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Eventi. Giornata mondiale senz'auto. Respiriamo aria pulita

La locandina dell'evento. (foto com.) ndr.

di Rocco Adamuccio

BARI, 22 SETT. - Ogni anno, il 22 settembre ricorre la giornata mondiale senza auto, denominata il World Car Free Day. Dopo la crisi petrolifera del 1973, iniziarono a affiorare prime idee su come deprimere l'uso dell'auto e a promuovere usi più efficienti dei trasporti. Nell'ottobre 1994 vengono così organizzati i primi giorni senza auto e le città che hanno da subito aderito nella prima iniziativa della Giornata mondiale senza auto sono state Reykjavik in Islanda, La Rochelle in Francia, e Bath in Regno Unito. Il Regno Unito nel 1997 fu anche il primo paese a organizzare una giornata senza auto come campagna nazionale e nel 2000, la Commissione Europea sensibile all’ambiente istituì il Car Free Day come Iniziativa Europea, diventando nello stesso anno una giornata mondiale, in Europa le attività si estesero anche per un’intera settimana. Attualmente la giornata senza auto viene festeggiata in circa 1.500 città sparse in 40 paesi diversi, secondo modalità spesso diverse ma accomunate da un unico vero obiettivo: ridurre il numero di automobili nelle strade, e quindi traffico e l’inquinamento. Lo scopo della giornata è quello di incoraggiare tutti a lasciare a casa l’automobile, così da riscoprire il fascino delle proprie città, senza traffico, anche se in alcune città non aumentano gli spazi e le strutture adibite per il ciclista urbano. Di contro si hanno in alcune città soprattutto dove si hanno amministrazioni comunali con mentalità retrograde la considerazione che l’auto sia un mezzo indispensabile per arrivare fino vicino al negozio per fare acquisti, e invece l’aumento di spazi e le strutture adibite per il pedone o per il ciclista urbano farebbero crescere anche il numero dei cittadini che userebbero le gambe e la bicicletta per muoversi ogni giorno, quest’ultimi denominati gli "urban bikers" che stanno diventando una bella realtà in espansione. Da dati degli esercenti c’è un buon andamento di mercato, difatti negli ultimi anni, gli italiani hanno acquistato più bici che auto riscoprendo la bicicletta in città, dando una frenata al caro benzina, rispettando l'ambiente, facendo attività fisica ogni giorno, recuperando rapporto con gli spazi e il tempo e tornando ad avere il vento sulla fronte e nei capelli. Nel corso degli anni i cittadini italiani si sono anche attrezzati a proprie spese per il monitoraggio dei livelli di inquinamento di PM10 e, sulle proprie abitazioni hanno installato centraline, imparando anche a leggere e interpretare i dati e contestando ai propri amministratori comunali il superamento dei limiti che vede come allarme in primis la salute pubblica e poi quello economico, perché per il superamento continuativo dei limiti di PM10 negli anni che vanno dal 2008 al 2017 agli italiani comporterà il pagamento (l’Italia è già stata condannata il 10 novembre scorso) di una multa miliardaria per inadempienza alla Commissione Europea, stimata da 1.5 a 2.3 miliardi di euro. Quindi citando le parole (1885) di Sir Arthur Conan Doyle (papà di Sherlock Holmes) scrivendo un articolo per Scientific American scrisse “Quando il morale è basso, quando il giorno sembra buio, quando il lavoro diventa monotono, quando ti sembra che non ci sia più speranza, monta sulla bicicletta e pedala senza pensare a nient’altro che alla strada che percorri” PEDALIAMO.



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