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Teatro. Grande successo all'Abeliano per Lello Arena con “Parenti serpenti”

Una immagine dello spettacolo. (foto M.C.) ndr.

di Maria Caravella

BARI, 19 FEB. - Uno spettacolo che a Teatro rinnova la tradizione, una performance che porta sul palcoscenico tematiche straordinariamente attuali. Difficilmente i figli al giorno d'oggi, assillati dalle problematiche del quotidiano si prendono cura dei genitori anziani che spesso vengono affidati a case di riposo. La storia di nonno Saverio e nonna Trieste è una bella commedia dal sorriso un po' amaro scritta da Carmine Amoroso, nota al grande pubblico soprattutto perché divenuta, nel 1992, il soggetto dell’omonimo film di Mario Monicelli. Il pubblico è invitato a scrutare nella casa e nella vita di Saverio e Trieste, due anziani coniugi, che durante le festività natalizie, ricevono la visita dei quattro figli, del genero e della nuora, ciascuno con il proprio carico di problemi. Grande protagonista è nonno Saverio, uno straordinario Lello Arena, che all'occorrenza diviene anche voce narrante, divertendo gli spettatori, nel simulare alla perfezione quelle che possono essere le déifaillance di un uomo anziano: bisogno di parlare, piccole manie quotidiane e graduale perdita di memoria. Oltre a divertire, invita a riflettere, con momenti introspettivi di grande esito. 
La regia di Luciano Melchionna è di grande impatto, e ripercorre quelli che sono i canoni della commedia tradizionale, quella classica insomma, che tutti ci aspettiamo di vedere a teatro, all’insegna della vitalità, della dinamicità, dell’azione, con un grande via vai sulla scena, di tutti i personaggi, che all'occorrenza coinvolgono in modo piacevole anche il pubblico, con numerose incursioni in platea da parte degli attori. Melchionna in modo quasi strategico, soppesa i tempi alla perfezione, calibrando i dialoghi in modo pressato, pochi i momenti di tregua per permettere al pubblico di soffermarsi a riflettere. Di grande effetto la scenografia girevole creata da Roberto Crea, suddivisa in due piani, sotto dove si incontrano e dialogano i personaggi e dove si svolgono la cena ed il pranzo di Natale e la mansarda o lucernario, luogo privilegiato da nonno Saverio, che torreggiante osserva, anche in modo metaforico, dall'alto della sua saggezza, datagli dall'età, il mondo sottostante ed interagisce così con i parenti. Dopo la cena di Natale, i tradizionali convenevoli e la narrazione dei piccoli drammi familiari da parte dei commensali, ecco l’annuncio, da parte della signora Trieste, della volontà dei nonni di andare a vivere da uno dei figli. A chi si fosse offerto di ospitarli e prendersi cura di loro, avrebbero ceduto metà della pensione e lasciato in eredità la casa di famiglia. 
Questo purtroppo diventerà l’elemento scatenante che porterà figli e i relativi coniugi ad azzuffarsi tra loro esternando così ipocrisie e manifestando risentimenti assopiti e rivelando sconcertanti verità fino ad allora inespresse, trasformandosi così in “parenti serpenti” i quali, ambigui e ossequiosi, giungeranno alla terrificante ed ultima risoluzione. Straordinaria l'atmosfera creata e il coinvolgimento emotivo del pubblico, forte e decisa l'interpretazione di Lello Arena, che per l'occasione si riconferma attore di grande talento, capace di associare orgogliosamente grande comicità ed ironia ad una straordinaria forza drammatica. Ben assemblato e affiatato l'intero cast che brillantemente lo ha affiancato, in primis la bravissima Giorgia Trasselli (Trieste), Andrea de Goyzueta (Alessandro), Raffaele Ausiello (Michele), Carla Ferraro (Gina), Autilia Ranieri (Milena), Annarita Vitolo (Lina) e Fabrizio Vona (Alfredo).



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