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Concerti. La Rimbamband: non c’è creatività nell’arte senza un pizzico di follia

Una immagine dello spettacolo. (foto M.C.) ndr.

di Maria Caravella

BARI, 29 DIC. - "La vita degli uomini nient'altro è che un gioco della pazzia», così diceva Erasmo da Rotterdam nel suo «Elogio della follia», descrivendo una realtà che in genere percepiamo come difetto e non come pregio. In sostanza non c’è creatività nell’arte senza un pizzico di follia. La Rimbamband ha fatto suo questo concetto, Infatti pur essendo formata da cinque eccellenti musicisti, tra cui anche un docente di Conservatorio, ha fatto di questi elementi la sua caratteristica. Una buona musica sapientemente mescolata con elementi teatrali e tanta comicità, hanno reso il quintetto made in terra di Bari, formato da Raffaello Tullo (voce, percussioni e autore), Renato Ciardo (batteria), Vittorio Bruno (contrabbasso), Nicolò Pantaleo (sax) e Francesco Pagliarulo (pianoforte), una band di grande attualità, capace di offrire spettacoli di qualità, in grado di coinvolgere e attrarre un vasto pubblico di diversa età ed estrazione. Non dimentichiamo i sold out di Il sol ci ha dato alla testa, Rimbamband Show e Note da Oscar, spettacoli di grande successo, portati in scena nei teatri di tutta Italia oltre che sul territorio. «Manicomic» è il loro quarto spettacolo, l'ultima sfida per il celebre gruppo comico e teatral-musicale pugliese. Scritto da Tullo, con la regia di Gioele Dix: per l'attore e regista milanese, con il suo autorevole punto di vista squisitamente teatrale, è un ritorno sui sentieri della follia, dopo aver diretto «Matti da slegare» con Giobbe Covatta e Enzo Iacchetti. Alla realizzazione dello spettacolo hanno collaborato diverse professionalità, tutte giovani e talentuose: l'assistente alla regia è Sara Damonte, regia video di Michele Didone, videografica di Vincenzo Recchia, direttore della fotografia Claudio Procaccio, fonica Riccardo Tisbo, disegno luci Andrea Mundo. 
Quelle della Rimbamband sono rappresentazioni in cui la musica e la comicità vanno in perfetta sintonia. Anche in Manicomic la cifra stilistica rimane la stessa. In scena, in un imprecisato luogo di cura, un medico segue quattro dei suoi pazienti, affetti da patologie differenti: Renato ha frequenti disturbi di personalità, sente di essere Albano Carrisi, Francesco, il “Rosso”, è un po' Dottor Jekyll e Mr. Hyde, Vittorio è un alcolizzato cronico, mentre Nicolò ha una grave struttura ossessivo - compulsiva che a tratti lo trasforma in un cantante neomelodico. Come pensa di combattere tutto ciò, il nostro psichiatra Raffaello Tullo? Ma … Con la musicoterapia, l'ippoterapia, l'elioterapia, lo sport e lo psicodramma. In pratica curare le nevrosi attraverso l’improvvisazione teatrale. Insomma c'è davvero da divertirsi e "uscire pazzi". Sul palco, insieme ai cinque più famosi «comicomusicisti», anche un led wall, utilizzato in maniera creativa, in autentico stile Rimbamband. Molti sono anche gli strumenti musicali informali che affiancano quelli tradizionali: tra i tanti, palloni da pallavolo, case-contenitori, palloncini e campanelli, giocando con la “table percussion”, il tip tap e … tanto altro di che divertirsi. 
Che dire un bellissimo spettacolo che durante il periodo Natalizio sta andando alla grande, uno spettacolo in cui musica, intrattenimento, teatro e comicità si incontrano, per ricreare un effetto coinvolgente e stravolgente allo stesso tempo, una sapiente combinazione di lirica, tragicità e comicità dai tratti davvero singolari. Che dire Manicomic rappresenta sicuramente una ulteriore crescita professionale della Rimbamband.



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