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"L'eolico siciliano nelle mani di Messina Denaro", arrestato imprenditore

di Redazione

PALERMO, 7 Dic. (AGI) - E' finito in manette il re dell'eolico siciliano, accusato di essere la longa manus di Cosa Nostra nel business delle energie rinnovabili. I pm della Procura distrettuale antimafia ritengono di aver documentato l'infiltrazione mafiosa nelle attivita' economiche delle provincie di Trapani, Agrigento e Palermo e il controllo di una fitta rete di societa' riconducibili all'imprenditore Salvatore Angelo di Salemi. Coinvolto anche l'ex consigliere comunale di Castelvetrano Santo Sacco. Arrestato in una spiaggia di Bali il boss di Villabate I carabinieri hanno arrestato nelle province di Trapani e Palermo sei persone con l'accusa di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni corruzione aggravata e altri delitti. Eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore stimato di 10 milioni di euro. Al centro delle indagini del Ros e del comando provinciale di Trapani l'infiltrazione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi in attivita' economiche del settore delle energie rinnovabili, realizzata attraverso la sistematica acquisizione dei lavori per la realizzazione di impianti di eolici e fotovoltaici nelle province di Agrigento, Palermo e Trapani. I proventi venivano in parte utilizzati per sostenere la latitanza del Matteo Messina Denaro. Il decreto di sequestro preventivo riguarda la societa' "Salemitana calcestruzzi s.r.l.", con sede a Salemi, e la "Spallino servizi s.r.l.", con sede a Castelvetrano, ritenute riconducibili alle famiglie mafiose indagate. I provvedimenti scaturiscono da una complessa attivita' investigativa avviata nel maggio 2007 dal Nucleo Investigativo di Trapani, coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Palermo, in direzione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi, integrata dalle indagini sulla retecollegata al superlatitante. L'infiltrazione nel settore delle energie alternative, favorita, dunque, da collusioni con esponenti di rilievo dell'imprenditoria e dell'amministrazione pubblica, spaziava dal controllo delle imprese deputate allo sviluppo degli impianti di energia eolica a quello della realizzazione e produzione di energia solare, fino ad evidenziare l'interesse di Cosa nostra per biomasse. Pedina fondamentale l'imprenditore Salvatore Angelo, intorno al quale ruotava il sistema societario con cui l'organizzazione mafiosa si e' infiltrata direttamente nel circuito produttivo e, in particolare, nei progetti di realizzazione dei parchi eolici di "San Calogero" di Sciacca, "Eufemia" di Santa Margherita Belice e Contessa Entellina; "Mapi", di Castelvetrano e Montevago, nonche' del parco fotovoltaico di Ciminna. Il ruolo di Angelo era, infatti, quello di curare che una percentuale dei proventi derivanti dallo sviluppo delle predette attivita' venisse destinata all'associazione mafiosa e segnatamente al latitante Messina Denaro. L'operazione, denominata 'Mandamento', ha cosi' documentato come la struttura criminale fosse riuscita ad inserirsi nei lavori di costruzione delle opere, tramite l'affidamento diretto alle imprese di Salvatore Angelo, nonche' attraverso la parallela pressione criminale dell'organizzazione Numerose le intimidazioni ai danni di imprese concorrenti e da una sistematica attivita' estorsiva nei confronti di operatori economici di settore; e l'estromissione della societa' dell'imprenditore Melchiorre Saladino da un progetto di realizzazione di un parco eolico da realizzare in provincia di Catania, concordato Sacco con l'esponente mafioso di Castelvetrano Paolo Forte, inserito nella rete di relazioni del capomafia latitante nonche' 'figlioccio' di cresima dello stesso, tanto da avergli fornito, nella fase iniziale della latitanza, la propria carta d'identita'. Oltre agli interessi nel campo delle energie rinnovabili, le indagini hanno accertato la dazione di denaro richiesta da Sacco, quando era consigliere comunale, per favorire l'approvazione della convenzione che il Comune di Castelvetrano avrebbe dovuto stipulare con una societa' interessata alla realizzazione di un parco eolico; l'esistenza di un progetto, sostenuto da Sacco e Forte, di realizzare un distributore di carburanti da impiantare su un terreno di proprieta' di Rosalia Messina Denaro, moglie dell'affiliato Filippo Guttadauro e sorella del ricercato trapanese; l'assistenza economica fornita ai detenuti ed alla loro famiglie nonche' agli affiliati tornati in liberta' dopo lunghi periodi di detenzione. E ancora: il collegamento operativo realizzato dall'imprenditore Angelo con cosa nostra palermitana, attraverso i contatti con Salvatore e Sandro Lo Piccolo (all'epoca latitanti) finalizzati all'attuazione di comuni strategie nel campo dei lavori pubblici e privati; il trasferimento fraudolento delle quote della societa' "Ecolsicula" alla "Spallino Servizi", intestate a prestanome ed in realta' nella disponibilita' del detenuto Antonino Nastasi, organico alla famiglia mafiosa di Castelvetrano e indicato dai collaboratori di giustizia quale anello della catena di 'postini' che in passato avrebbe curato il recapito dei messaggi a Messina Denaro; il luogo in cui il padre del superlatitante Francesco negli ultimi anni 80, trascorse parte della latitanza, individuandolo in un casolare nelle compagne di Castelvetrano.



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