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Pd: Renzi "mi candido alla guida del paese"

di Redazione
VERONA (ITALPRESS) – “Annuncio da Verona la mia candidatura alla guida del paese per i prossimi 5 anni. Le parole con cui governeremo l’Italia sono: Futuro, Europa, Merito”. Con queste parole Matteo Renzi da Verona lancia la sua avventura verso le primarie per la leadership del centrosinistra. “Noi non veniamo dal nulla, non veniamo dal pianeta delle chiacchiere – afferma -: noi siamo sindaci, siamo amministratori. Chi viene dall’essere amministratore non e’ abituato al pensiero delle correnti del partito. Da questo punto di vista noi abbiamo la possibilita’ di rispondere per quello che siamo, per quello che abbiamo fatto”. Poi attacca Nichi Vendola, Antonio Di Pietro e gli altri leader della sinistra radicale che ieri hanno depositato i quesiti contro l’articolo 18: “Ieri ho visto la foto piu’ brutta della politica. La foto del palazzaccio in cui alcuni leader della sinistra radicale prospettano un modello culturale per cui la sinistra non governera’ mai. L’emblema di una sinistra che non vuole governare, si limita a partecipare. Noi abbiamo la possibilita’ di dimostrare che la rottamazione puo’ essere utile per mandarli via. C’e’ gia’ un’Italia che e’ nelle condizioni di poter credere nel domani, si tratta di aprirle la porta”. “Non ho paura di prendere i voti di chi ha votato centrodestra – spiega inoltre Renzi -, siamo qui per vincere le elezioni”. “Io dico grazie a Bersani per molte cose: chi parla male dei propri avversari sbaglia, chi ringrazia un suo amico sbaglia due volte. Ma le primarie – sottolinea il sindaco di Firenze – sono un elemento costitutivo del Pd e chi le negasse negherebbe il partito. Per questo non c’e’ il bisogno di ringraziarlo per le primarie”. Poi parla della polemica che si e’ scatenata sul logo “Adesso” scelto per la campagna, anche se usato da Dario Franceschini nel 2009. “Non ce lo ricordavamo neanche noi che era lo slogan di Franceschini. la cosa non depone a nostro favore. Ma ‘ora’ ‘adesso’ ha un significato preciso, mettersi in gioco”. Ed elenca quello che a suo parere vuol dire “Essere democratici”: “Significa mettersi in gioco – spiega Renzi – aprirsi e stimolare chi potrebbe fare di piu’ stando attenti al passo dell’ultimo. Significa essere patriottici non solo quando gioca l’Italia. Essere democratici significa anche sentire un’umiliazione quando il governo degli altri, e il tuo gruppo dirigente non riesce a presentare un’offerta politica valida e che il presidente della Repubblica e’ costretto a chiamare il supplente tecnico”.



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