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Locorotondo (Ba). Denunciato dalla Gdf disoccupato percettore del reddito di cittadinanza che svolgeva abusivamente l'attività di autoriparatore [CRONACA DELLA GDF ALL'INTERNO]

Disoccupato denunciato dalla Gdf a Locorotondo. (Foto Gdf) ndr.

di Redazione

BARI, 2 NOV. (COMUNICATO STAMPA) - I Finanzieri della Compagnia di Monopoli hanno individuato, nell’agro del Comune di Locorotondo (BA), un’attività di autoriparazione sconosciuta al Fisco e priva delle necessarie autorizzazioni. Dagli accertamenti è emerso che il titolare si dichiarava disoccupato e percepiva il Reddito di Cittadinanza. Il soggetto gestiva l’autofficina abusivamente, in assenza di partita IVA, iscrizione al Registro delle imprese e istituzione dei registri di carico e scarico dei rifiuti non pericolosi.  Inoltre, dall’esame della documentazione, è emerso che il titolare non aveva mai conseguito la specifica abilitazione (rilasciata a seguito della frequenza di specifico corso regionale), in violazione della disciplina che regola il settore dell’autoriparazione.  Nei confronti dell’autoriparatore abusivo è stato eseguito il sequestro delle attrezzature rinvenute ed è stata effettuata una segnalazione alla Camera di Commercio di Bari per la cessazione dell’attività. L’approfondimento della posizione economico-reddituale del soggetto ha permesso di scoprire che lo stesso aveva falsamente certificato, nella dichiarazione sostitutiva redatta ai fini ISEE, di essere disoccupato. Si tratta, peraltro, della stessa documentazione che la coniuge dell’uomo aveva utilizzato per richiedere ed ottenere il Reddito di Cittadinanza, fin dal mese di marzo 2019, per un ammontare di circa 25 mila euro.  I due coniugi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bari per falsità ideologica e per aver presentato falsa documentazione allo scopo di beneficiare indebitamente del RdC. L’attività di servizio testimonia il costante impegno delle Fiamme Gialle baresi a tutela dell’economia del Paese, degli operatori economici onesti e delle risorse pubbliche finalizzate al sostegno di soggetti che versano in reali condizioni di difficoltà. 

ILLECITI CONTRO IL REDDITO DI CITTADINANZA: LA GUARDIA DI FINANZA DI BARLETTA HA SEGNALATO CIRCA 290 INDEBITI PERCETTORI PER UN AMMONTARE DI QUASI 1.900.000,00 EURO  

Finanzieri dei Reparti del Comando Provinciale di Barletta, nell’ambito delle specifiche competenze del Corpo a tutela della spesa pubblica nazionale, ha svolto una serie di attività all’esito delle quali sono stati individuati circa 290 soggetti che risultavano aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza.  L’attività operativa dei militari della sesta provincia pugliese, nel solco della consueta e consolidata collaborazione con l’INPS, si è sviluppata avvalendosi di apposite analisi di rischio svolte attraverso autonoma attività info investigativa nonché di quelle elaborate a livello centrale dai Reparti Speciali della Guardia di Finanza, che hanno consentito di verificare i requisiti per la legittima percezione del beneficio di una vasta platea di percettori in tutta la Provincia. I controlli esperiti hanno permesso di rilevare che l’importo dei contributi indebitamente percepiti ammonta a circa € 1.900.000,00. Le erogazioni pubbliche ritenute indebitamente percepite, sono state segnalate per le competenti valutazioni alla Procura della Repubblica di Trani e di Foggia, qualora la percezione poteva configurare ipotesi di reato, ed all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale il quale, all’esito delle segnalazioni pervenute, e previa istruttoria dei casi segnalati, procede a revocare l’erogazione del contributo agli indebiti beneficiari. Come noto, il reddito di cittadinanza è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso, all’atto della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di particolari requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali, nonché di ulteriori presupposti di compatibilità (tra i quali la mancanza di condanna definitiva, intervenuta nei 10 anni precedenti la richiesta, e di interdizione dai pubblici uffici), ovvero l’omessa comunicazione di variazioni che inibivano la continuazione della percezione della misura di sostegno rispetto alle condizioni possedute all’atto della domanda.  Le ipotesi riscontate ed al vaglio degli Organi competenti sono variegate: tra queste annoveriamo soggetti che non hanno il requisito della residenza, altri soggetti che non hanno comunicato di avere un componente del nucleo familiare sottoposto a misura cautelare; alcuni non hanno indicato tutti i redditi percepiti o vincite a giochi online o il possesso di immobili, mentre altri – addirittura – sono stati sorpresi in attività lavorativa “in nero” nonostante ciò fosse vietato e, per tale ipotesi, si è proceduto a segnalare la condotta anche a carico dei datori di lavoro.  L’indebito accesso a prestazioni assistenziali e a misure di sostegno al reddito genera iniquità e mina la coesione sociale, soprattutto in questo difficile periodo di crisi economica e sanitaria.  L’attività della Guardia di Finanza, finalizzata a reprimere le condotte illecite sull’impiego delle risorse finanziarie del bilancio pubblico, mira a garantire l’effettivo sostegno alle fasce meno abbienti della popolazione evitando il dispendio di risorse a beneficio di soggetti non aventi diritto.



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