Opera Don Uva: i dipendenti minacciano di gettarsi dal tetto
di Alba Subrizio
FOGGIA - Disperazione e rabbia sono i motivi
che ieri mattina hanno spinto alcuni dei dipendenti del "Don Uva" di
Foggia a salire sul tetto dell'ente, minacciando di gettersi di sotto e rimanendo
lì fino a quando il sindaco Gianni Mongelli nel pomeriggio è arrivato sul posto
promettendo di regolare la faccenda lunedi 10, durante il Consiglio comunale.
Per due ore i manifestanti, circa 200, hanno bloccato il traffico su via
Lucera, una delle principali arterie della città , dove ha sede il "Don
Uva", che da mesi ormai non paga gli stipendi ai suoi dipendenti, sui
quali incombe lo spettro del licenziamento di massa. «Vi prometto che della questione, che
conosco benissimo, ne parleremo in Consiglio Comunale lunedì. Ma ritengo che
debba essere affrontata tutta la questione del management dell’azienda. Io sono
convinto dell’importanza di ciò che fate per moltissime famiglie foggiane e
prenderò a cuore la vicenda» ha asserito il sindaco Mongelli. La 'vexata
quaestio' inerente al deficit allarmante della Casa della Divina Provvidenza va
avanti da anni, fino a giungere attualmente ad un debito di 300mila euro; inoltre,
sono tutt'ora indagati per truffa dalla Magistratura quattro persone ai danni
del Servizio Sanitario Nazionale, tra cui lo stesso direttore generale Dario
Rizzi, che più volte si era incatenato
davanti la sede della Regione Puglia per 'salvare' pazienti e dipendenti della
struttura. Il 7 novembre il Tribunale ha accolto la richiesta di "concordato
preventivo" avanzata dall'"Opera Don Uva", in base a ciò nel
giro di 60 giorni il Tribunale dovrà esprimersi sulla sua fattibilità dopo aver
valutato la documentazione e le intenzioni dell'ente su come uscire dalla
debitoria. Intanto nei prossimi giorni verrà erogata ai 550 dipendenti della
struttura una parte della mensilità di novembre, l'unica possibile dal momento
che tutto il pregresso è bloccato dal concordato preventivo e dunque dovrÃ
essere il giudice a stabilire i tempi dell'erogazione. Intervenuti sul posto
anche l’assessore alla Sicurezza, Franco Arcuri, e il consigliere regionale
Giannicola De Leonardis, che ha così commentato la vicenda: «In
attesa delle decisioni del Tribunale in merito alla fattibilità del concordato,
la task force regionale messa in campo deve fare la propria parte in tempi
rapidi, sollecitando anche l’intervento del Ministero del Lavoro dopo un
assordante silenzio intorno a una vertenza che rappresenta una sconfitta per
tutti noi, una sconfitta che il territorio non si può permettere».
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