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Minorenne censurato fugge da una Casa Famiglia di Lecce per nascondersi nel paese natio. I Carabinieri di Monte Sant’Angelo lo rintracciano e riassicurano alla Giustizia Minorile

Alcuni dei Carabinieri di Monte Sant'Angelo (foto CC) ndr.
di Nico Baratta

MONTE SANT'ANGELO (FG), 11 DIC. - Sul Gargano non è sola caccia a mafiosi, loro affiliati e anche a latitanti. La giustizia lavora anche per assicurarsi ladruncoli e minorenni censurati che potrebbero far il “salto di qualità” se cadono tra le grinfie di criminali incalliti e senza scrupoli. Un compito arduo ma necessario per far loro cambiar vita, sapendo che con la giusta “correzione”, formazione e educazione, giovani censurati potrebbero ritornare a essere legalmente della società che ognuno di noi vorrebbe priva di delinquenza.

È il caso di un ragazzino censurato, natio di Monte Sant’Angelo, che nei mesi scorsi si è macchiato di alcuni reati contro la persona e il patrimonio, su cui pendeva un ordine di carcerazione presso l’I.P.M. (Istituto Penale per i Minorenni) N. Fornelli di Bari. M. M. le sue iniziali, che nei giorni scorsi era fuggito da una Casa famiglia in provincia di Lecce per scontare alcune condanne perpetrate nel comune montanaro e che questa mattina è stato riassicurato alla Giustizia Minorile.

C’è voluta una vera e propria task force per catturarlo, messa in atto dai Carabinieri. Nei particolari hanno agito i militari della Compagnia di Manfredonia ma di stanza a Monte Sant’Angelo, gestiti e coordinati dal Maresciallo Magg. Michelangelo Dargenio, Comandante della Stazione Carabinieri di Monte Sant'Angelo.

Diramata la notizia della fuga del minorenne, immediatamente i Carabinieri suddetti si sono messi alla caccia del ragazzino, sapendo che avrebbe potuto far ritorno nel suo paese natale. E così è stato. Dopo alcune azioni mirate di polizia, con appiattamenti (ovvero nascondendosi) e appostamenti, i Carabinieri del Comandante Dargenio hanno rintracciato M.M. a Vieste, bloccandolo.

Per la cronaca il minorenne, come anticipato, era stato affidato a una Casa Famiglia perché gravato da precedenti di polizia svolti anche in alcuni comuni garganici. Difatti era stato condannato per rapina ai danni di persone anziane, per furti svolti prevalentemente nelle sale da giochi di slot machine, per furti ai distributori automatici per vivande, uno fra tutti quello a danno dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, per scippo a una persona anziana perpetrato a Manfredonia. 

 
 
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