli investimenti (circa 850 milioni di euro nei vari anni), così incidendo sull’aumento dei debiti e sui relativi costi bancari (oneri, interessi) per circa 60 milioni di euro dal 2007 al 2016.
La bancarotta societaria si realizzava attraverso vari artifizi contabili, che hanno determinato condotte di falsificazione dei bilanci d’esercizio, in violazione dei precetti di correttezza e veridicità della rappresentazione, attraverso iscrizioni di ricavi privi di certezza ovvero con alterazione di voci di debito mutate arbitrariamente in crediti.
La bancarotta patrimoniale, infine, si realizzava con l’esternalizzazione di servizi fondamentali a costi crescenti e mai comparati, con l’ingiustificata moltiplicazione di incarichi e contratti di appalto a prezzi fuori mercato. 


PUNTO 8
Nell’ambito dell’operazione “MERCANTI NEL TEMPIO”, in data 3 maggio 2018, militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Foggia e del Gruppo Foggia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del locale Tribunale per l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 3 ispettori in servizio presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Foggia e di 2 consulenti del lavoro attivi nella provincia Dauna, nonché della misura coercitiva personale dell’obbligo di dimora nei confronti di 1 pubblico ufficiale e della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio e di un pubblico servizio, per la durata di sei mesi, nei confronti di ulteriori 7 soggetti tra pubblici ufficiali e medici.
Le indagini hanno posto in evidenza che i 3 ispettori del lavoro, compulsati dai consulenti del lavoro coinvolti nelle indagini, hanno “accomodato” in senso favorevole agli imprenditori ispezionati gli esiti di otto attività ispettive in materia di lavoro condotte dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Foggia tra il 2016 ed il 2017, nei confronti di altrettanti soggetti economici operanti nei settori delle costruzioni, dell’agricoltura e del commercio di alimenti e bevande.

PUNTO 9
In data 13dicembre 2017, nell’ambito delle indagini condotte dal  Nucleo di Polizia Tributaria Bari a seguito del disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 lungo la tratta Corato – Andria, sono stati eseguiti mirati approfondimenti investigativi al fine di riscontrare eventuali irregolarità nell’amministrazione degli incentivi e contributi finanziari erogati  periodicamente dalla Regione Puglia a favore della società affidataria della gestione della tratta ed espressamente destinati alla manutenzione e all’implementazione dei sistemi di sicurezza lungo la tratta ferroviaria.
La meticolosa attività di indagine svolta dai finanzieri ha consentito di rilevare che la società di trasporto pubblico ha avuto nel tempo la disponibilità di ingenti risorse finanziarie, destinate in parte al raddoppio della linea ferroviaria Bari-Barletta ed in parte all’ammodernamento dei sistemi di sicurezza sulla stessa linea, compresa la tratta dell’incidente. Nonostante tali disponibilità finanziarie, tale ultima tratta è rimasta priva di idonei sistemi di sicurezza automatizzati, che potevano essere realizzati al costo di 600.000 euro. Peraltro, la medesima società non ha realizzato tali sistemi di sicurezza, pur disponendo anche di notevoli mezzi finanziari propri, in parte destinati al pagamento dei dividendi a favore dei soci.
Negli ultimi cinque anni la stessa società ha inoltre ricevuto dalla Regione Puglia, come previsto dal contratto di servizio, compensi per circa 180 milioni di euro, il 58% dei quali destinati contrattualmente alla gestione delle infrastrutture e della sicurezza del trasporto.
Nel corso dell’attività investigativa è stato accertato che oltre 97 milioni di euro sono stati distratti rispetto agli obiettivi di sicurezza per i quali erano stati erogati.
Sulla base dei fatti accertati, due dirigenti ed il rappresentante legale della società sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per malversazione a danno dello Stato.

PUNTO 10
Nel corso dell’operazione “BENEFIT”, in data 10 luglio 2017, finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Bari hanno scoperto una truffa perpetrata da diversi Centri di Assistenza Fiscale, dislocati nelle Province di Bari e B.A.T, che attraverso false dichiarazioni attestavano, fittiziamente, la presenza sul territorio italiano di cittadini extracomunitari, garantendogli il diritto all’assegno sociale.
I Centri di Assistenza Fiscale sono soggetti qualificati ed abilitati ad effettuare intermediazione tra gli interessati e l’I.N.P.S., tanto da riconoscere, all’operatore del C.A.F., all’atto della compilazione della documentazione, la qualifica di “Pubblico Ufficiale”. L’attività investigativa è scaturita da una segnalazione acquisita dalle Fiamme Gialle durante il diuturno controllo economico del territorio.
Il successivo approfondimento, effettuato attraverso l’analisi delle risultanze acquisite dalla consultazione delle Banche Dati in uso al Corpo comparate con le informazioni ricevute dall’I.N.P.S., ha consentito di riscontrare numerose anomalie nelle comunicazioni originate dai predetti Centri e dirette agli uffici previdenziali competenti.
L’operazione di servizio ha permesso di accertare che, nelle date in cui gli operatori C.A.F. attestavano la presentazione delle citate dichiarazioni, sottoscritte dall’interessato, i soggetti in realtà si trovavano all’estero.
Sono stati così individuati oltre 80 casi di truffa, con un danno all’erario di mezzo milione di euro, con la conseguente revoca del sussidio sociale. Gli operatori dei C.A.F. sono stati denunziati all’A.G. per le ipotesi di reato di truffa e falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici.

LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ECONOMICO-FINANZIARIA 

PUNTO 11
Finanzieri della Tenenza di Molfetta (BA), in data 7 dicembre 2017, hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro anticipato, emessi dal Tribunale di Bari, nei confronti di altrettanti soggetti molfettesi ritenuti, per le loro condotte, socialmente pericolosi.
Le indagini patrimoniali hanno permesso di accertare la pericolosità sociale dei soggetti, dediti abitualmente a condotte delittuose, come il traffico di droga, l’estorsione, l’usura continuata ed aggravata, la ricettazione nonché l’introduzione ed il commercio nel territorio dello Stato di prodotti con segni falsi.
Tali reati avevano permesso agli stessi di accumulare ingenti ricchezze quali aziende, immobili, autovetture e cospicui saldi attivi in diversi rapporti bancari e postali, per l’importo complessivo di circa 4 milioni di euro.

PUNTO 12
Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari, in data 11 aprile 2018, ha eseguito un provvedimento di confisca definitiva, disposto dalla Corte di Appello di Bari su proposta del Procuratore della Repubblica alla stessa sede, del patrimonio riconducibile al clan malavitoso PARISI di Bari.
In particolare, sono state confiscate  2 ville ubicate nel territorio di Torre a Mare, 1 autovettura, 2 motocicli, 5 cavalli da corsa, vari orologi di lusso e 2 rapporti finanziari, per un valore stimato complessivo di oltre un milione e duecentomila euro, risultati nella disponibilità del noto criminale, considerato “socialmente pericoloso” nell’accezione del Codice antimafia, alla luce dei numerosi e gravi precedenti penali e di polizia, che denotano una spiccata tendenza a commettere reati contro il patrimonio e le persone e  in materia di armi e stupefacenti.
Il provvedimento di confisca è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria sulla base degli esiti di mirati accertamenti, nel corso dei quali sono stati valorizzati in chiave patrimoniale i dati acquisiti nell’ambito delle indagini penali, che hanno consentito di rilevare l’assoluta sproporzione tra l’elevato valore dei beni nella disponibilità del capoclan (per la maggior parte intestati a c.d. “prestanome” compiacenti) rispetto ai redditi dichiarati e all’attività economica svolta da quest’ultimo.
PUNTO 13
Militari del Gruppo di Foggia hanno concluso, in data 8 ottobre 2017, una complessa attività di polizia giudiziaria, denunciando all’A.G. 30 soggetti ritenuti responsabili, in ragione delle rispettive attribuzioni, dei reati di usura, estorsione, detenzione abusiva di armi, ricettazione e di abusivismo bancario e finanziario.
Nel corso delle indagini, che hanno fatto piena luce su un vasto e ramificato fenomeno cittadino coinvolgente artigiani, imprenditori e numerose persone in gravi difficoltà economiche impossibilitate a rivolgersi ai normali canali creditizi, i militari hanno accertato l’applicazione di tassi usurai, che spaziavano dal 25% al 6.800% su base annua, su prestiti in denaro contante, quantificati in oltre 200.000,00 euro, nonché su oltre cinquecento casi di cambio-assegni a titolo oneroso.
All’esito, il G.I.P. del Tribunale di Foggia ha disposto il sequestro preventivo, ex art 12 sexies della L. 356/1992, di 50 box, 14 appartamenti, quote societarie di 4 imprese e 8 autovetture, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.

PUNTO 14
Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari hanno eseguito, in data 27 marzo 2018, un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari nei confronti di un cittadino egiziano, residente a Foggia, nella sua qualità di responsabile di un’associazione culturale risultata vero e proprio centro di culto islamico nel capoluogo dauno, già indagato per i reati di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale e istigazione a delinquere.
L’attività investigativa si inserisce nel più ampio contesto operativo che nel luglio 2017 ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un militante ceceno dell’ISIS, anch’esso indagato per associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale.
Le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca l’intero immobile, sede dell’associazione culturale e nr. 3 rapporti finanziari, il tutto per un controvalore complessivo stimato in circa 370 mila euro.
Tali mirati accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle sono scaturiti da una segnalazione di operazioni sospette a carico del cittadino egiziano e della consorte, che hanno consentito di rilevare in capo allo stesso una disponibilità economica sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati, nel periodo dal 2011 al 2017.
L’ipotesi è che l’Imam possa essersi procurato le disponibilità attraverso la cd. “zakat” (una raccolta fondi), personalmente operata nell’ambiente dei soggetti di fede islamica frequentatori della moschea, gestendo il denaro accumulato in maniera poco trasparente.

PUNTO 15
Il 7 settembre 2017, gli assetti aeronavali della Guardia di Finanza, impegnati anche nell’operazione “TRITON 2017” dell’Agenzia FRONTEX, venivano indirizzati verso un obiettivo ritenuto sospetto, per la rotta di navigazione tenuta dal natante ed in particolare per la linea di galleggiamento molto bassa, segno di un carico atipico.
Alla vista delle unità della Guardia di Finanza, i trafficanti tentavano di darsi alla fuga verso il largo, nonostante l’alt intimato dagli uomini delle Fiamme Gialle a bordo di mezzi navali in forza al Gruppo Aeronavale di Taranto ed ai Reparti Operativi Aeronavali di Bari e Termoli.
Poco dopo, l’imbarcazione fuggitiva, un motoryacht di colore bianco, lungo 17 metri circa, battente bandiera statunitense, veniva fermata e abbordata al largo di Vieste (FG). A bordo della stessa venivano sequestrate quasi 4 tonnellate di marijuana, confezionata in 185 colli di varie dimensioni, che al mercato clandestino avrebbero fruttato al dettaglio circa 40 milioni di euro.
I due scafisti, di origine albanese, venivano tratti in arresto per detenzione e traffico internazionale di stupefacenti e posti a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

PUNTO 16
Nell’ambito dell’operazione “BOGOTÀ”, dei Nuclei di Polizia Economico Finanziaria di Lecce e Brindisi, in data 4 giugno 2018, al termine di complesse indagini codelegate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone (2 in carcere e 2 ai domiciliari) appartenenti ad un’organizzazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’attività ha accertato il coinvolgimento  nei traffici illeciti  di 51 soggetti di nazionalità italiana ed albanese, di cui 10 tratti in arresto in flagranza di reato nel corso di varie operazioni di servizio svolte nel corso delle indagini in varie località italiane, con il sequestro di rilevanti  quantitativi di stupefacente (600 Kg di Marijuana, 21 Kg di Hashish, 2 Kg di Cocaina e 32 Kg di Eroina) e di numerosi mezzi utilizzati per il trasporto dello stupefacente stesso quali imbarcazioni, furgoni ed autovetture modificate con sofisticati doppifondi.
Il sodalizio criminale era strutturato in vari gruppi criminali radicati nelle provincie di Lecce e Brindisi, con “proiezioni operative” in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna, Basilicata e persino in Belgio, ove usavano approvvigionarsi di ingenti quantitativi di cocaina che successivamente distribuivano sulle piazze locali.
Dalle indagini è inoltre emerso come, in alcuni casi, usassero fornire “supporto logistico” anche ad altri gruppi criminali stanziati in Albania, fornendo ove necessario anche la disponibilità di mezzi ed autisti per il trasporto dello stupefacente verso varie destinazioni su tutto il territorio nazionale.



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