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Milan: decima volta di fila agli ottavi. Pato che autogol! Così ti sei giocato l'affetto degli ultimi sostenitori

l'esultanza di El Shaarawy con Costant e Nocerino
di Giovanni Sgobba
BRUXELLES - Il leit-motiv della stagione rossonera è e sarà la sofferenza, questo è certo. Passeggiate trionfanti non ce ne saranno, ma almeno per oggi, i risultati hanno premiato la tenacia ed i colpi dei singoli dei ragazzi di Allegri. Decimo pass per gli ottavi strappato negli ultimi dieci anni di partecipazione alla Champions League (eccezion fatta per l'anno 2008-2009 quando il Milan disputò l'Europa League): Ancelotti a partire dalla stagione 2002-2003 tracciò la strada che i rossoneri avevano smarrito, poi, prima Leonardo e dopo Allegri, hanno consolidato il percorso senza però raggiungere la meta luccicante. 
Statistiche a parte, il risultato di ieri non serve solo ad aggiornare classifiche ed almanacchi: nonostante il cammino disastrato, compromesso da continui sbalzi  atmosferici e da rarissime schiarite, il Milan procede a testa bassa e a passo lento e riesce a conquistare l'accesso alle fasi successive con un turno di anticipo.


El Shaarawy al suo secondo goal in Champions
Ancora una volta Stephan El Shaarawy rappresenta il faro che sta permettendo al Milan di attraversare dignitosamente il buio di questa stagione; è lui che prende di petto le sfide e le accetta senza la paura di rischiare e di sbagliare, è lui che dimostra di dare sempre l'esempio non solo segnando, ma anche fornendo assist anche quando attorno a lui c'è un deserto. Sembra già lontana la doppietta di sabato scorso contro il Napoli che gli è valsa la vacanza ai Caraibi offerta da Ambrosini. Sembra una divertente gag, ma in questa scommessa risiede l'inattesa crescita esponenziale del piccolo talentino: il capitano del Milan si immaginava dieci realizzazioni a fine campionato, siamo a fine novembre ed El Shaarawy (raggruppando i goal con le Nazionali) ha messo già a referto 16 reti in 20 presenze, per essere più chiari media di 4 goal in 5 match disputati.  
Napoli come Bruxelles un dejà vù: De Sciglio (buona prestazione offensiva, distratto in difesa negli ultimi minuti) crossa in mezzo e il Faraone la butta dentro. Lo schema dei ventenni che aveva infilato il Napoli ha aperto le marcature rossonere anche contro l’Anderlecht, di fatto, risvegliando un Diavolo intorpidito come tante volte lo si è visto nei primi 45 giri di lancetta. 

la prodezza di Mexes
E, come spesso capita, nel secondo tempo si è vista un’altra squadra, un’altra grinta, un’altra voglia. Istantanea di questo cambiamento è la rovesciata splendida di Mexes: follia dettata dall'istinto, muscoli meno contratti dal risultato sbloccato e mente sgombra per crederci. Così dovrebbero giocare sempre gli uomini di Allegri e non solo quando, a risultato compromesso, ci si fionda avanti al grido "o la va, o la spacca"



Tutti felici, dunque? Macché! Tanto per dar seguito ad una stagione così avara di sorrisi, anche quando dovrebbero tutti essere soddisfatti, arriva la voce fuori dal coro che questa volta però stona, e tanto. 
Pato, autore della rete della sicurezza dopo il 1-2 e i conseguente forcing dei padroni di casa, rovina clamorosamente l'atmosfera con parole che storpiano: "Io voglio giocare, ora viene qui il mio procuratore per valutare". 
Pato
Cosa c'è da valutare? Siamo certi che con suddetta affermazione anche i più romantici e incalliti tifosi, che a spada tratta hanno difeso il giocatore brasiliano, si siano sentiti delusi ed infastiditi. Davvero un giocatore quasi sempre rotto e che è nonostante tutto è stato tanto coccolato può richiedere simile pretesa? L'egoismo personale di chi si vuole tirare fuori da un problema collettivo, due reti in Champions e sbiadite prestazioni non possono essere un curriculum valido da presentare ad Allegri e così ad un mese dalla riapertura del calciomercato, il numero 9 si è voluto mettere in vendita. 
Tira aria di divorzio, ma Pato rischia di rimanere imprigionato a Milanello: si perché è impensabile che un giocatore fisicamente non integro e che alla spalle ha avuto 15 infortuni di media lunghezza, possa avere mercato. Aggiungeteci pure il dolore al muscolo della coscia sinistra (la stessa dell'ultimo infortunio) percepito a fine gara e capirete bene quanto è stata infelice la sparata del talento brasiliano. Beffardo se si ripensa a ciò che sarebbe potuto succedere un anno fa con il brasiliano al PSG e con Tevez in rossonero. "Sliding doors" di un percorso che oggi sembra una sconfitta amara per tutti, in primis per Pato. Riconoscenza...questa sconosciuta. 





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