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Twitter: hacker attaccano il network, a rischio 250.000 utenti

di Redazione

SAN FRANCISCO, 2 Feb. (AGI) - Ignoti hacker hanno attaccato nei giorni scorsi Twitter, in maniera simile a quella con cui di recente sono state colpite importanti testate giornalistiche occidentali, da ultimo i quotidiani americani 'The New York Times' e 'The Wall Street Journal': lo ha rivelato un portavoce del social network, Jim Prosser, il quale ha avvertito che, sebbene almeno uno degli attacchi sia stato bloccato proprio mentre era in corso, i pirati informatici potrebbero comunque essere riusciti ad avere accesso a identita', password, indirizzi e-mail e altri dati relativi agli utenti, 250.000 dei quali come minimo sono pertanto a rischio. A titolo di "misura precauzionale", le password interessate sono state cosi' criptate o direttamente annullate, e messaggi di avvertimento sono in corso di notifica ai diversi interessati. "Gli assalitori erano estremamente sofisticati", ha sottolineato il direttore della sicurezza della societa' titolare, Bob Lord. "Non e' stata opera di dilettanti ne' riteniamo si sia trattato di un incidente isolato", ha aggiunto. "Crediamo anzi che altre compagnie e organizzazioni siano state attaccate in tempi recenti con modalita' analoghe". Massimo riserbo tuttavia sulle possibili origini e sulle metodologie impiegate nei cyber-assalti, a differenza delle aperte denunce formulate per esempio dai due giornali Usa, che hanno puntato il dito contro la Cina e il suo regime. Il social network, si e' limitato ad assicurare Prosser, sta collaborando attivamente con l'amministrazione di Washington e con le sue agenzie investigative per rintracciare i responsabili delle incursioni on-line. Non e' la prima volta comunque in cui Twitter, che il mese scorso annuncio' di aver raggiunto un numero globale di non meno di 200 milioni di utenti attivi dei propri servizi, finisce nel mirino degli hacker: nel 2010 dovette infatti acconsentire con il governo degli Stati Uniti a sottoporsi per dieci anni a sistematiche revisioni dei suoi sistemi di tutela della privacy, proprio per non aver saputo salvaguardare le informazioni personali degli iscritti.



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