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Ecobonus, Sismabonus e “Piano casa” non alterino gli edifici storici

Palazzo Mincuzzi Bari (foto web) ndr.

di Redazione

BARI, 07 APR. (Com. St.) - Il documento è un elaborato dal collegio dei docenti del Dottorato di Ricerca in 'Patrimoni archeologici storici architettonici paesaggistici mediterranei' di Uniba, Poliba e CNR, coordinato dal prof. Giuliano Volpe, sottoscritto anche da altri autorevoli specialisti nel campo del restauro architettonico e del patrimonio culturale. Nel docuento si manifesta la preoccupazione che provvedimenti utili come Ecobonus e Sismabonus possano, se non precisamente regolamentati, provocare lo snaturamento di molti edifici storici, in particolare quelli non vincolati, che rappresentano la peculiarità dei centri storici, dei borghi, delle campagne italiane.
 
«Il confronto culturale multidisciplinare promosso dal Dottorato di Ricerca “Patrimoni archeologici, storici architettonici e paesaggistici mediterranei: sistemi integrati di conoscenza, progettazione, tutela e valorizzazione” ha fatto emergere un tema che i sottoscritti ritengono di assoluta urgenza e rilevanza ai fini della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio architettonico: i gravi rischi che possono derivare da alcune iniziative, molto propagandate, assunte per rilanciare il comparto dell’edilizia, come Ecobonus 110 & Sismabonus 110.
 
Si prefigura, infatti, una larga diffusione di interventi come, a titolo puramente esemplificativo: l’installazione di cappotti termici, la sostituzione di infissi antichi, l’impiego indiscriminato di nuovi materiali o di tecniche non coerenti per il consolidamento strutturale. La preoccupazione è che tali interventi finiscano per non raggiungere gli obiettivi dell’efficientamento energetico o del miglioramento sismico, che comunque andrebbero opportunamente coniugati alle esigenze di conservazione, rischiando invece di alterare irreversibilmente molti edifici storici.
 
Infatti, i tempi molto compressi per usufruire dei superbonus possono impedire le analisi indispensabili al progetto di un intervento ben ponderato su un edificio storico. Inoltre, la ristrettezza dei fondi disponibili e il diffuso ricorso al subappalto sono condizioni che difficilmente conducono a realizzare lavori a regola d’arte e con materiali di qualità. Infine, la spinta propagandistica a fruire degli incentivi rende concreto il rischio che siano effettuati interventi superflui semplicemente perché non necessari.
 
La preoccupazione è grandemente maggiore per il patrimonio storico-architettonico minore, costituito da edifici con oltre 70 anni di vita ma non vincolati ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 42/2004), ossia non sottoposti alla tutela delle Soprintendenze, oppure soggetti a sola tutela paesaggistica. Si tratta, a ben guardare, di una parte significativa del patrimonio architettonico italiano, rilevante ai fini dell’identità culturale del Paese. Un patrimonio da salvaguardare e valorizzare, che rischia invece di subire in tempi brevi un’irreparabile menomazione per assenza di vigilanza e controllo.
 
Questo patrimonio è attualmente sottoposto a un ulteriore rischio: gli interventi di ampliamento o di demolizione e sostituzione con edifici nuovi, realizzati in virtù dell’applicazione indiscriminata di premi edificatori in attuazione o nel solco del c.d. “piano casa”. Questi, divenuti prassi diffusa ben oltre i caratteri di temporaneità iniziali, ormai in molte città stanno profondamente alterando o cancellando per sempre testimonianze della vita e storia urbana e architettonica di grande valore identitario, storico-culturale e ambientale.
 
Si auspica, pertanto, innanzitutto che le Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, oggi in grande affanno a causa della carenza di personale tecnico e della mole di richieste di pareri e di autorizzazioni, possano attuare tutti i necessari controlli per le autorizzazioni ed esercitare una scrupolosa vigilanza sulle opere riguardanti gli edifici vincolati.
 
Si auspica, inoltre, che per i beni architettonici non vincolati risalenti ad oltre 70 anni, di proprietà pubblica o privata, si introducano con la massima urgenza norme che istituiscano un adeguato sistema di tutela il quale, pur con l’elasticità richiesta dall’uso corrente di tali edifici, riesca a garantirne la salvaguardia e la valorizzazione, impedendo interventi indiscriminati di miglioramento sismico, di efficientamento energetico, di ristrutturazione, ampliamento, o addirittura di demolizione. A presidio di tale tutela, siano introdotte apposite commissioni con poteri di controllo, di vigilanza e di supporto agli organi preposti al rilascio dei titoli abilitativi, che coinvolgano funzionari della Soprintendenza competenti per territorio, tecnici degli enti locali ed esperti provenienti dal mondo dell’università e delle professioni.
 
Deve essere affermato chiaramente che, a prescindere dalla disponibilità di incentivazioni pubbliche, l’intervento sugli edifici storici deve basarsi sulla qualità del progetto, dei materiali impiegati, delle professionalità nel campo del restauro architettonico, del consolidamento strutturale, dell’energetica degli edifici, e delle maestranze messe in campo, nel pieno rispetto dei monumenti e della loro storia complessa.
 
Pur comprendendo le ragioni di iniziative tese a sostenere l’economia, oltre che a garantire una migliore sicurezza ed efficienza energetica, si sottolinea la necessità imprescindibile della tutela di un patrimonio storico e culturale che l’Italia non può sacrificare, snaturando o addirittura sfregiando i nostri centri storici e i nostri borghi antichi, la cui tutela e valorizzazione è essenziale per rilanciare l’economia del Paese in forme durevoli e sostenibili».
 
Per il collegio dei docenti:
Giuliano Volpe, metodologia della ricerca archeologica, Università di Bari, coordinatore del Dottorato
Aguinaldo Fraddosio, scienza delle costruzioni, Politecnico di Bari
Paul Arthur, archeologia cristiana e medievale, Università del Salento
Roberta Belli, archeologia classica, Politecnico di Bari
Marco Bettelli, archeologo, CNR-ISPC
Giuliano De Felice, archeologia cristiana e medievale, Università di Foggia
Giuseppina Gadaleta, archeologia classica, Università di Bari
Tommaso Ismaelli, archeologo, CNR-ISPC
Caterina Laganara, archeologia cristiana e medievale, Università di Bari
Danilo Leone, metodologia della ricerca archeologica, Università di Foggia
Caterina Mannino, archeologia classica, Università del Salento
Marco Mannino, composizione architettonica e urbana, Politecnico di Bari
Gianluca Mastrocinque, archeologia classica, Università di Bari
Mariavaleria Mininni, urbanistica, Università della Basilicata
Paola Moscati, archeologa, CNR-ISPC
Michele Montemurro, composizione architettonica e urbana, Politecnico di Bari
Giorgio Rocco, storia dell’architettura, Politecnico di Bari
Carmela Roscino, archeologia classica, Università di Bari
Giuseppe Scardozzi, archeologo, CNR-ISPC
Grazia Semeraro, archeologia classica, Università del Salento

Hanno sottoscritto finora l’appello (per comunicare l’adesione: dottorato.pasapmed@uniba.it ):
Maurizio Angelillo, scienza delle costruzioni, Università di Salerno
Angela Barbanente, urbanistica, Politecnico di Bari
Marisa Belisario, già dirigente del Servizio UNESCO MiBACT
Umberto Berardi, fisica tecnica ambientale, Ryerson University, Toronto, Canada
Caterina Bon Valsassina, storica dell’arte, già direttore generale MiBACT
Francesca Calace, urbanistica, Politecnico di Bari
Renato Capozzi, composizione architettonica e urbana, Università di Napoli Federico II
Giovanni Carbonara, restauro architettonico, Università Sapienza di Roma
Rossella de Cadilhac, restauro architettonico, Politecnico di Bari
Gian Paolo Consoli, storia dell’architettura, Politecnico di Bari
Antonello De Luca, tecnica delle costruzioni, Università di Napoli “Federico II”
Livio De Santoli, fisica tecnica ambientale, Università Sapienza di Roma
Carla Di Francesco, architetto, già segretario generale MiBACT
Daniela Esposito, restauro architettonico, Università Sapienza di Roma
Loredana Ficarelli, composizione architettonica e urbana, Politecnico di Bari
Luigi Franciosini, composizione architettonica e urbana, Università Roma Tre
Nicola Martinelli, urbanistica, Politecnico di Bari
Marco Milanese, archeologia cristiana e medievale, Università di Sassari
Gabriele Milani, scienza delle costruzioni, Politecnico di Milano
Carlo Moccia, composizione architettonica e urbana, Politecnico di Bari
Valeria Monno, tecnica e pianificazione urbanistica, Politecnico di Bari
Elisabetta Pallottino, restauro architettonico, Università Roma Tre
Mario Daniele Piccioni, scienza delle costruzioni, Politecnico di Bari
Antonia Pasqua Recchia, architetto, già segretario generale MiBACT
Luciano Rosati, scienza delle costruzioni, Università di Napoli “Federico II”
Claudio Varagnoli, restauro architettonico, Università di Chieti-Pescara


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