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Scacco alla quarta mafia. [VIDEO] A San Severo con l'operazione "Ares" disassemblata rete mafiosa: 50 arrestati (tutti i NOMI), molti con l’articolo 416 bis c.p

Alcune intercettazioni... (fotogramma video DDA) ndr.
di Redazione

SAN SEVERO (FG), 06 GIU - Diventerà materia di studio per investigatori e criminologi l’operazione “ARES”, che ha di fatto scardinato un fitto traffico di droga e armi, di estorsioni dai tratti mafiosi. Per la prima volta viene contestata l’associazione di tipo mafioso, di cui all’articolo 416 bis c.p., alla criminalità organizzata sanseverese, riconosciuta come autonoma ed indipendente rispetto alle organizzazioni mafiose operanti a Foggia. Al centro c’è sempre la “quarta mafia”, quella di Capitanata, quella che fa affari con le altre mafie, quella cruenta che intimidisce col sangue e uccide chi ostacola i suoi affari. Dopo mesi di intercettazioni, pedinamenti, raccolta dati, delazioni e informazioni, la DDA di Bari ha messo le manette a molti mafiosi, alcuni boss e tanti affiliati, tutti dell’area dell’Alto Tavoliere.
San Severo al centro del mondo il 06 giugno 2019 quando la Procura Distrettuale Antimafia, con le Squadre Mobili di Foggia e Bari, con lo SCO -Servizio Centrale Operativo-, supportata da 30 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, con  oltre 200 poliziotti in provincia di Foggia e altri nelle province di Napoli, Milano, Salerno, Rimini, Campobasso, Pescara, Chieti, Teramo, Ascoli Piceno e Fermo, dopo il provvedimento cautelare, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Bari, ha eseguito un’operazione, l’ARES appunto, di polizia nei confronti  di diversi soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose. Auto di Polizia, auto civetta, elicotteri, sulle strade e nel cielo di Capitanata, tutte impegnate a arrestare gran parte, usando un eufemismo, della cupola locale della mafia sanseverese. I dettagli dell’operazione “ARES” son stati , con certosina cura, esposti nella conferenza stampa tenutasi a Bari presso l’Aula del Consiglio Giudiziario della Corte d’Appello, alle ore 11. Qui hanno partecipato i massimi vertici di chi ha preso parte sia alle indagini, sia all’operazione, con la presenza del Procuratore Nazionale Antimafia, dott. Federico CAFIERO de RAHO, del Procuratore della Repubblica di Bari, dott. Giuseppe VOLPE, del Procuratore della Repubblica di Foggia dott. Ludovico VACCARO, del Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, dott. Francesco MESSINA, del Direttore del Servizio Centrale Operativo, dott. Fausto LAMPARELLI, e del Questore della Provincia di Foggia, dott. Mario DELLA CIOPPA.




Ecco i dettagli nel comunicato stampa della Procura di Bari: Foggia/Bari, 6 giugno 2019.

La Polizia di Stato, questa mattina, ha eseguito un provvedimento cautelare emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Bari, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 50 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose. Il Tribunale, in particolare, accogliendo l’impianto accusatorio formulato dai magistrati della D.D.A. barese, ha emesso un’ordinanza cautelare a carico, tra gli altri, di esponenti di primo piano delle famiglie mafiose “LA PICCIRELLA” e “NARDINO”, egemoni nel territorio di San Severo (FG), di cui sono stati ricostruiti organigrammi ed interessi criminali.
È la prima volta che viene contestata l’associazione di tipo mafioso, di cui all’articolo 416 bis c.p., alla criminalità organizzata sanseverese, riconosciuta come autonoma ed indipendente rispetto alle organizzazioni mafiose operanti a Foggia. L’inchiesta ha evidenziato il ruolo egemonico dei clan di San Severo nel traffico di droga in Capitanata e che la spartizione dei relativi, ingenti profitti costituisce un fattore di continue tensioni tra i diversi gruppi malavitosi che operano in quell’area. Le indagini, inoltre, hanno documentato il sistematico ricorso alla violenza per l’affermazione territoriale ed il conseguimento della leadership, nell’ambito di una cruenta contrapposizione fondata anche sull’eliminazione fisica dei rivali. In tale contesto, sono stati anche accertati diversi episodi a chiaro sfondo intimidatorio, testimonianza del metodo mafioso usato dagli indagati, come nel caso del tentativo di estorsione in pregiudizio di un commerciante locale, la cui abitazione (oltre che l’autovettura ed i locali dell’attività commerciale) sono stati danneggiati in più momenti con colpi d’arma da fuoco. Le attività – svolte da una task force composta da investigatori delle Squadre Mobili di Foggia e Bari e del Servizio Centrale Operativo – sono state avviate nel 2015 a seguito di alcuni gravi episodi delittuosi verificatisi a San Severo. I successivi approfondimenti hanno consentito di ampliare il fronte investigativo, documentando il fiorente traffico di stupefacenti gestito dai sodalizi locali (nonché i relativi canali di approvvigionamento estero, tra cui l’Olanda) e valorizzando la mafiosità di quelle organizzazioni. L’operazione di questa mattina, supportata con 30 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, ha visto l’impiego di oltre 200 poliziotti in provincia di Foggia e altri nelle province di Napoli, Milano, Salerno, Rimini, Campobasso, Pescara, Chieti, Teramo, Ascoli Piceno e Fermo. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figurano elementi di primo piano delle predette famiglie mafiose, tra cui Giuseppe Vincenzo LA PICCIRELLA e Severino TESTA, ritenuti ai vertici del clan “LA PICCIRELLA”, nonché Franco e Roberto NARDINO, a capo dell’omonimo clan.

Di seguito la nota del Questore di Foggia, dott. Mario della Cioppa
«Con la operazione di questa mattina, la Polizia di Stato ha inferto l’ennesimo durissimo colpo alle consorterie mafiose di questa provincia. Abbiamo completato la prima fase di aggressione alla malavita organizzata, così come programmato unitamente ai componenti della Squadra Stato. Lo abbiamo fatto attraverso una sistematica attività di demolizione delle varie consorterie mafiose ed assicurando alla Giustizia boss e sodali ma anche semplici affiliati della Mafia Garganica, Foggiana e San Severese ed analogamente sarà fatto con quella Cerignolana. Le quattro operazioni di polizia di “agosto di Fuoco””, nonché quelle di DecimAzione 1 e 2, Chorus 1 e 2, Stirpe Criminale 1 e 2, quelle recenti con cui sono stati risolti specifici fatti di sangue e quella odierna rappresentano la determinazione e la forza dello Stato. Lo Stato è vigile su questo territorio e non terminerà certamente qui la sua opera che proseguirà fino al ripristino totale della legalità e la totale pulizia da criminali per restituire libertà e sicurezza alla collettività di questa provincia. Vedere Foggia decisamente diversa, un territorio più sicuro ed ordinato riempie di orgoglio e gratifica gli sforzi della nostra azione, della Prefettura, delle altre Forze di Polizia e della Magistratura, tutte protese verso un unico risultato, l’affermazione della legge e delle regole, A San Severo, la Polizia di Stato ha voluto dare una risposta forte, perentoria, oserei dire, decisiva per l’annientamento della Criminalità Organizzata esistente che aveva alzato il livello di pericolosità anche con i due recenti omicidi. Ad ogni azione criminale occorre sapere che corrisponde una risposta doppia da parte dello Stato. Le operazioni di Polizia Robin Hood, Udor e quella odierna che annienta la mafia san severese ne sono il preciso riscontro. Grande plauso va pertanto al Commissariato di pubblica sicurezza di San severo, oltre che alla Squadra Mobile, ed al Reparto Prevenzione Crimine che costituisce baluardo e presidio di legalità in quell’area».

Questore Mario della Cioppa


TUTTI I  NOMI e SOPRANNOMI DEGLI ARRESTATI NELL'OPERAZIONE ARES

Il provvedimento cautelare ha inflitto la misura cautelare in carcere nei confronti dei seguenti soggetti, tutti gravati da pregiudizi:

1. AUGENTI Leonardo, nato a San Severo 1986
2. BELFONTE Oreste, nato a San Severo 1985
3. BEVILACQUA Carmine, nato a San Severo 1988
4. BOZZO Carmine Antonio, nato a Lucera 1956
5. BRUNO Vincenzo, nato a Foggia 1985
6. CAPOBIANCO Giacomo, nato a Lucera 1979
7. CIOCIOLA Libero, detto “Liberino” e/o “il sindaco” e/o “il nonno” nato a San Severo (FG) 1959
8. COLIO Luigi Donato, detto “Dino” nato a San Severo 1975
9. DE COTIIS Daniele, detto “don ciccio” nato a San Severo 1979 (capo imputazione n. 0.70 – 0.71 – 0.72 – 0.73 – 0.105 – 0.106);
10. DE STASIO Luciano Michele, nato a San Severo 1990
11. DELLI CALICI Carmine, detto “Carminuccio” e/o “‘u sgumbr” e/o “ninja”, nato a San Severo 1974.
12. DELL’OGLIO Armando, “Dino”, nato a Milano il 1971
13. D’ONOFRIO Vincenzo Leonardo, nato a San Paolo di Civitate (FG) il 1975
14. IRMICI Pasquale, detto “Lino” e/o “cipolla”, nato a San Severo (FG) il 1978
15. LA PICCIRELLA Giuseppe Vincenzo, detto “Pinuccio” e/o “il ragioniere” nato a San Severo 1958
16. MASTROMATTEO Mario Luigi, detto “il milanese” nato a Milano il 1983
17. MAZZEO Raffaele, detto “il ciotto” nato a San Severo (FG) 1968
18. MINISCHETTI Giovanni, detto “Gianni” nato a San Severo 1971.
19. NARDINO Franco, alias “Kojac”, nato a San Severo 1963
20. NARDINO Roberto, detto “patapuff” nato a San Severo il 24.05.1977,
21. NARDINO Vincenzo Pietro, “Enzo”, nato a San Severo (FG) 1987
22. NARDINO Matteo Nazario, nato a San Severo 1991
23. PISTILLO Ivano, nato a San Severo 1988
24. ROMANO Stefano, nato a San Severo 1989
25. RONCADE Lucio, nato a San Severo 1979
26. RUSSI ANTONIO, nato a San Severo 1983
27. RUSSI Loredana, a San Severo 1965
28. SARDELLA Arnaldo, detto “cinese” nato a San Severo 1985
29. TESTA Severino, detto “Rino” e/o “il puffo” e/o “il mastro” nato a San Severo (FG) 1960
30. TUMOLO Gennaro, nato a San Severo 1976
31. VISTOLA Giuseppe, detto “fa fumo” nato a San Severo il 1979

Tra gli indagati, sono stati ristretti presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari:

1. ASTUTI Vincenzo, nato a Napoli 1979
2. D’AGRUMA Roberto, detto “Tup Tup”, nato a San Severo 1981

Contestualmente, con il supporto delle Squadre Mobili di Torino, Asti, Milano, Rimini, Ascoli Piceno, Fermo, Chieti, Teramo, Campobasso, Napoli e Salerno, in esecuzione del medesimo provvedimento coercitivo, sono stati tratti in arresto:

1. BALDASSI Giacomo, nato a Castellammare di Stabia 1972
2. CAROLLA Francesco, nato a Santa Maria Capua Vetere 1978
3. CONSALVO Nicola, nato a Termoli (CB) 1974
4. DE CATO Giuseppe, nato a San Severo 1975
5. DI GENNARO Luigi, nato a Torremaggiore (FG) 1961
6. DI LORENZO Lorenzo, nato a San Giovanni Rotondo il 1977
7. D’UVA Giuseppina, nata a Termoli il 1978
8. FORTUZI Bledar, detto “Eddy”, nato in Albania il 1976
9. FRATELLO Diego, nato a Termoli (CB) 1981
10. IMMOBILE Gennaro, nato a Torre Annunziata il 1953
11. LA PORTA Enza Valentina, nata a Torremaggiore (FG) 1995, destinataria della misura degli arresti domiciliari;
12. LEO Giuseppe, nato a Torre Annunziata 1963
13. PARISI Michele Luciano, detto “coccett” nato a San Severo (FG)1980
14. SPIRITOSO Giuseppe, nato a Foggia 1956, alias “Papanonno”;
15. VOLPE Antonio, nato a San Severo 1985, destinatario della misura degli arresti domiciliari.

Nel medesimo contesto operativo, è stata eseguita ulteriore ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa in data 03 c.m. dal GIP presso il Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Bari, a carico di:

1. DE FILIPPO Michele Valentino, nato a San Severo il 1991
2. DE FILIPPO Luigi Nazario, nato a San Severo 1993

Entrambi pregiudicati, gravemente indiziati del delitto di tentato omicidio in concorso aggravato dal metodo mafioso, ai danni dei due soggetti legati al boss Severino TESTA, quest’ultimo ritenuto ai vertici del clan “LA PICCIRELLA”.


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