Sallusti: vado in carcere, ora la politica interrompa la sceneggiata
di Redazione
ROMA 19 OTT. (ASCA) - Il direttore del quotidiano ''Il Giornale'', Alessandro Sallusti, ha ricevuto l'ordine di esecuzione della condanna a 14 mesi di reclusione per diffamazione aggravata. E, come confermato dal pm di Milano, tra 30 giorni scadra' la sospensione della pena detentiva. ''Ho ricevuto pochi minuti fa - annuncia Sallusti in un videomessaggio sul sito del quotidiano che dirige - l'ordine di esecuzione della carcerazione per la condanna a 14 mesi inflittami dalla Cassazione per un reato d'opinione, per altro neanche commesso da me. Credo che la procedura che mi potera' in carcere sia irreversibile. Non ho idea dei tempi, lunedi' mattina i miei avvocati depositeranno una dichiarazione in cui rinuncio a pene alternative, come l'affidamento ai servizi sociali, perche' non credo di aver bisogno di essere rieducato da una comunita' terapeutica. E quindi la strada del carcere e' inevitabile''. Faccio un ultimo appello alla politica di ''interrompere questa sceneggiata che ha messo in piedi con la scusa di cercare di salvarmi dal cacere perche' se avesse voluto fare questo, cosa per altro da me non richiesta, sarebbero bastati pochi minuti di Consiglio dei ministri con un decreto che avrebbe allineato l'Italia a tutti i paesi occidentali. Un decreto di poche parole: 'E' abolito il carcere per i reati d'opinione'. Non serviva altro''. Quello che succede in Parlamento, conclude Sallusti, '' e' un gran mercato, dove ognuno vende la sua merce e quello che mi da fastidio e' che questo avviene al riparo di un problema molto serio che e' la liberta' d'opinione e al riparo del mio nome e questo credo sia inaccettabile. Per cui, andiamo in carcere e ognuno si prenda le sue responsabilita'''. Il 26 settembre, infatti, la Cassazione aveva confermato la condanna di Sallusti a 14 mesi di reclusione per diffamazione aggravata rigettando il ricorso del giornalista. La Procura di Milano aveva sospeso l'esecuzione della pena di 30 giorni perche' Sallusti non risultava avere cumuli di pena ne' recidive. Nonostante le dure prese di posizione di Ordine dei giornalisti e Fnsi, che aveva chiesto ai direttori dei giornali di pubblicare spazi bianchi sulle prime pagine, la politica non e' riuscita in breve tempo a colmare il vuoto legislativo che avrebbe evitato il carcere a Sallusti. La commissione Giustizia del Senato, chiamata ad esaminare in sede deliberante il ddl sulla diffamazione presentato sull'onda del caso Sallusti, aveva iniziato i suoi lavori, poi martedi' l'annuncio della revoca della sede deliberante in commissione e lo slittamento dei tempi per l'approvazione del ddl oltre il 26 ottobre, giorno in cui sarebbe terminata la sospensione della pena detentiva. E' infatti rinviato a martedi' prossimo (23 ottobre) il voto in Commissione sul ddl che dovra' poi passare dall'Aula e poi al secondo ramo del Parlamento. Ma e' di qualche minuto fa il chiarimento del pm di Milano: la sospensione infatti terminera' fra 30 giorni, dopo l'arrivo dell'ordine di esecuzione della condanna che il direttore ha ricevuto solo oggi.
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