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Piazza Affari ha chiuso a +0,96% nonostante mazzata di Moody’s

Lo spread a 480. Il downgrade riporta tensioni sui Btp, ma l'asta registra domanda solida 

di Redazione

ROMA - Borse Europee in risalita, con Milano che alla fine è riuscita ad agganciare il traino generale chiudendo al più 0,96 per cento, nonostante il colpo ricevuto dall'Italia da Moody's: l'agenzia ha abbassato di ben due gradini il rating del paese, che a quota 'Baa2' è uscito dalla categoria 'A' e si trova ora a soli due gradini di distanza dai "titoli spazzatura" (junk bonds). Decisione che ha subito riportato pressioni sui bond italiani, solo in parte arginate dagli esiti incoraggianti di un'asta di Buoni del Tesoro poliennali dove la domanda si è mostrata solida. La tensione si evidenzia con rialzi dei rendimenti, che sui Btp decennali già in circolazione sono risaliti al di sopra della sogli allarmistica del 6 per cento. In serata i tassi retributivi dei Btp decennali si attestano al 6,06 per cento mentre il differenziale dei tassi tra Btp e Bund, il famigerato spread si è riallargato a 4,80 punti percentuali, o 480 punti base. Astenendosi dal commentare nel merito la decisione di Moody's, la commissione europea, tramite il portavoce del vicepresidente Olli Rehn, simon O'Connor, ha sollevato "legittimi" dubbi "sull'appropriatezza della tempistica" della mossa di Moody's. Annunciata di notte alla vigilia di un'asta di Btp. Una brutta sorpresa che ha pesato su euro e listini posto che sulle maggiori Borse europee la giornata è sempre stata di miglioramento, fino a scattare in un piccolo rally nel pomeriggio dove ha spiccato il più 2,15 per cento di Francoforte. Prima a spingere sono stati i dati macroeconomici dalla Cina che non hanno riservato brutte sorprese. La crescita economica del secondo trimestre è sì rallentata ai minimi da tre anni, con un più 7,6 per cento su base annua, ma nelle ultime settimane erano circolate ipotesi anche peggiori. Poi dagli Usa il gigante bancario JP Morgan ha sfornato dati di bilancio migliori del previsto. Mentre l'indebolimento del clima di fiducia tra i consumatori ha tenuto vive le ipotesi di manovre espansive da parte della federal Reserve, nonostante il ricrearsi di pressioni inflazionistiche nei prezzi alla produzione. Parigi ha chiuso al più 1,46 per cento, Londra al più 1,03 per cento. Madrid ha chiuso al più 0,52 per cento mentre la Spagna subiva a sua volta un lieve aumento dello spread sui Bund a 540 punti base. L'euro ha segnato una altalena prima cadendo sotto 1,22 dollari, sui nuovi minimi da oltre due anni, poi recuperando a 1,2242 dollari. Sgradito corollario di questi recuperi è il riaffacciarsi del caro petrolio: a Londra il barile di Brent è aumentato di 1,19 dollari a 102,26 dollari, mentre a New York il barile di Wti aumenta a metà seduta di 65 cents a quota 86,73 dollari. Dopo seis edute consecutive in calo anche wall street ha imboccato rialzi, che si sono rafforzati con il passare delle ore contribuendo a spingere gli indici europei. A metà seduta il Dow Jones guadagna l'1,45 per cento, il Nasdaq avanza dell'1,27 per cento.





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