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Svolta storica, Palestina nell'Onu Irritazione di Usa e Israele

di Redazione

ROMA, 29 Nov. (AGI) - Voto storico dell'Assemblea Generale dell'Onu che, con 138 voti a favore, 9 contro e 41 astensioni, ha approvato con una risoluzione l'ingresso della Palestina come stato 'osservatore'. Il voto e' stato preceduto da un lungo e applauditissimo discorso del presidente palestinese Abu Mazen che ha chiesto il "certificato di nascita" dello Stato palestinese. Il voto dell'Assemblea, ha detto Abu Mazen, e' una occasione "storica" per la comunita' internazionale, "l'ultima per poter salvare la soluzione a due Stati". "Vogliamo raggiungere la pace e portare nuova vita al negoziato" con Israele, ha spiegato il presidente, ammonendo che "e' arrivato il momento di dire basta all'occupazione e ai coloni". Durissimo all'Assemblea l'intervento di Israele. L'ambasciatore Ron Prosor ha definito la richiesta della Palestina "un passo indietro per la pace". "Con questa risoluzione - ha detto - l'Onu chiude gli occhi sugli accordi di pace e non conferira' alcuna dignita' di Stato". Poco dopo frasi 'tranchant' sono arrivate anche da premier Benjamin Netanyahu: "Il discorso di Abu Mazen - ha detto - e' stato "ostile e velenoso" e "pieno di falsa propaganda". Irritazione anche da parte degli Usa, tra i nove paesi che hanno votato contro insieme a Israele, la risoluzione, ha detto l'ambasciatore Susan Rice "e' sfortunata e controproducente" e non fa altro che costituire "un nuovo ostacolo sul cammino verso la pace". Parole ribadite anche dal segretario di Stato Hillary Clinton da Washington. "Abbiamo ben chiaro -ha detto la Clinton - che solo attraverso negoziati diretti tra le parti israeliani e palestinesi potranno arrivare alla pace". Intanto a Ramallah la gente e' uscita in piazza per festeggiare, sparando in aria e iniziando a ballare. I 'no' alla risoluzione erano comunque tutti previsti. Oltre Usa e Israele si sono detti contrari Panama, Palau, Canada, Isole Marshall, Narau, Repubblica ceca e Micronesia. L'Unione europea si era presentata al voto divisa. All'astensione di Germania, Gran Bretagna, Olanda, hanno fatto da contraltare il voto favorevole di 15 Paesi tra cui Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Spagna, Grecia e Irlanda a cui, ha sorpresa, si e' aggiunta oggi l'Italia. Tra le grandi potenze, luce verde per i palestinesi anche da Cina e Russia. Uno degli effetti piu' attesi della risoluzione e' che consentira' ai palestinesi di chiedere al Tribunale Penale Internazionale di indagare su eventuali crimini commessi dalla leadership israeliana durante il pluridecennale conflitto israelo-palestinese. VATICANO, LA PACE HA BISOGNO DI DECISIONI CORAGGIOSE "La pace ha bisogno di decisioni coraggiose" e "la votazione odierna manifesta il sentire della maggioranza della comunita' internazionale e riconosce una presenza piu' significativa ai Palestinesi in seno alle Nazioni Unite". Lo afferma una nota diffusa dal portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, a commento dell'ingresso dell'Autonomia Palestinese all'Onu come osservatore. "In pari tempo - afferma la nota - e' convinzione della Santa Sede che tale risultato non costituisca, di per se', una soluzione sufficiente ai problemi esistenti nella Regione: ad essi, infatti, si potra' rispondere adeguatamente solo impegnandosi effettivamente a costruire la pace e la stabilita' nella giustizia e nel rispetto delle legittime aspirazioni, tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi". "Percio' - ricorda la nota - la Santa Sede, a piu' riprese, ha invitato i responsabili dei due Popoli a riprendere i negoziati in buona fede e ad evitare di compiere azioni o di porre condizioni che contraddicano le dichiarazioni di buona volonta' e la sincera ricerca di soluzioni che divengano fondamenta sicure di una pace duratura". Inoltre, "la Santa Sede ha rivolto un pressante appello alla Comunita' internazionale ad accrescere il proprio impegno e ad incentivare la propria creativita', per adottare adeguate iniziative che aiutino a raggiungere una pace duratura, nel rispetto dei diritti degli Israeliani e dei Palestinesi".



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