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Altamura (Ba). Criminalità organizzata. Arrestato dai carabinieri per duplice tentato omicidio [CRONACA DEI CC. ALL'INTERNO.]


di Redazione

BARI, 2 DIC. (COMUNICATO STAMPA) - I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, nei confronti di De Girolamo Fabio, 33enne di Cassano delle Murge, accusato di essere l’autore di un duplice tentato omicidio, con l’aggravante del metodo mafioso, avvenuto ad Altamura nel 2015. L’attività investigativa, condotta dai militari del Nucleo Investigativo e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, sviluppata mediante attività tecniche e supportata da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha consentito di ricostruire le modalità esecutive di un grave fatto criminoso consumato nella notte tra il 19 e il 20 settembre 2015, nel piazzale antistante a una villa nella quale era in corso una festa da ballo privata. Quella notte, il 33enne, pregiudicato e ritenuto contiguo alla criminalità organizzata operante su Cassano delle Murge, nonostante nella villa fossero presenti diversi ragazzi, anche minorenni, in maniera plateale, con lo scopo di affermare la forza del clan di appartenenza, non esitò a sparare diversi colpi d’arma da fuoco nei confronti di due persone ritenute appartenere a un clan rivale operante su Altamura. Nella circostanza, S.L., 34enne, e A.M., 41enne, quest’ultimo tra l’altro recentemente arrestato dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione Logos per associazione di tipo mafioso, riportarono ferite da arma da fuoco in varie parti del corpo, con una prognosi iniziale, rispettivamente, di 30 e 20 giorni. Sul posto i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Bari repertarono tre bossoli di pistola cal. 7.65. All’epoca, tra l’altro, i due, che si recarono autonomamente al pronto soccorso dell’Ospedale della Murgia di Altamura, fornirono una versione dei fatti che, a seguito delle investigazioni, è risultata “reticente e discordante dalla realtà, con la sola finalità”, così come si legge nel provvedimento del giudice, “di risolvere la questione in un secondo momento mediante un’azione vendicatoria, seguendo il consolidato modus operandi proprio degli ambienti criminali”. L’uomo, rintracciato dai Carabinieri nell’area di provenienza, è stato sottoposto a perquisizione domiciliare e condotto in caserma a Bari. Al termine delle operazioni, è stato tradotto presso la locale casa circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e ora dovrà rispondere di lesioni personali aggravate e di porto e detenzione di arma da fuoco, il tutto con l’aggravante del metodo mafioso. 

Conversano (BA). Un’altra ordinanza di custodia agli arresti domiciliari notifica dai Carabinieri al Presidente dell’UNAC, Antonio Savino

I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un’altra ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale del capoluogo pugliese, su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, nei confronti di Antonio Savino, Presidente dell’UNAC (Unione Nazionale Arma Carabinieri, associazione autodefinitasi sindacato, ma non riconosciuta come tale dal Ministero della Difesa e non riconducibile, in alcun modo, all’Arma dei Carabinieri), indagato per “violenza o minaccia a un pubblico ufficiale” e “calunnia”. Savino era stato già arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari il 6 novembre per il reato di calunnia, in relazione alle condotte da lui poste in essere nel corso di una manifestazione dell’UNAC tenutasi, il 31 maggio scorso, sotto la sede del Palazzo di Giustizia e del Comando Legione Carabinieri, e pubblicata anche sul web. Con la nuova misura del GIP, che accoglie la richiesta del Pubblico Ministero, all’esito degli approfondimenti investigativi condotti dal Nucleo Investigativo e dalla Sezione di P.G. - Aliquota Carabinieri di Bari, vengono contestate al Savino nuove responsabilità penali a seguito di un’altra iniziativa da lui intrapresa il 20 settembre scorso, dinanzi alla sede del Tribunale di Bari, in via Dioguardi. In quella circostanza, infatti, spalleggiato da un’altra persona che teneva una telecamera, Savino, munito di microfono, aveva avvicinato personale appartenente dell’Associazione Nazionale Carabinieri che, con l’uniforme sociale, si accingeva a entrare nel Palazzo di Giustizia per svolgere attività di volontariato. Con atteggiamento ritenuto dal giudice intimidatorio, aveva invitato quindi i soggetti da lui avvicinati a non entrare, usando comportamenti decisi ed inequivocabili nei confronti di un appartenente alla Polizia di Stato, richiamato dal suo comportamento, sostenendo che doveva arrestarli seduta stante. Dall’analisi del video da lui stesso postato sui social network, si colgono chiaramente le parole pronunciate ad alta voce da Savino, con le quali intima alla Polizia di arrestare un appartenente dall’Associazione Nazionale Carabinieri, accusandolo falsamente di fare uso di segni distintivi contraffatti, reato, tra l’altro, per il quale Savino risulta imputato in un altro procedimento penale. Al fine quindi di influenzare l’operato del personale della Polizia di Stato, lo aveva incalzato con veemenza minacciandolo che qualora non avesse proceduto all’arresto in flagranza delle persone da lui indicate, vi sarebbero state conseguenze sul piano penale, poiché si sarebbe recato in Questura per denunciarlo per omissione.



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