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Conclave. A poche ore mancano all'appello 8 cardinali

I cardinali pronti per il Conclave. (foto)

di Redazione

CdV, 4 Mar. (AGI) - Il "papabile" piu' giovane, Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, e l'ultraottantenne Francesco Marchisano, l'arciprete emerito di San Pietro che Papa Wojtyla guari' con un miracolo dal tumore alla gola, sono stati i primi ad arrivare nell'Aula del Sinodo. Poi su un minibus ecco tutti insieme gli statunitensi residenziali, che danno cosi' l'idea di essere il gruppo piu' coeso (anche nel chiedere trasparenza, tanto che anche oggi hanno incontrato i giornalisti nel Collegio Nord Americano). Gli italiani invece arrivano alla spicciolata, ma l'arcivescvo Claudio Maria Celli, ai microfoni del Gr Rai, non esclude affatto un Papa italiano 35 anni dopo le elezioni di Albino Luciani (ultimo italiano) e, quello stesso 1978, di Karol Wojtyla, di nuovo un Papa straniero dopo secoli. "Ho raccolto - spiega - voci da cardinali non italiani che esprimevano questo desiderio. Non lo metterei come priorita', ma e' una possibilita'". Anche Celli, tuttavia, sembra propendere per Sean O'Malley, il cardinale di Boston, un frate cappuccino, lo stesso ordine del predicatore pontificio Raniero Cantalamessa che nel pomerigio - come gia' nel 2005 prima dell'elezione di Ratzinger - ha rivolto il suo monito ai cardinali. "Il nuovo Papa - sottolinea infatti l'arcivescovo Celli - potrebbe avere avuto esperienze missionarie. E' una delle sensibilita' che le Congregazioni prenderanno in esame. La Chiesa esiste per annunciare il Vangelo, per annunciare Gesu' Cristo, e lo deve fare in un dialogo rispettoso verso la verita' degli altri, siamo in un mondo sempre piu' multiculturale e multireligioso e, quindi, se da un lato dobbiamo avere consapevolezza di quello che portiamo nel nostro cuore, del messaggio di Gesu' Cristo, Lui come persona alla quale abbiamo affidato la nostra vita, dall'altro lato dobbiamo essere disponibili a dialogare con tutti". E proprio O'Malley e' stato missionario sull'Isola di Pasqua e poi responsabile per la pastorale e l'assistenza ai 'latinos' nella diocesi di Washington (mentre all'Universita' Cattolica insegnava letteratura spagnola e portoghese) prima di essere chiamato a fare il vescovo in diocesi da rimettere in sesto, da ultimo quella di Boston, messa in ginocchio dallo scandalo degli abusi e che con il suo coraggio ha riportato in vita. In sintonia con Celli anche il cardinale sudafricano Fox Napier, francescano di 72 anni, secondo cui il futuro Pontefice dovra' avere un'eta' compresa fra i 60 e 65 anni e dovra' provenire da una "Chiesa viva", continuando nel solco delle riforme avviate da Papa Wojtila e da Benedetto XVI. Lo stesso Napier, come il suo confratello francescano spagnolo Amigo Vallejo, emerito di Siviglia, il salesiano honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga e l'oblato di Maria, Francis George, arcivescovo di Chicago, hanno anche dichiarato di volerci vedere chiaro riguardo a Vatileaks, ed e' un dato singolare che siano soprattutto religiosi i cardinali piu' schierati per la trasparenza. Gli italiani interpellati dai giornalisti, invece, sono stati assai laconici. Il cardinal Sepe ha risposto con una battuta: "Non ricordo piu' niente"; il cardinal Betori ha sottolineato che "si parla solo dentro", mentre il cardinal Poletto ha assicurato che "va sempre tutto bene" e non vi era nessuna notizia da dare. Il cardinale francese Barbarin ha invece sottolineato che vi e' "bisogno di questo confronto. Ci stiamo conoscendo - ha riferito -, stiamo fraternizzando". In totale, comunque oggi erano 142 i porporati presenti, come ha reso noto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, precisando che di essi 103 sono elettori, dunque ben 12 sono ancora in viaggio verso Roma. I cardinali con meno di 80 anni ancora assenti, ha elencato padre Lombardi, sono: l'egiziano Naguib, il libanese Bechera Rai, il capo dicastero polacco Grocholewski, il vietnamita Pham Minh Man, l'africano Sarr, l'arcivescovo di Praga, Duca, quello di Madrid, Rouco Varela, quello di Varsavia, Nycz, quello di Hong Kong, Tong, e tre arcivescovi residenziali tedeschi: Lehmann, Voelki e Meisner. "Dei 117 aventi diritto risultano non attesi solo due cardinali, lo scozzese O'Brien e l'indonesiano Darmaatmadja, che hanno comunicato ufficialmente che non saranno presenti", ha detto padre Federico Lombardi. Dopo il giuramento sul Vangelo, che uno ad uno hanno prestato sfilando davanti al decano Angelo Sodano e al segretario di Stato Tarcisio Bertone (che ora sembrano finalmente agire in sintonia), nella prima Congregazione Generale sono intervenuti al dibattito 13 cardinali, ha reso noto lo stesso portavoce. "Il dibattito ha impegnato circa tre quarti d'ora", ha aggiunto, sottolineando che "nella prima Congregazione Generale l'atmosfera e' stata serena e costruttiva, testimonianza di un desiderio di partecipare lucidamente a questo tempo di discernimento sulla situazione della Chiesa e sui criteri per la scelta del nuovo Pontefice Romano". "I cardinali sono consapevoli del grande affetto che c'e' per Benedetto XVI e per questo hanno deciso di inviare un messaggio al Papa Emerito", ha rivelato infine padre Federico Lombardi. "Per il resto - ha concluso - non ho impressione che ci sia un problema nel modo di procedere della Congregazione per il fatto che siamo dopo una rinuncia e non dopo una morte. La situazione specifica non mi sembra condizionare in alcun modo lo svolgersi della Congregazione".



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