Spending Review. Dal 2013 tagli beni e servizi ai ministeri per circa 2,1 mld
di Redazione
ROMA - E' quanto prevedono le tabelle allegate al decreto sulla spending review che fissano le riduzioni di spesa già identificate (121 mln nel 2012, 615 per il 2013 e gli anni seguenti) ma indicano anche altri interventi per oltre 1,5 miliardi ai fini del deficit da realizzare per ciascun anno dal 2013 in poi. Questi interventi dovranno essere definiti con la legge di Stabilita, la 'nuova' finanziaria che arriva a metà ottobre. Di fatto gli interventi previsti, che si aggiungono alle diverse misure mirate contenute nel decreto, utilizzano lo stesso strumento dei tagli lineari del passato, anche se articolati in modo diverso tra i diversi dicasteri. La definizione viene però rinviata alla Legge di Stabilita, che dovrà indicarli nell'apposita tabella relativa alle risorse delle strutture ministeriali, lascando a loro del decisioni sulle cose da tagliare. I tagli che dovranno essere definiti, in particolare, ammontano a 1.574 milioni nel 2013 - ai fini del deficit (ma 1.777 a fini del saldo netto da finanziarie) - per poi salire a 1.574,5 milioni nel 2014 e nel 2015. In totale si tratta di una stretta di circa 4,5 miliardi da realizzare. Già dal prossimo anno, per citare i capitoli maggiori, si va dai 615 milioni del ministero dell'Economia (che fa però da ministero di spesa anche per i dicasteri senza portafoglio e per le altre articolazioni dello Stato centrale) ai 203 milioni della Difesa, dai 178 milioni per la parte Infrastrutture del ministero dello Sviluppo Economico ai 157 di quello dell'Istruzione e a 128 di quello della Difesa. Più sottili i tagli agli altri ministeri che, del resto, hanno una minore quota di spesa pubblica. La riduzione è di 45,4 milioni per la parte "Industria" del ministero dello Sviluppo Economico, di 41,6 milioni per il ministero del Welfare, di 23 milioni per gli Affari Esteri, di 19,8 milioni per l'Ambiente, di 13,6 per le Politiche Agricole, di 47,8 per i Beni Culturali e di 55,3 mln per la Salute. Sfugge ai tagli il ministero dell'Interno per il quale non sono previste riduzioni di spesa lineari
ROMA - E' quanto prevedono le tabelle allegate al decreto sulla spending review che fissano le riduzioni di spesa già identificate (121 mln nel 2012, 615 per il 2013 e gli anni seguenti) ma indicano anche altri interventi per oltre 1,5 miliardi ai fini del deficit da realizzare per ciascun anno dal 2013 in poi. Questi interventi dovranno essere definiti con la legge di Stabilita, la 'nuova' finanziaria che arriva a metà ottobre. Di fatto gli interventi previsti, che si aggiungono alle diverse misure mirate contenute nel decreto, utilizzano lo stesso strumento dei tagli lineari del passato, anche se articolati in modo diverso tra i diversi dicasteri. La definizione viene però rinviata alla Legge di Stabilita, che dovrà indicarli nell'apposita tabella relativa alle risorse delle strutture ministeriali, lascando a loro del decisioni sulle cose da tagliare. I tagli che dovranno essere definiti, in particolare, ammontano a 1.574 milioni nel 2013 - ai fini del deficit (ma 1.777 a fini del saldo netto da finanziarie) - per poi salire a 1.574,5 milioni nel 2014 e nel 2015. In totale si tratta di una stretta di circa 4,5 miliardi da realizzare. Già dal prossimo anno, per citare i capitoli maggiori, si va dai 615 milioni del ministero dell'Economia (che fa però da ministero di spesa anche per i dicasteri senza portafoglio e per le altre articolazioni dello Stato centrale) ai 203 milioni della Difesa, dai 178 milioni per la parte Infrastrutture del ministero dello Sviluppo Economico ai 157 di quello dell'Istruzione e a 128 di quello della Difesa. Più sottili i tagli agli altri ministeri che, del resto, hanno una minore quota di spesa pubblica. La riduzione è di 45,4 milioni per la parte "Industria" del ministero dello Sviluppo Economico, di 41,6 milioni per il ministero del Welfare, di 23 milioni per gli Affari Esteri, di 19,8 milioni per l'Ambiente, di 13,6 per le Politiche Agricole, di 47,8 per i Beni Culturali e di 55,3 mln per la Salute. Sfugge ai tagli il ministero dell'Interno per il quale non sono previste riduzioni di spesa lineari
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