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Bari. Circolo della Vela: Nikolaos Mascoli vince la Rolex Middle Sea Race in Orc3 a bordo di Bewild

Bewild in navigazione. (foto com.) ndr.
Paolo Semeraro con Neo400 Neo Zero costretto al ritiro dopo un doppio incidente

di Redazione

BARI, 31 OTT. (COMUNICATO STAMPA) - Una Rolex Middle Sea Race che passerà alla storia quella del 50° anniversario. La regata di 606 miglia marine che parte da Malta, fa il giro della Sicilia, Lampedusa, Pantelleria e rientra al traguardo di La Valletta, è sempre una grande emozione. Quest'anno un po' di più viste le condizioni meteo in cui i 140 equipaggi hanno dovuto regatare con vento da nordovest di intensità anche superiore ai 40 nodi e con onde alte più di quattro metri. Giovanni Soldini a bordo del trimarano Maserati Multi70 con Vittorio Bissaro in equipaggio è stato il primo a tagliare il traguardo di La Valletta in 2 giorni e 11 ore andando a vincere la classifica per multiscafi sia in reale che in compensato. C'era anche un po' di Circolo della Vela Bari nel mezzo del Mediterraneo. A bordo di BeWild di Renzo Grottesi (Club Vela Porto Civitanova Marche) c'era infatti Nikolaos Mascoli. Classe 1990, Mascoli da cinque anni naviga con l'imbarcazione marchigiana nel ruolo di prodiere e tailer e ha già conquistato campionato assoluto e offshore. Lo Swan42 ha tagliato la linea del traguardo dopo 3 giorni, h15 m56 s42 affrontando oltre 75 ore di navigazione in condizioni meteo durissime con vento sempre oltre i 25 nodi che, in particolare dopo il passaggio di Stromboli, ha messo equipaggio, imbarcazione e attrezzatura a dura prova. 
La determinazione di portare a termine la regata ha però avuto la meglio e alla fine l'equipaggio ha conquistato il primo posto nella Orc3 tra le 18 partecipanti di classe. «Questa regata è stata la ciliegina sulla torta di quest'anno - commenta Mascoli -. Avevamo già partecipato lo scorso anno, ma a causa della rottura della randa eravamo stati costretti a ritirarci. Il desiderio di riscatto era enorme. Abbiamo lavorato tutta la stagione puntando alla preparazione di questo evento. Tutto doveva essere perfetto. Abbiamo chiamato a bordo con noi anche Andrea Caracci come navigatore di lunghe percorrenze. In regate d'altura come questa - continua - il suo è un ruolo molto importante che spesso viene però trascurato. Noi abbiamo deciso di averlo e in effetti è stato determinante per il nostro risultato. Un grande ringraziamento va anche al nostro armatore, Renzo Grottesi, che ha deciso di tenere duro sino alla fine, e a tutto l'equipaggio: lo skipper/timoniere Luigi Masturzo, il tattico Andrea Casale, i prodieri Sandy Suc e Tommaso D'Antuono, il drizzista Alessandro Menè, i trailer Sandro Iesari e Enrico Clementi, e il timoniere Alessio Marinelli». Momenti difficili e concitati durante la regata per un altro grande campione di vela barese, Paolo Semeraro che partecipava alla regata con la sua Neo 400 Neo Zero e che si è trovato a gestire un "uomo a mare", la più brutta delle emergenze possibili per chi va per mare. A finire in acqua durane una manovra è stato Nicola Cimbro Stedile, velista professionista, prodiere del Neo, in quel momento in turno alla scotta randa. Seguono momenti concitati. L'equipaggio, guidato dal suo comandante Semeraro non si perde d'animo, reagisce e recupera con successo il compagno in condizioni meteomarine davvero proibitive. 
Ma qualcosa va storto. Lo stesso Semeraro, al timone sopravento, scivola e vola sottovento battendo testa e costole. Vorrebbe continuare, ma l'equipaggio decide che ci si deve ritirare. E così è. Neo annuncia il ritiro e torna a casa. «Questo credo sia l’unico caso in cui su uno yacht debba vigere la democrazia: sicurezza contro agonismo - scrive Semeraro sul suo profilo facebook -. Bellissima esperienza grandi compagni di avventura. Groppi, vulcani in eruzione, essere col gennaker a 15 nodi verso un'isola totalmente coperta da un temporale per i cui lampi a venti miglia devi coprirti gli occhi. Ventiquattrore in bolina con 25/30 nodi poi giù a 20/22 planando al buio su onde che percepivi senza vederle! Poi un incidente nel momento meno adrenalinico per una onda un po’ più grossa ma dalla direzione sbagliata e nel momento sbagliato. Un secondo dopo e Cimbro sarebbe rimasto a bordo. Mancava la parte più facile e favorevole a Neo. Pazienza. È la vita. Vinceremo la prossima o quella dopo ancora o comunque ci proveremo finché la pompa regge. Tutto quello che non ti uccide ti rende più forte».



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