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Ruby. Pm, "Ad Arcore un collaudato sistema di prostituzione"

Silvio Berlusconi. (foto)

di Redazione

MILANO, 5 Mar. (AGI) - "Gli elementi di prova convergono univocamente ad attestare la responsabilita' dell'imputato". E' cominciata con queste parole la requisitoria del pm Antonio Sangermano al processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi accusato di concussione e prostituzione anche minorile. Requisitoria che verra' conclusa dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini con la richiesta di condanna venerdi' prossimo. L'accusa ieri e' stata categorica: "Le cene ad Arcore erano un collaudato sistema prostitutivo per il divertimento di Berlusconi". Sistema "articolato in tre fasi: cena, bunga bunga e poi sesso a pagamento". Tanto che c'era persino una "competizione" tra le ragazze, "ansiose di restare" a dormire a Villa San Martino. E in tutto questo Ruby "era parte integrante del sistema prostitutivo" cosi' come lo era Nicole Minetti, "che svolgeva un ruolo particolarmente delicato compiendo ella personalmente atti prostitutivi" e facendo da "intermediatrice e agevolatrice dell'altrui prostituzione", ricavandone oltre a denaro anche "l'inserimento in politica". Quelle di Arcore per i magistrati non erano quindi cene eleganti, ne' spettacoli di burlesque, ma un "mercimonio sessuale". "Non siamo davanti alla prostituzione di strada - ha sostenuto il pm - ma a qualcosa di altrettanto lesivo della dignita' umana". Al sistema avrebbero preso parte anche Lele Mora ed Emilio Fede come 'procacciatori' delle ragazze da portare nella residenza dell'ex premier. A sostegno delle sue tesi il Pm cita dichiarazioni e intercettazioni tra le varie ragazze. Linea completamente contestata dalla difesa che parla esplicitamente di "ricostruzione squisitamente di parte" mentre le cene "non c'entrano nulla col capo d'imputazione".- L'udienza si era aperta con una testimonianza considerata cruciale dai giudici: quella del Pm del Tribunale dei Minori, Anna Maria Fiorillo che ha ricostruito quanto accadde la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 quando, ha ribadito, disse di affidare Ruby a una comunita' protetta per minori. Il magistrato racconta che un agente della Polizia la chiamo' perche' c'era una denuncia per Ruby come autrice di un furto: "in base alle informazioni sospettai che la ragazza facesse la prostituta". Il magistrato si e' soffermato anche sulle telefonate ricevute dal Commissario Iafrate affermando di essere rimasta "infastidita" dall'atteggiamento della dirigente della Polizia. "Intorno alla mezzanotte - e la Fiorillo entra nel 'cuore' della vicenda che e' costata a Berlusconi l'accusa di concussione - mi chiamo' il commissario Iafrate che mi disse che non c'erano posti in comunita' e che si era presentata una commissaria ministeriale, tale Minetti, disponibile a prendere la ragazza... affermo' che questa persona si era incaricata dell'affido perche' la ragazza era la nipote egiziana di Mubarak". "Rimasi incredula - ha continuato - e dissi: 'ma se mi avete detto che e' marocchina, tutt'al piu' e' la nipote del re del Marocco...'". Fiorillo parla anche dell'allora ministro dell'interno Roberto Maroni: "Ritengo che quando ando' in Parlamento e disse che Ruby era stata affidata dalla Polizia alla Minetti secondo le indicazioni del magistrato disse una cosa che attaccava la mia moralita' perche' nessun magistrato degno di questo nome avrebbe potuto fare una cosa del genere". Sempre oggi, Silvio Berlusconi e' stato al centro di un altro processo, in questo caso pero' come vittima di una tentata estorsione da parte del faccendiere Valter Lavitola condannato a due anni perche' accusato di aver chiesto all'ex premier 5 milioni per non rivelare "circostanze penalmente rilevanti e pregiudizievoli" tra le quali il presunto caso delle escort a palazzo Grazioli.



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