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Bari. Servizi dei Carabinieri anti droga e contro i furti nelle piazze e in spiaggia [CRONACA DEI CC. ALL'INTERNO]

Servizi di controllo dei CC. a Bari. (foto cc.) ndr.

di Redazione

BARI, 15 LUG. (COMUNICATO STAMPA) - A seguito delle intese raggiunte in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e nell’ambito dei conseguenti servizi di controllo del territorio da parte di tutte le Forze di Polizia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno messo in campo un articolato dispositivo di prevenzione con decine di uomini e mezzi impegnati nell’arco delle 24 ore, nelle principali piazze del centro cittadino, nel quartiere murattiano e in prossimità delle spiagge cittadine. L’obiettivo è prevenire e reprimere lo spaccio di stupefacenti, specie tra le piazze Aldo Moro e Umberto I, i furti ai danni di esercizi commerciali del centro, in particolare quelli commessi con il metodo delle spaccate, e i furti ai danni di bagnanti sulle spiagge, in particolare quella di Pane e Pomodoro. 

Così, nell’ambito dell’attività di contrasto allo spaccio di droga nella città di Bari, intensificata negli ultimi giorni dai Carabinieri, un 25enne è stato arrestato, perché trovato in possesso di dosi di cocaina, di eroina e di hashish, nonché di denaro in contanti ritenuto provento dell’attività illecita. Un 36enne, disoccupato, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato perché, controllato in strada, alla vista dei militari, avrebbe cercato di disfarsi di un involucro contenente 93 grammi di hashish, mentre una 25enne, nel corso di una perquisizione domiciliare, sarebbe stata sorpresa mentre tentava di occultare in una fioriera un panetto da 100 grammi di hashish. Un altro 23enne, già agli arresti domiciliari, è stato trovato in possesso, tenuti in casa, di oltre 34 dosi di sostanza stupefacente di diverso tipo e di una pistola cal. 7,65 priva di matricola. Inoltre, occultati nei giardini di piazza Umberto I, sono stati rinvenuti e sequestrati a carico di ignoti, una tronchese, un i-phone di verosimile provenienza illecita e alcuni grammi di marijuana. 

Ancora, sono stati segnalati alla Prefettura 2 assuntori di sostanza stupefacenti, mentre durante i servizi dedicati alla circolazione stradale, sono stati controllate decine di persone, nonché elevate diverse contravvenzioni al Codice della Strada. Oltre alla costante attività di pattugliamento del centro di Bari, specie in orario notturno, sono costanti anche i servizi preventivi in prossimità delle spiagge, in particolare quella di Pane e Pomodoro, nell’ambito dei quali i Carabinieri hanno sventato, in due diverse occasioni, il furto di una borsa, asportata a un bagnante e il furto di un’autoradio da una macchina parcheggiata nello spiazzo antistante alla spiaggia. Inoltre, in piazza Umberto I, un altro soggetto è stato trovato in possesso di un telefono cellulare rubato poco prima sempre sulla spiaggia di “Pane e Pomodoro”. È importante evidenziare che i procedimenti che riguardano le persone arrestate e denunciate, le cui responsabilità dovranno essere accertate nel corso dei successivi giudizi in contraddittorio tra le parti, sono nella fase delle indagini preliminari. 

Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei CC. (foto cc.) ndr.

Bari: I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari presentano i risultati dell’attività operativa, relativa all’anno 2021
 

Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell'ambito delle numerosissime attività investigative avviate in Puglia, Basilicata e all’estero nell’anno 2021, ha restituito al patrimonio culturale nazionale, beni archeologici, antiquariali e di arte contemporanea che stavano per essere definitivamente dispersi. Il traffico illecito di beni culturali, pur risentendo ancora della crisi pandemica, non ha mai smesso di proliferare, soprattutto sui canali dell’ e-commerce. Nell’ambito repressivo, sono 139 persone le persone deferite all’Autorità giudiziaria per i reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, detenzione di materiale archeologico, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre violazioni previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio oltre che dal Codice Penale. 

47 sono state le perquisizioni domiciliari e locali eseguite a supporto delle attività investigative condotte che hanno consentito il sequestro di 2.009 beni culturali (erano 1.329 nel 2020), di cui 255 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 5 reperti paleontologici, 1.749 reperti archeologici e 107 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 14.929.361 per i beni autentici e di € 1.890.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come originali. Particolare impulso è stato dato alla tutela e alla salvaguardia delle aree archeologiche. Lo scavo clandestino, infatti, ancora oggi rappresenta una delle più grandi piaghe del patrimonio culturale ed alimenta un traffico di livello internazionale intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. E’ da queste due regioni, del resto, che gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) vengono illecitamente trasferiti e venduti all’estero. 

In tale quadro, nel 2021, sono state adottate misure tese all’identificazione oltre che dei responsabili degli scavi clandestini, anche dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio, che spesso e volentieri vengono esposti in bella mostra in lussuose abitazioni o ville. 6 persone sono state deferite per lo specifico reato di scavo clandestino, mentre un attento monitoraggio dell’ e-commerce, ha permesso il deferimento all’A.G. di 31 persone per impossessamento e detenzione illecita di beni culturali appartenenti allo Stato recupero, con il contestuale recupero di 967 reperti archeologici databili IV- II sec. a.C. e 76 monete di natura archeologica. In tale contesto investigativo, nel Giugno del 2021 il Nucleo TPC di Bari ha portato a termine il più grande recupero di archeologia mai fatto in Puglia e Basilicata ed uno dei più grandi al livello nazionale. 

Grazie ad un’attività investigativa durata più di due anni, supportata da EUROJUST e coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, venivano rimpatriati 782 reperti archeologici di origine pugliese, di straordinario valore storico/culturale, economicamente stimato dagli archeologi in non meno di 11 milioni di euro, rinvenuti nella disponibilità di un facoltoso collezionista belga. Le indagini, partite dallo studio di una stele daunia dalle peculiarità decorative tipiche dell’area archeologica di Salapia, agro del Comune di Cerignola (FG), esposta in alcune mostre nei musei nazionali di Ginevra e Parigi negli anni ’90, consentivano il rinvenimento di un vero e proprio tesoro archeologico costituito da un numero elevato di vasi apuli a figure rosse, anfore, ceramiche a vernice nera, ceramiche indigene e attiche, a decorazione dipinta geometrica e figurata, stele figurate in pietra calcarea dell’antica Daunia, oltre a numerosissime terrecotte figurate c.d. “tanagrine”, testine fittili, statuette alate, ecc. 

Si tratta di beni nazionali databili tra il VI e il III secolo a.C., tutelati ai sensi del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e depredati e smembrati dai contesti originari. ora rimpatriati.



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