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Sanremo verso un rinvio? Verro: ''Problema da porre se si vota 17 o 24 febbraio''

di Redazione

ROMA, 11 Dic. (ADNKRONOS) - Qualcuno alla Rai ma anche nel gruppo di lavoro di Fazio aveva già paventato il pericolo un minuto dopo che Angelino Alfano aveva annunciato in aula alla Camera che l'esperienza del governo Monti era conclusa. Ma quando ieri il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri ha ipotizzato le date del 17 e del 24 febbraio per le elezioni politiche dal timore si è passati alle riunioni operative: cosa fare con il Festival di Sanremo fissato dal 12 al 16 febbraio? E' possibile 'blindare' cinque prime e seconde serate di Rai1 senza approfondimenti politici nella settimana delle elezioni o in quella immediatamente precedente? Per adesso, per metterla in termini percentuali, le due opzioni (lasciare tutto com'è o spostare il festival) sarebbero -a quanto si apprende- al 50%. Ma il dibattito interno all'azienda e politico e' appena iniziato ed e' ancora gravato da importanti variabili, prima fra tutte la data certa del voto. A gettare per primo il sasso nello stagno, è stato il consigliere d'amministrazione Antonio Verro: "Credo che l'azienda debba cominciare a porsi il problema di un'eventuale sovrapposizione tra elezioni politiche e Festival di Sanremo. Se il Festival, oggi calendarizzato dal 12 al 16 febbraio, dovesse trovarsi a cadere nella settimana delle elezioni o in quella subito precedente, io francamente sarei per un suo rinvio", ha detto il consigliere all'Adnkronos, sottolineando di attendere sulla questione risposte tanto dalla commissione di Vigilanza quanto dall'Azienda. "Il servizio pubblico -aggiunge il consigliere- sara' infatti chiamato in quel periodo a rispettare una serie di obblighi che, nelle prossime settimane, saranno definiti piu' nel dettaglio dalla Commissione di Vigilanza. Occorre rapidamente prendere una decisione perche' c'e' il rischio da un lato di non offrire ai cittadini un'adeguata informazione in campagna elettorale e, dall'altro, di condizionare troppo il piu' importante spettacolo della televisione italiana''. Proprio perché cosi' importante e visto dai telespettatori, Sanremo vuol dire anche ingenti investimenti pubblicitari e accordi con gli sponsor: ma gli esperti del settore sostengono che, tutto sommato, non sarebbe questo il problema più grande. E che chi e' disposto a legare il suo 'brand' da inserzionista o da sponsor al Festival dal 12 al 16 febbraio, lo sarebbe anche dal 26 febbraio al 2 marzo o dal 5 al 9 marzo (le due alternative piu' probabili allo studio a Viale Mazzini). Diverso è però il discorso sulla costruzione dello spettacolo e sulla presenza di ospiti e superospiti italiani e internazionali. Qui non e' affatto detto che chi e' disponibile un giorno lo sia il giorno successivo, figuriamoci a due o tre settimane di distanza. Piu' gli ospiti sono appetibili, piu' hanno le agende fitte e programmate con mesi e mesi di anticipo. Nelle scorse settimane si era parlato di trattative con nomi del calibro di Paul McCartney cosi' come Penelope Cruz aveva ammesso in diretta a 'Che tempo che fa' che forse sarebbe ripassata in Italia a febbraio per il festival. Chissa' se ripasserebbe anche a marzo? Chi conosce Fabio Fazio e la meticolosita' con cui costruisce il 'racconto' dei suoi show non puo' immaginarlo raggiante all'idea di iniziare d'accapo il lavoro partito quest'estate sugli ospiti. Ma sull'altro piatto della bilancia ci sono argomentazioni che pesano altrettanto. Impedire su Rai1 per cinque serate in periodo immediatamente pre-elettorale l'approfondimento informativo politico in quel periodo potrebbe non essere facile. Sarebbe la prima volta, per esempio, che 'Porta a Porta' (ribattezzata, non a caso, la 'terza Camera') non andrebbe in onda prima di una tornata elettorale politica: l'epoca del famoso 'bavaglio' preelettorale ai talk show e' stata introdotta dalla Rai in occasione delle elezioni regionali del 2010 ma non ha riguardato elezioni politiche. La commissione di Vigilanza dovra' comunque approvare un regolamento sulla comunicazione politica Rai in campagna elettorale. Ma, a sentire il vicepresidente della commissione bicamerale, Davide Caparini della Lega Nord, non si sente alcuna necessita' di un rinvio del festival, previsto dal 12 al 16 febbraio, in caso di elezioni il 17 o il 24 febbraio. "Il festival di Sanremo -sottolinea Caparini- e' un programma di intrattenimento e non attiene in alcun modo alle competenze della commissione di Vigilanza. Il Festival e' un evento fondamentale per la Rai sia in termini di ascolti che di raccolta pubblicitaria e in Rai ci sono tutte le competenze perche' non vi si debba rinunciare anche se cadra' immediatamente prima delle elezioni. La Vigilanza si occupa dei programmi di comunicazione politica in senso stretto, che possono essere ospitati in tutti gli altri spazi dei palinsesti Rai che il festival non occupera'. Poi ci sono le altre trasmissioni, quelle d'informazione e quelle d'approfondimento politico, che vengono ricondotte sotto la responsabilita' di un direttore di testata. Ma della collocazione di queste ultime si occupano appunto i direttori di testata d'accordo con i direttori di rete e non la commissione di Vigilanza", conclude Caparini. Oggi a Viale Mazzini si sono gia' tenute le prime riunioni. Ma la priorita' da cui tutto ora dipende e' una sola: conoscere il prima possibile la data certa in cui gli italiani verranno chiamati alle urne. E una volta conosciuta la data irrevocabile del voto, stabilire di conseguenza quella irrevocabile del festival e lavorare alacremente per assicurare allo spettacolo gli 'effetti speciali' che i telespettatori di Rai1 si aspettano. Perche' Sanremo continui ad essere Sanremo. E' quanto rivela all'Adnkronos il consigliere d'amministrazione della Rai, Antonio Verro, sottolineando di attendere sulla questione risposte dalla commissione di Vigilanza e dall'azienda: ''C'è il rischio di non offrire ai cittadini un'adeguata informazione in campagna elettorale e di condizionare troppo il più importante spettacolo della televisione italiana''.



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