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Libri. Amore da Matrioska: Simone de Vivo, 17 anni, barese, e' il nuovo ragazzo-prodigio della letteratura

La copertina del libro. (foto) ndr.

di Romolo Ricapito 

BARI, 11 MAG. -  E' appena uscito "Amore da Matrioska", primo romanzo del diciassettenne studente Simone De Vivo, pubblicato tramite l'associazione culturale Giovani Idee. De Vivo è una sorta di enfant prodige della scrittura essendo stato premiato nel 2013 presso il Salone Internazionale di Torino per il concorso RetroOnline, come riferito anche dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno . Il suo "Amore da Matrioska," che reca il sottotitolo "La Luna di Giorno", è inoltre ai primi posti su Facebook all'interno di un contest lanciato quest'anno dalla manifestazione il Libro Possibile . Amore da Matrioska è il diario di un malato, scritto sotto forma di brevi capitoli che costituiscono anche dei racconti. Il nome di chi soffre è Simone, eteronimo dell'autore, ma diverso da lui perché ha un'età superiore, 23 anni. Il giovane stabilisce una liaison più intellettuale che carnale (almeno all'inizio) con Luna. Trattasi di un amore infatti interiorizzato, mentre la cifra del testo è psicologica e introspettiva. Mentre Luna compare sempre nei pensieri e sullo sfondo della storia, c'è spazio abbondante per altri personaggi , soprattutto per quello di Davide, malato di leucemia. In alcune parti il romanzo potrebbe confondersi in qualche sua analogia col best seller Bianca come il latte, rossa come il sangue, ma la cosa è casuale, avendo nella realtà il "vero" Simone una persona cara affetta da leucemia, ma per fortuna in via di guarigione, grazie a un trapianto di midollo. Dunque certe assonanze sono casuali. Il sangue diventa quasi un'ossessione per Simone ("muri colmi di sangue, impronte rosse sulle parola, del mio di sangue"), anche perché, disgraziatamente, egli stesso sviluppa un'altra forma di malattia: trattasi di schizofrenia allo stato iniziale. Simone vorrebbe donare il suo midollo a Davide, ma deve combattere con il disordine degli oggetti che il suo male amplifica, associandosi al rifiuto del contatto umano, anche tramite il telefono cellulare. I suoi ricordi vengono come rinchiusi in "matrioske", ma così anche l'amore per Luna, che sembra per il momento congelato. L'uomo che balla il tip tap nei deliri del giovane protagonista ricorda certe immagini cinematografiche "malate" del regista David Lynch. Il testo include elementi di nozioni studiate a scuola di recente da De Vivo, come la poesia di Catullo "Odi et Amo". Una parte della storia si svolge in una stanza d'ospedale dove Simone trova ricovero, ma diremmo anche (e soprattutto) rifugio psicologico : la sua malattia accompagnandosi dunque a quella di Davide, suscita empatia e identificazione. Il giovane scrittore ha elaborato la descrizione della schizofrenia documentandosi su vari testi di medicina: "ho studiato ogni possibile ramificazione della malattia e ciò che provoca", ci ha detto. La scrittura diventa quindi terapia mentre il pensiero della giovane Luna, come le azioni della ragazza compiute anni prima, assurgono a conforto mentale per un'anima ferita e ancora acerba. E' proprio Luna a spiegare il contrasto Odio-Amore a pagina 33, mentre Simone è incerto sul suo futuro, vagheggiando ipotesi sul diventare scrittore, sportivo, politico, cantante. La drammaticità del testo si stempera in quelle che sono le immagini più belle del romanzo, ossia la descrizione del Natale, visto come oasi di serenità per tutte le persone. Perfetta è la sintesi di una famiglia incontrata per caso che acquista un albero di Natale, nonostante l'incertezza di arrivare alla fine del mese. Echi di attualità si insinuano nella narrazione, rivelatori di un'attenzione al mondo vero che finisce per imporsi nel racconto ; esso non è quindi solipsistico, ma esposto alle tante contaminazioni con l' epifania della realtà odierna. Il male vero di Simone è la schizofrenia e tale resta, anche se in fase di regressione man mano che si procede nel testo . Tale malattia è descritta, tra l'altro, con i numerosi svenimenti e le allucinazioni dallo stesso Simone. Importanti all'interno del romanzo sono le figure del fratello minore, Luca, nonché dell' amico Enrico. Le amicizie però possono essere controverse e gli amori perduti: Simone è già consapevole di questo, nonostante la giovane età . Ritornando al Natale ( visto come un episodio a sé stante, favolistico) l'autore scrive inoltre che durante durante questo periodo si attua l'impossibilità di stare male: uno sforzo principalmente dei personaggi di questo Amore da Matrioska. Il finale è roseo, così almeno parrebbe, nella concezione che La vie en Rose, come canta Edith Piaf. E finalmente De Vivo mette in scena Bari come luogo del racconto, citando il Teatro Margherita e il Lungomare. Ha fatto bene dunque a inserire il capoluogo alla fine della narrazione, non approfittando dell'attuale moda di molti altri "colleghi" che sfruttano l'ambientazione nella nostra città sull'onda del successo di Gianrico Carofiglio.





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