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Teatro. Al Duse con “Quid est veritas?”, l’ inspiegabile dilemma della ricerca della verità

Una immagine dello spettacolo. (foto M.C.) ndr.

di Maria Caravella

BARI, 9 MAG. - La ricerca della verità è un inspiegabile dilemma che dalla notte dei tempi inquieta l'umanità e che porta alla ribalta la vicenda storica che vide protagonista Gesù di Nazareth. Stiamo parlando di “Qui est veritas?”, portato in scena con successo al Teatro Duse di Bari. Un lavoro teatrale, diretto da Leo Lestingi. Si tratta di una drammaturgia elaborata dallo stesso Lestingi, rinvigorita da alcune fonti bibliche, popolari e letterarie integrate da alcune importanti pagine filosofiche di Massimo Cacciari. La performance è incentrata su un immaginario dialogo notturno tra Pilato e Nicodemo che si svolge di nascosto in casa del governatore Romano alla vigilia della crocifissione di Gesù. 

Pilato incontra Nicodemo dopo aver conversato con la moglie Claudia Procula, in merito al Nazareno, la quale come riporta la tradizione appare convinta che il marito e il Sinedrio stiano mandando a morte un uomo giusto. I due uomini di estrazione e di culture differenti cercano di analizzare la figura e il messaggio del Messia, si sviluppa nello spettacolo il desiderio di mettere a nudo il concetto di verità e allo stesso tempo la fragilità di questo discernere. Sia Pilato che Nicodemo tentano insieme la volontà di resistere a quella discinta e indifesa offerta di verità, ma dopo un lungo confronto arrivano alla tragica conclusione dell'umana impossibilità di un epilogo non tragico. Pilato con veemenza continua a gridare sulla scena il suo desiderio di verità pur riconoscendosi ancora prigioniero del silenzio e del mistero di Gesù, mentre Nicodemo più pacato, sembra affermare l'assoluta disperazione di fronte a quell’ irragionevole epilogo che la Storia impone. 

Sulla scena due attori di grande esperienza e talento come Lino De Venuto e Leo Lestingi, uniti in questa non facile messinscena in cui si evince la vocazione teatrale di entrambi nell’affrontare un tema difficile, con un testo espressione di grande sensibilità ed accuratezza, mai banale o retorico, al servizio di un dialogo e di un linguaggio proporzionato, mai invadente, carico di passione e tormento. Ne consegue l’allestimento di un lavoro di pregio, apprezzato dal pubblico e dalla critica. Ad arricchire il quadro scenico la partecipazione di Simone Bracci nei panni della guardia e di Antonella Ranieri nel ruolo di Claudia Procula, il tutto valorizzato dai costumi realizzati da Rossella Ramunni.



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