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“A proposito della scuola a Monte Sant’Angelo…”, riflessioni del Movimento politico per il risveglio dei Popoli del Sud

Il logo del movimento politico (foto in allegato) ndr.
di Redazione

MONTE SANT'ANGELO (FG), 29 SETT. (Com. St.) - "Monte Sant’Angelo vive uno storico mutamento demografico, sociale e economico. La città come tutti i paesi del Mezzogiorno si svuota. La scuola ne evidenzia tutte le contraddizioni del mancato sviluppo locale e la città ne subisce le conseguenze.

Ogni anno, la solita storia.

A ottobre si avvia la disinformazione. Ognuno puo’ discreditare, disorientare e disinformare le famiglie che entro gennaio devono iscrivere gli alunni agli istituti comprensivi e gli studenti alle scuole superiori.

La scelta pare che venga determinata con il solito inganno fatto circolare ad arte. “La Scuola… deve chiudere”.

Questa loro “verità” la si ripete ogni anno, in ogni luogo della sfilacciata città.

Un’insinuante mantra che penetra nella mente e provoca danni irreparabili.

Il persuasivo modo di influenzare la libera scelta delle famiglie montanare non rende bravi gli autori e mette a rischio la professionalità dei docenti, del personale di segreteria e dei collaboratori scolastici dei due istituti comprensivi locali e delle scuole superiori.

Ma che città è quella dove si lasciano circolare inverosimili menzogne? Che città è quella dove il potere politico non rende noto la riorganizzazione del sistema scolastico ai suoi cittadini? Che città è quella che lascia manipolare l’informazione per condizionare la scelta dell’istituto scolastico? Che città è quella che con i suoi silenzi induce a scelte scolastiche geograficamente inopportune. Che città è quella che vizia la prima scelta dei suoi giovani ragazzi? Che città è quella che non progetta il futuro ai suoi cittadini?

Lasciare persistere una non verità, non rende migliori, non rende furbi, ma rafforza gli stereotipi di una comunità primordiale e danneggia l’immagine di una millenaria comunità.

Se non si interviene, se non si riorganizza la rete scolastica locale, accadrà di peggio: si affiderà il futuro socio-economico delle prossime generazioni al caso, che non è liberismo economico.

Si prenda atto che, oggi, questa è la realtà della città.

I cittadini disinformati, purtroppo, continuano a restare fuori dai luoghi istituzionali, esclusi da ogni scelta che condizionera’ la propria vita.

Governare non è escludere, non è decidere, ma avere un’idea di bene comune e condividerla con gli altri.

Ogni potere politico, quindi, dovrebbe avere e rendere nota la propria pianificazione scolastica, considerando i bisogni abitativi delle famiglie e i livelli occupazionali di chi opera, di chi lavora, proponendola alla comunità.

Aprire o chiudere le attuali sedi scolastiche può provocare un consistente danno economico alle tante famiglie, che devono provvedere a come far raggiungere la scuola ai loro ragazzi, ma anche alla pubblica amministrazione, che deve garantire i servizi di trasporto per i tanti spostamenti quotidiani di alunni e studenti.

Non solo.

La scuola adempie alle sue funzione se è legata al suo territorio e alla sua storia.

Una normale comunità di cittadini le scelte importanti le pensa, le verifica e le pianifica, ma non le anticipate a proprio danno.

Chiudere le scuole, trasferire ragazzi da una zona a l’altra del città o in altre città senza alcuna prospettiva è organizzare il caos, imponendo una consistente spesa alle deboli famiglie.

Diciamolo, sono scelte che se non vengono prese con tranquillità e avvedutezza possono provocare ulteriori disagi ad una comunità già ferità, qual è quella di Monte Sant’Angelo.

Con la disinformazione, certo, non si aiuta la comunità a crescere, ma si riconosce il proprio fallimento.

Allora, perché rinunciare ad una globale, ragionata e condivisa rete scolastica?

Per farlo, necessitano studi, documenti, incontri con i tanti cittadini e, in particolare, l’idea portante della città del futuro che vogliamo.

In assenza di questa limitata visione di Monte Sant’Angelo, lasciate, per adesso, la rete scolastica così come è".


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