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La mamma dei deficienti è sempre incinta? Anche quella di chi inganna se stesso...

il pub "Drunken Ship"
di Giovanni Sgobba
ROMA- E' tutto profondamente sbagliato. Non rimane niente di tollerabile e comprensibile. L'ennesimo episodio vigliacco, trasversalmente legato al calcio, spazza via quelle residue briciole ormai in decomposizione di credibilità che ci era rimasta, e provoca profondo disgusto non solo per l'aggressione ad alcuni tifosi del Tottenham ed il successivo coro antisemita allo stadio Olimpico, ma anche per la superficialità disarmante con la quale si fanno certe affermazioni. Due facce di una stessa medaglia (per quanto si vogliano scindere gli episodi) che nonostante sia corrosa non fa nulla per ritornare a luccicare.

"Un gruppo di sedicenti tifosi, in realtà teppisti", afferma prontamente il sindaco Alemanno; "si trattano di fatti che nulla possano avere a che fare con lo sport", sottolinea l'Osservatorio del Viminale e Lotito, presidente della Lazio precisa:"Non risulta con certezza che l’aggressione sia stata opera di tifosi della Lazio".

Ci mancavano solo le affermazioni "linea dura" e "bisogna usare le maniere forti" per completare il vademecum delle citazioni ovvie da usare in caso di emergenza. 

Dovrebbero rincuorare suddette affermazioni?!A me provocano profondo disgusto perché ancora una volta mi sento preso in giro: è come un detersivo scadente che invece di rimuovere una macchia ne allarga ancora di più l'alone. Un alone che annerisce tutto il calcio, tutto il movimento che non si limita alle aree adiacenti allo stadio, e questo i massimi organi lo sanno bene. Che sia un tentativo di lavarsi le coscienze e levarsi di torno grattacapi o semplicemente noncuranza e mancanza comprensione di questi fatti, non c'è dato saperlo, ma rimane la prontezza nel non voler vincolarsi a certi misfatti.

Interno del pub
Si sta facendo luce sulla situazione, è presto per parlare con sicurezza e sarebbe sbagliato scartare qualsiasi ipotesi a priori, possiamo provare a girare il capo e guardare altrove laddove l'aria è più sana, ma il fetore di quello che è successo ristagna e i dati raccolti hanno un unico comune denominatore: il calcio. 
L’agguato al "Drunken Ship", pub situato al Campo de’ Fiori, pieno centro di Roma, nella notte tra mercoledì e giovedì aveva delle mire ben precise: i circa 20 tifosi del Tottenham (club del ghetto ebraico di Londra) che civilmente e pacificamente (visto che siamo soliti accusare sempre gli altri) stavano passando una tranquilla serata sono stati brutalmente aggrediti da una quarantina di uomini col volto coperto, armati di spranghe, mazze da baseball e chiavi inglesi in preda ad un raptus di follia razziale ed antisemita. Quindici di loro sono stati identificati, sei sono in stato di fermo e due sono stati arrestati svelando il segreto di Pulcinella: si trattano di due ultrà romanisti, Francesco Ianari di 26 anni, già colpito da Daspo nel 2007 e Mauro Pinnelli di 25 ,ora accusati di rissa, lesioni pluriaggravate e tentato omicidio. In mezzo un casco ritrovato con la scritta "Gabriele Sandri" e alcune sciarpe laziali. 

Giocatori del Genoa consegnano le maglie
Eppure si continua a sostenere che siano teppisti che non hanno nulla a che fare con il calcio, anzi che si insidiano nelle viscere dello sport più seguito in Italia e lo sconquassano dall'interno, come quei teppisti che l'anno passato a Genova hanno messo sotto ostaggio calcio e giocatori obbligandoli a levare la maglia, come i delinquenti del Napoli che hanno assalito i supporter dell' AIK di Stoccolma qualche settimana fa (e ci sentiamo profondamente schifati se loro fanno un murale offensivo, che colpo al nostro onore!), come quei antisportivi del Verona che hanno offeso la memoria del defunto Morosini. 
Ma nelle curve quanti "pochi" cretini e delinquenti si spacciano per tifosi?!

striscione esposto nella curva della Lazio
Dai su non è un vituperio ammetterlo: c'è un evidente intreccio tra tifo organizzato ed elementi negativi che di una curva ne prendono il controllo e la pilotano a proprio piacimento e non riusciamo a liberarci. La riprova è arrivata ieri sera nella partita tra Lazio e Tottenham. Dopo la nottata da incubo, di tutto c’era bisogno all'Olimpico tranne che di cori antisemiti, ma si è persa un'altra (l'ennesima) occasione per dimostrare di essere realmente "guariti": la Curva Nord laziale ha intonato attorno al decimo minuto del primo tempo un coro ben scandito e udito chiaramente da tutti "Juden Tottenham" al quale, qualche minuto dopo, ha fatto seguito l’esposizione di uno striscione che inneggiava alla liberazione della Palestina. D'accordo non hanno contorni marcatamente antisemiti, ma certamente hanno destabilizzato ulteriormente un'atmosfera satura di tensione politica.

Claudio Lotito, attento oratore latinista si è smarrito nel gioco delle tre scimmie, sostenendo: "Certi atteggiamenti, peraltro io non li ho neanche sentiti, non possono essere etichettarli come appartenenti ad una certa tifoseria....la mamma dei deficienti è sempre incinta...Questi atteggiamenti non appartengono solo alla Lazio, ma anche ad altri club italiani. Sono comportamenti deprecabili che non appartengono né a Roma né alla Lazio"

E' che vorrei tanto dire che "la parola ferisce più della spada", ma non rispetterei Ashley Mills, 25enne tifoso degli Spurs, che è ora in ospedale in codice rosso con 20 punti in testa e sette all'inguine, dopo che una coltellata gli ha reciso un’arteria. Roma città eterna, gli rimarrà per sempre impressa nella mente, mentre Abete, parlando a nome del calcio italiano, chiede scusa alla federazione inglese. 
Augurandoci che non siano parole al vento, invito a chi punta il dito verso terzi di posizionare dinanzi uno specchio: forse ci si renderà conto che la responsabilità è di tutti.







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