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Draghi. L’economia della zona euro “vedra’ una ripresa graduale”

di Redazione

ROMA - “Una soluzione efficace della crisi necessita di azioni audaci da parte delle banche centrali ma anche dei governi”, ha detto il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel corso di un’audizione alla commissione Affari economici del Parlamento europeo a Bruxelles. “Nel corso della crisi, alcuni Paesi hanno chiesto aiuto per accedere al mercato impegnandosi allo stesso tempo a una serie di riforme per migliorare tale accesso. È la qualità di queste azioni che in ultima analisi” fa la differenza, ha spiegato Draghi, “perché il sostegno finanziario può essere solo temporaneo”. Bisogna dunque riconsiderare il passato “in luce critica” per mettere a segno le correzioni agli squilibri che si sono accumulati. “La perseveranza nelle riforme è, in ultima analisi, cruciale”. "La spending review dell'Italia aiuterà il paese a centrare gli obiettivi di bilancio", ed inoltre, "le riforme per aumentare la competitività, ridurre il peso dell'amministrazione e aumentare la flessibilità del mercato del lavoro sono stati passi importanti". Per Draghi “l messaggio centrale del recente summit europeo è che l'euro resterà e la zona euro compierà i passi necessari per garantirlo”. "Non ci sono scorciatoie per creare una Unione monetaria solida e stabile", senza "muovere in avanti verso una condivisione di sovranità in materia di bilancio, finanziaria ed economica". Draghi chiede meno tasse e più tagli alle spese. “I paesi europei che hanno avviato azioni di risanamento dei bilanci, "passata l'urgenza" che ha imposto un aumento delle tasse, "la via più facile" per risanare gli squilibri, devono "riorientare il consolidamento verso un aumento dei tagli della spesa e la riduzione della pressione fiscale". "Il fondo salvataggio" europeo é fondamentale per "salvaguardare la stabilità" delle grandi banche "senza usare il denaro dei contribuenti", ha aggiunto il presidente della Bce. La situazione economica costringe la Bce a esortare i governi a "mettere i conti in ordine" e a "realizzare riforme strutturali". Lo afferma il presidente Bce Mario Draghi al parlamento europeo rispondendo alle critiche di un deputato secondo cui "non ci piace ma dobbiamo farlo" ed è per questo che la "voce della Bce è sempre più ascoltata in ambiti in cui non sembrerebbe esserci un nesso con il mandato della stabilità dei prezzi" e in subordine "la stabilità finanziaria". "La Bce non ha mai chiesto più poteri" come la sorveglianza sulle banche, proposta dal Consiglio Ue. "O ci saranno delle precise condizioni"che permettano "di non intaccare la reputazione della banca centrale" o "scordatevi nuovi poteri. E' peggio fare qualcosa male che non fare nulla". La Bce non può "e non auspica" di obbligare le banche a usare i fondi presi dalla banca centrale per un settore specifico dell'economia”, ha riferito, citando l'esempio dell'Italia degli anni '70, ''vissuto sulla mia pelle" che ha portato a un "credito politicizzato e un 20% di inflazione". "Se si fa un paragone fra ora e novembre quando eravamo veramente vicini a un grosso problema del credito ora il mondo è completamente diverso, sono statu fatti molti, progressi sia su consolidamenrto fiscale che riforme strutturali", ha proseguito Draghi, secondo cui "i benefici ancora alcuni paesi non li vedono perché le riforme sono state solo avviate" dopo "che per molti anni sono state fatte politiche sbagliate", ora queste riforme "vanno attuate".





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