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“I Luoghi del Cuore”: i risultati parziali della 9^ edizione, a cura del FAI di Foggia

Il logo del FAI di Foggia (foto web) ndr.
di Redazione

FOGGIA, 01 AGO (Com. St.) - Si può votare fino al 30 novembre 2018

Chiese, castelli, siti archeologici, aree naturalistiche e palazzi storici, ma anche “curiosità” come un caffè liberty che rischia di scomparire a Trieste, una strada che circonda un braccio di mare a Taranto, un museo a cielo aperto, importante esempio di arte pubblica e sociale a Ulassai (NU). Sono questi alcuni esempi dei beni più votati finora alla nona edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo: siti speciali, legati alla nostra identità e alla nostra memoria, che versano in stato di degrado o di abbandono e che vorremmo salvare e proteggere, agendo concretamente per il loro recupero, la loro tutela e la loro valorizzazione.
A quasi due mesi dal lancio dell’iniziativa, la regione più attiva è al momento la Puglia, in particolare la provincia di Taranto con 2 luoghi nei primi 10 classificati, seguita da Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna.
L’obiettivo che stimola a partecipare all’iniziativa con tanto entusiasmo non è solo la realizzazione di un intervento diretto sulla base di specifici progetti d’azione - previsto per i primi tre classificati a cui verranno destinati rispettivamente 50mila, 40mila e 30mila euro - ma soprattutto la visibilità ottenuta dai luoghi votati durante il censimento, che può portare alla nascita di collaborazioni virtuose tra società civile e istituzioni e trainare lo stanziamento di altri contributi preziosi. Inoltre, i luoghi che riceveranno almeno 2.000 voti potranno presentare una richiesta per un intervento da parte di FAI e Intesa Sanpaolo, secondo le linee guida che verranno diffuse nel 2019 dopo l’annuncio dei risultati e sulla base delle quali verranno selezionati i beneficiari di altri contributi economici fino a 30mila euro.
Al primo posto nazionale, con 13.431 voti, c’è attualmente il bacino del fiume Oreto, in provincia di Palermo.
In PUGLIA, tra i luoghi più votati ci sono: la Chiesa Di San Mercurio a Serracapriola (FG), al 19° posto con 1.925 voti e i Giardini Pensili Ducali di Bovino (FG), al 43° posto con 1.227 voti, rispettivamente 3° e 8° nella graduatoria regionale

Già a “metà percorso”, è notevole il risultato ottenuto dalla Capitanata, ma occorrerà ancora tanto impegno, per riuscire a guadagnare – se non uno dei primi tre posti – almeno uno dei primi dieci che assicurano al bene grande visibilità e importanti interventi economici.
«È importante –ha sottolineato il Capo Delegazione del FAI di Foggia, Saverio Russo- che le persone più sensibili alla salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale italiano esprimano la propria preferenza e coinvolgano anche altri amici in questo sondaggio biennale che, negli anni, ha assunto un grandissimo valore, non solo materiale, per i contributi utili ai restauri che genera, ma anche simbolico, per l’impegno che induce nelle comunità locali a difesa delle proprie ricchezze artistiche, storiche e naturali. In classifica c’è anche l’altro bene promosso da un comitato locale che si è collegato alla delegazione di Foggia, la chiesa di Santa Barbara di Cagnano Varano (159° posto - 250 voti). I dati disponibili, ovviamente, sono solo quelli delle preferenze espresse online, ma pare che i beni della nostra provincia stiano avendo ottimi riscontri anche nei voti su scheda cartacea: su questo fronte c’è un forte recupero per tutti e tre i beni e, in particolare, per la chiesa di Varano. Ancora una volta, l’evidenza dimostra che per ottenere un buon risultato nei “Luoghi del Cuore”, sono fondamentali un impegno coordinato e la spinta di un gruppo promotore. Siamo fiduciosi che, anche quest’anno, come nelle altre edizioni, i beni della Capitanata raggiungeranno esiti importanti».
In classifica, compaiono anche, staccati dagli altri beni dauni, la Villa Romana di Faragola ad Ascoli Satriano e “Lo Moleno d’Acqua” di Bovino.

I BENI PIÙ VOTATI DI CAPITANATA
I Giardini pensili ducali a Bovino, realizzati nell’Ottocento, addossati alla facciata del Palazzo Ducale e di proprietà dell’Arcidiocesi Foggia-Bovino. I giardini, racchiusi da murature merlate, si sviluppano su un terrazzamento a tre livelli, raccordati con rampe di scale. Tipico esempio di giardini all'italiana, hanno una superficie di circa 3.000 metri quadrati e conservano una notevole varietà di piante e arbusti, di cui circa 50 finora censite. Presentano inoltre fontane e cisterne per l'accumulo delle acque provenienti dalle condotte dell'antico acquedotto romano. I giardini sono disposti in successione, suddivisi tra “giardino pensile domestico”, “giardino botanico” e “giardino delle statue” o “superiore”. In particolare quest’ultimo è di forte impatto scenografico, con un angolo che funge da quinta naturale a un complesso scultoreo composto da sette statue, cinque mezzi busti marmorei e due figure intere in stile neoclassico. Le aiuole hanno forme ellittica e sferica e sono delimitate da centenarie siepi di bosso, attraversate da vialetti sinuosi disposti a croce, con al centro una vasca circolare con una figura femminile riversa su una tartaruga. I giardini non sono accessibili al pubblico e versano in uno stato di totale degrado: per chiederne il recupero e riportarlo a essere un luogo aperto e fruibile il comitato “Pro giardini ducali”, a cui partecipano molte associazioni locali insieme allo stesso Comune di Bovino, si è attivato al censimento de “I Luoghi del Cuore”.

La Chiesa di San Mercurio a Serracapriola (FG)
, eretta agli inizi del Seicento ma danneggiata dal terremoto nel 1627 in modo talmente grave che si decise di demolirla e ricostruirla reimpiegando gran parte dei materiali originari, a partire dal 1630. Dopo la ricostruzione la chiesa venne riconsacrata da mons. Tria, vescovo di Larino, il 18 novembre 1728. L’edificio è articolato su tre navate con transetto, cupola dotata di cupolino e coro realizzati da maestranze toscane. Si erge su un alto podio gradonato, con un’elegante facciata settecentesca a due ordini, raccordati da volute e suddivisi da lesene in riquadri di grande effetto chiaroscurale. Presenta una torre campanaria risalente al 1771 a due ordini, di cui il terminale ha eleganti finestre mistilinee e soluzioni angolari. All’interno, al di là della balaustrata marmorea del 1768 e dell'altare maggiore, si alza un retablo (pala d’altare inquadrata architettonicamente) ligneo dorato e scolpito, datato 1654, con il trittico su tavola di Madonna e Santi, realizzato dalla scuola di Francesco da Tolentino, pittore marchigiano del XVI secolo. L'interno della chiesa presenta una ricca decorazione settecentesca ove si evidenziano il coro ligneo, gli altari marmorei policromi con decorazioni in stucco, l’organo a canne, la cantoria che forma un corpo unico con il confessionale, il pulpito ligneo scolpito a bassorilievi e la statua lignea di Maria S.S. Incoronata. Dopo il terremoto del 2002 la chiesa, fino a quel momento molto frequentata, è rimasta chiusa al culto per i gravi danni strutturali subiti anche a causa dei dissesti già presenti, dovuti agli eventi calamitosi susseguitisi in precedenza. L’interno della chiesa è tuttora inagibile a causa del rischio di caduta di calcinacci, della presenza di umidità di risalita e dell’assenza di gran parte della pavimentazione. E’ necessario inoltre dotare la chiesa di nuova impiantistica a norma di legge. Infine sono necessari altri importanti restauri riguardanti la macchina d'altare in legno, il coro, l’organo a canne, il pulpito, gli altari laterali costituiti da stucchi e marmi policromi seicenteschi. Il comitato che si è attivato al censimento spera di poter restituire la chiesa ai cittadini.

La chiesa Santa Barbara in località San Nicola Varano (già San Nicola Imbuti) presso Cagnano Varano (FG) è stata eretta dal Ministero dell’Aviazione Militare tra il 1915 e il 1920, anno d’inizio delle celebrazioni per i militari che occupavano il villaggio limitrofo dell’idroscalo San Nicola. In seguito all’armistizio delle forze armate italiane, nel dicembre del 1943, sia l’Idroscalo sia la chiesa furono abbandonati e mai rifunzionalizzati. La chiesa è dedicata a Dio e a Santa Barbara, patrona di tutti coloro che hanno contatto con il fuoco, con le mine e con le armi da fuoco, e sulla facciata viene ricordata tale scritta: “anno del Signore 1920”. Costruita sull’asse Est-Ovest in una amena posizione e circondata da ulivi secolari, la chiesa domina la vista sul lago Varano circondata da un pascolo ubertoso. L’impianto a croce latina con tre navate e torre campanara richiama lo stile romanico pugliese e rappresenta una delle ultime testimonianze di strutture in muratura in mattoni pieni di lì a poco sostituiti totalmente dall’uso del cemento. La facciata ripartita in tre ordini è rivestita in mattoni in argilla gialla e presenta una tipologia a “capanna” sormontata sulla cuspide dalla “croce di San Benedetto”, reperto dell’antica abbazia benedettina rinvenuto nell’area dell’idroscalo. Sulla facciata, un grande rosone senza più vetri, troneggia sul portale centrale sormontato dalla lunetta privata del basso rilievo in pietra, e affiancato da due colonne con base e capitello; lateralmente le due nicchie piangono le due statue trafugate (forse San Nicola e Santa Barbara). L’accesso alla chiesa avveniva tramite una gradinata in pietra scolpita, purtroppo vandalizzata e depredata insieme alla campana, all’altare in marmo policromo, ai gradini in marmo di Carrara, alle statue, ai quadri, alla ringhiera dell’originaria scalinata che porta al campanile, e al portone; danni antropici che vanno ad aggiungersi all’incuria e all’abbandono aggravati fortemente dal crollo del tetto e della cupola all’incrocio con il transetto. Negli anni, diverse sono state le iniziative atte a mobilitare l’attenzione sulla necessaria azione di restauro di tale bene: ci auguriamo che grazie all’impegno di tutti, la chiesa torni, entro il suo centenario (2020) dalla costruzione, ad essere nuovamente fruita, restaurata, dalla sua comunità e da tutti.

C’è tempo fino al 30 novembre 2018 per votare i propri “luoghi del cuore”: un’occasione unica per esprimere il proprio amore per l’Italia e condividerlo con chi riconosce nelle bellezze del nostro Paese la propria identità.
Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il FAI in questa iniziativa a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza ben distribuita della Banca in tutte le regioni italiane al servizio dei suoi oltre 12 milioni di clienti. Presso le filiali del Gruppo, come detto, tutti possono votare il loro “luogo del cuore” favorendo così l’opportunità di ricevere un’ulteriore assegnazione di 5.000 euro al luogo più votato in una filiale. Intesa Sanpaolo partecipa attivamente alla vita culturale del Paese: nel 2017 è stato insignito del titolo di Mecenate del XXI secolo nell’ambito dei Corporate Art Awards.

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE AL CENSIMENTO
Fino al 30 novembre 2018

- Sul sito www.iluoghidelcuore.it
- Raccolta voti su moduli cartacei (scaricabili dal sito www.iluoghidelcuore.it)
- Nelle filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo

Il censimento è realizzato con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018.
RAI è media partner principale anche dell’edizione 2018 de “I Luoghi del Cuore” con RAI1 che promuove l’iniziativa con spazi dedicati in Uno Mattina Estate e con RADIO1 che ha attivato un’ampia copertura con programmi del canale e servizi nei GR.



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