Birra Morena - Birra Winner

Ultim'Ora

Modugno (Ba). Giovane pusher arrestato per la seconda volta in meno di 20 giorni [CRONACA DEI CC. ALL'INTERNO]

Il materiale sequestrato.(foto cc.) ndr.

dì Redazione 

BARI, 29 GIU. (COMUNICATO STAMPA)- I militari della Compagnia Carabinieri di Modugno hanno nuovamente arrestato N.J., 20enne, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I fatti sono accaduti a Modugno, in una via non troppo distante dalla Caserma dei Carabinieri. Un equipaggio della Sezione Operativa, che percorreva una via del centro, ha sorpreso il 20enne, già noto alle forze dell’ordine, anche perché tratto in arresto un paio di settimane fa per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre parlava stando sul marciapiede, con un 22enne, anche lui con precedenti penali, che invece era seduto all’interno di una utilitaria. I due giovani, alla vista dei militari in borghese, si abbassavano, quasi a volersi nascondere. Questo movimento ha subito insospettito i Carabinieri che si sono fermati ed hanno proceduto al loro controllo. Apparentemente è sembrato tutto in regola, ma l’anomalo incontro e quel movimento fatto dai due ha lasciato intuire che avessero potuto disfarsi di qualcosa, gettandola sotto l’autovettura. È stato pertanto spostato il veicolo sul quale si trovava il 22enne, e proprio sotto lo stesso è stata rinvenuta una cipollina di cocaina del peso di 0,25 grammi. Ciò è bastato per mettere in guardia i Carabinieri che hanno immediatamente effettuato una perquisizione domiciliare a casa di entrambi, visti i loro precedenti e proprio per il fatto che erano in prossimità dell’abitazione di N.J. Il sospetto dei militari ha trovato conferma nel fatto che proprio nell’abitazione di N.J., all’interno di un cassetto della scrivania della sua camera da letto, è stato rinvenuto un involucro contenente ben 51 cipolline in cellophane, sigillate, contenenti sostanza stupefacente del tipo cocaina, per fattura identiche a quella trovata sotto l’autovettura. In totale sono stati sequestrati 17 grammi di cocaina suddivisi in 52 dosi, e la somma contante di 15 euro, ritenuta il provento della cessione della cipollina rinvenuta per terra poco prima, anche perché nulla invece è stato trovato in casa del 22enne, che evidentemente era andato nei pressi dell’abitazione di N.J. per acquistare la sostanza. Droga e soldi sono stati sequestrati, il ragazzo è finito in manette e sottoposto agli arresti domiciliari, ove resterà a disposizione della competente Autorità Giudiziaria. 

BARI. LAVORATORI SFRUTTATI PRESSO GLI AUTOLAVAGGI. UN ARRESTO E UNA DENUNCIA A PIEDE LIBERO DELLA TASK FORCE ANTICAPORALATO.   

Continua incessante il lavoro dei militari della task force anticaporalato, istituita dal Comando Provinciale di Bari composta da militari dei reparti dipendenti, personale del Gruppo di Trani e da quelli specializzati del Nucleo Ispettorato del Lavoro, dedicata al contrasto dei fenomeni dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro. I militari dell’Arma hanno proceduto all’arresto in flagranza del titolare di autolavaggio, mentre un secondo è stato deferito in s.l., per aver impiegato i propri dipendenti in condizioni di sfruttamento. Dopo la denuncia di due persone che impiegavano braccianti in nero per la raccolta di ciliegie gli uomini dell’Arma hanno deferito, per sfruttamento del lavoro, il gestore di un autolavaggio di Triggiano, 44enne, originario del Senegal, il quale, approfittando dello stato di bisogno, impiegava due connazionali per la pulizia delle autovetture, facendoli lavorare, da circa due anni, per 8 ore al giorno con paga oraria di 5 euro a fronte delle 8 previste dai contratti collettivi nazionali. Per celare lo sfruttamento, lo stesso aveva alterato il libro unico del lavoro, facendo risultare fittiziamente 50 ore mensili in luogo delle 160 effettivamente prestate. Al termine delle operazioni sono state elevate sanzioni amministrative e penali per oltre 100.000,00 euro Analoghi controlli sono stati svolti presso un autolavaggio di Torre a Mare dove il proprietario U.V., di anni 55, originario di Noicattaro, sfruttava 4 operai (nazionalità georgiana e nigeriana), assumendoli al nero con paga oraria di 3 euro, impiegandoli come lavavetri anche 10 ore al giorno, e facendoli alloggiare in un locale, ricavato proprio sull’autolavaggio, privo dei requisiti minimi di abitabilità. Anche in questo caso comminate pesanti sanzioni amministrative e penali pari ad euro 90.000. L’uomo al termine delle formalità, è stato dichiarato in arresto e sottoposto agli arresti domiciliari a disposizione dell’A.G. di Bari. 

ANDRIA: DEFINITIVA LA CONFISCA DEI BENI APPARTENUTI AL BOSS “SALOTTO”

È giunta all’epilogo oggi, con la notifica del Decreto Decisorio di Confisca definitivo emesso dall’Ufficio di Prevenzione del Tribunale di Trani ad opera dei Carabinieri della Compagnia di Andria, l’attività dei militari nei confronti del noto boss di Andria Riccardo Sgaramella detto “Salotto”. I beni definitivamente acquisiti, per un valore di circa 1.5 milioni di euro, riguardano l’agriturismo “Regina delle volpi” con annesso ippodromo ed una azienda agricola intestate fittiziamente al fratello Nicola per la produzione e commercializzazione di ortofrutta. I beni sequestrati sono risultati essere il frutto dell’attività di riciclaggio dello Sgaramella a seguito di indagini svolte dai Carabinieri che dimostrarono come l’uomo aveva reinvestito i proventi illeciti provenienti dalle attività legate al traffico di stupefacenti nell’acquisto di attività commerciali non direttamente riconducibili a lui ma bensì intestate ai suoi familiari. Gli accertamenti patrimoniali eseguiti dai Carabinieri di Andria, da cui è derivata l’odierna confisca definitiva, evidenziarono in particolare come l’uomo avesse nel tempo mantenuto un tenore di vita notevolmente superiore alle sue possibilità economiche ai limiti della sopravvivenza. Sono trascorsi 9 anni dal 2012 quando venne effettuato il primo sequestro a cui seguì la restituzione dei beni da parte della Corte di Appello di Bari. Nel 2017 i nuovi accertamenti consentirono di far emettere un nuovo provvedimento di sequestro da parte delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Trani, confermato in appello nell’ottobre del 2020 e divenuto definitivo lo scorso 3 marzo. Riccardo Sgaramella, attualmente sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, è ritenuto esponente di spicco del gruppo criminale mettente capo al defunto Agostino Pastore, ritenuto capo dell’omonimo clan ed assassinato nel settembre del 2000. Lo Sgaramella, inizialmente imputato, nell’indagine Caste del Monte, per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti, nonché componente della cosiddetta “squadra grossa”,  è stato condannato con sentenza del novembre del 2008 per il solo reato di traffico di sostanze stupefacenti ed assolto per il reato mafioso (condanna divenuta definitiva nel giugno del 2012). Inoltre lo stesso è stato condannato nell’ottobre 2019 alla pena di 10 anni per il reato di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.  



lagazzettameridonale.it © All Rights Reserved (Tutti i diritti di questo articolo sono Riservati)

Nessun commento