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L.elettorale. Oggi in aula. Il Pdl non cede sul premietto

Il relatore Malan: Abbiamo i numeri per andare avanti da soli 

di Redazione

ROMA, 12 Nov. (TMNEWS) - Ripartirà oggi alle 14, dopo una settimana di pausa, l'esame della riforma elettorale in commissione Affari costituzionali del Senato: i sette giorni di stop dovevano servire a ricucire i rapporti tra Pdl e Pd, lacerati dall'approvazione, con i numeri della vecchia Casa delle Libertà, della soglia minima fissata al 42,5% da raggiungere per accedere al premio di maggioranza del 12,5%. La pausa, però, non sembra essere stata fruttuosa e oggi, se le votazioni sugli emendamenti dovessero riprendere, il rischio - per i democratici - è che il testo venga portato avanti dal centrodestra. Quella soglia minima che ha fatto saltare il già traballante tavolo sulla legge elettorale, in realtà, è ormai diventata un falso problema: il Pd la vorrebbe abbassata al 40% come proposto da Roberto D'Alimonte ma, posto che è convinzione comune ormai che nessuna coalizione raggiungerà percentuali con il 4 davanti, ciò che più interessa ai democratici del pacchetto proposto dal politologo dalle colonne del Sole 24 Ore è quel "premio di consolazione" al primo partito fissato al 10%. Pierluigi Bersani è andato ripetendolo per tutto il weekend alimentando anche una feroce polemica a distanza con Pier Ferdinando Casini. Tuttavia mentre il leader Udc ha aperto alla richiesta del Pd, il Pdl non ne vuole sapere: "Sono scettico su un premietto di consolazione al primo partito. Il 10 per cento è veramente una cosa sbagliata e sono contrarissimo, non ci dovrebbe essere proprio e se ci sarà certo non del 10 per cento", ha detto il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.



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