Il Movimento 5 stelle a Foggia con un sit-in e denuncia contro gli inceneritori
di Nico Baratta
FOGGIA, 23 Gen. - Il 25, venerdì, davanti al comune di Foggia gli attivisti stellati in piazza per raccogliere le firme e protestare conto scellerate decisioni.
Non c’è giorno che gli attivisti del MoVimento 5 Stelle di Foggia denuncino attività e scelte Istituzionali non condivise dalla collettività . Questa volta il tema è ambientale e riguarda la realizzazione di due probabili centrali a bio masse. Difatti, alle ore 9.30, davanti al Comune del capoluogo dauno, gli attivisti M5S si ritroveranno per "una raccolta firme ed un sit-in di protesta in occasione della consegna di un esposto all’amministrazione comunale, regionale, alla Procura e alla Prefettura di Foggia contro la realizzazione di due sedicenti 'centrali a biomasse', o meglio, inceneritori che sono in realizzazione in agro del Comune di Foggia". Dalle informazioni pervenute dal gruppo un foggiano del M5S, la prima centrale dovrebbe essere costruita presso l’area dell’ex zuccherificio di Borgo Eridania (agro Rignano Scalo Garganico), mentre il secondo presso la “Posta da Piedi”, nell’agro di Borgo La Rocca. A destar preoccupazione, oltre la costruzione di due potenziali “cancrovalorizzatori” come definiti dagli attivisti, è la distanza che vi sarà tra i due, ovvero due km l’un dall’altro.
«Orazio Ciliberti, Sindaco all’epoca dell’approvazione dei due ecomostri, ha sempre cercato di sviare l’attenzione verso La Fenice-Borgo Incoronata, denunciando l’ipotesi di un inceneritore alla FIAT laddove in realtà sono state autorizzare due caldaie a metano -affermano gli attivisti in una nota stampa-. Una semplice ma pericolosa strategia di distrazione di massa! L’attuale Sindaco invece, l’ ”ingegnere ambientale” Gianni Mongelli, sui social network ha affermato di non aver mai autorizzato inceneritori, quando nelle ultime conferenze dei servizi tenutesi nel 2010 e nel 2011 il Comune di Foggia ha dato il nulla osta alla cantierizzazione dei due “cancro valorizzatori».
Una nota che fa riflettere poiché se da una parte, quella istituzionale, si approvano scelte industriali non avvallate da un referendum cittadino, come andrebbe fatto quando si decide di dare il nulla osta a cantierizzazioni per impianto a forte impatto ambientale, dall’altra, quella politica di un movimento nato tra la gente stanca delle solite imposizioni dall’alto, si evince che tutto è stato deciso nel più assordante silenzio collettivo e informativo.
«Ci chiediamo- terminano gli attivisti del M5S- come andremo a finire con questa classe politica, di maggioranza e di opposizione, che a parole si tira fuori dalle responsabilità mentre con i fatti attua scelte sciagurate per la salute e l’ambiente?».
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