lunghi applausi per il nuovo progetto a tema rossiniano di
Gianmaria Aliverta
di Daniele Lo Cascio
TARANTO
23 LUG. - È stata una
serata epocale quella di sabato scorso al Festival della valle d’Itria con la
messa in scena del nuovo progetto drammaturgico di Gianmaria Aliverta, che ne
ha curato anche la regia, per celebrare il 150º anniversario della morte di
Rossini. Lo spettacolo che si è tenuto per la prima volta
nell’atrio dell’Ateneo Bruni (attuale Liceo) un vasto spazio con oltre 800
posti a sedere, oltre all’ampio palcoscenico, ha coinvolto insieme per la prima
volta le maestranze di tre grandi istituzioni culturali pugliesi: la Fondazione
“La Notte della Taranta”, la Fondazione “Carnevale di Putignano” (il più antico
d’Europa) e il Festival della Valle d’Itria.
foto Marta Massafra
Ancora una volta la direzione Artistica di Alberto Triola
ha fatto centro sia nel dare fiducia a giovani talenti come Aliverta, sia nel
puntare su progetti artistici nuovi, in questo caso straordinari perchè basati
su sinergie locali possibili. Che fosse uno spettacolo molto innovativo e
contestualizzato sino ai giorni nostri lo si è capito da subito, quando Lindoro
ha fatto il suo ingresso in scena attraverso un video proiettato dal suo
profilo social sui grandi schermi posti a lato della scena. Ma a stupire vi
erano ancora le scenografie della Fondazione Carnevale di Putignato, i
danzatori della Taranta in una contaminazione di generi nella quale nessuna delle
componenti però è mai prevalsa sulle altre ma tutte sono state mirabilemnte
fuse, con le loro diverse valenze in un equilibrio armonico: il caos
organizzato rossiniano appunto. Vi era Elio nel ruolo della tarantola, animale
tipico della campagna salentina che, a seconda dei personaggi coi quali
interloquiva, dispensava morsi d’amore o di dannazione, sotto il ritmo
incalzante dell’Orchestra della Taranta o delle melodie rossiniane fuse con l’omaggio
a Paisiello rappresentato da due arie del suo Barbiere.
foto Cecilia Vaccari
Vi era la voce narrante di Francesco Micheli unita ad un
cast ben assortito ad iniziare dalla bella voce di David Ferri Durà (il Conte
d’Almaviva), Daniele Terenzi (Figaro), dalla vocalità sicura e dall’ottima
presenza scenica oltre a Maria Aleida (Rosina), acuta e precisa negli
articolati fraseggi e versatile quando impegnata nelle note di un mambo nella
seconda parte. Lo spettacolo prevedeva la novità
dell'amplificazione vocale e strumentale, il che che lo rende replicabile in
qualsiasi ampio spazio all’aperto. Di questo chiediamo a Gianmaria Aliverta: «L'amplificazione è assolutamente necessaria
avendo una miscellanea di strumenti e di orchestre. Avendo s
foto Daniele Lo Cascio
trumenti tipo la
batteria o altri strumenti che fanno parte dell' orchestra della Taranta veniva
indispensabile l'amplificazione anche per i cantanti e per l'orchestra classica».
Uno spettacolo che vuol avvicinare il maggior numero di persone? «Spero che anche grazie all'intervento di
Elio che è un catalizzatore, un personaggio dello spettacolo conosciuto a
diverse fasce di età, si riesca ad avvicinare un po' di gente alla conoscenza
dell'opera e della musica popolare della Taranta. Qui abbiamo molti elementi
pugliesi abbiamo l'orchestra della Taranta, i ballerini della Taranta, il
carnevale di Putignano. Io ho voluto e ringrazio la direzione artistica che ha
accettato di inserire Paisiello quale massimo rappresentante musicale pugliese
dell'Opera tra Sette e Ottocento. Siamo nella sua terra, era giusto rendere
omaggio anche a lui, e grazie ad Elio speriamo abbia maggiore visibilità»Due lo orchestre in buca: l’Orchestra
popolare “La Notte della Taranta”e l’Orchestra ICO della Magna Grecia diretta
da Giuseppe Grazioli. Uno spettacolo accattivante, che segna una pagina nuova sia
per il festival sia come genere musicale, uno spettacolo che vien voglia di
rivederlo. Prossime
repliche stasera a Martina nell’atrio dell’Ateneo Bruni alle ore 21 e il 3
agosto a Otranto Fossato del Castello, Porta a Mare alle ore 21.
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