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Atletica. È morto Pietro Mennea, Re dei 200 metri. La biografia.

Pietro mennea e il suo 19''72. (foto)

di Nico Baratta

ROMA, 22 Mar. - Un male incurabile ha stroncato la vita dell'ex primatista dei 200 metri; aveva 60 anni e qualche mese. Questa mattina in una clinica a Roma Pietro Mennea ci ha lasciati. L’ex velocista azzurro, medaglia d’oro olimpionica a Mosca e per 17 anni primatista mondiale dei 200 metri con 19"72, da tempo lottava con un male incurabile, un tumore al pancreas. Nato a Barletta il 28 giugno 1952 la “Freccia Azzurra” è stato il più longevo primatista del mondo sui 200 metri. L’atletica era la sua vocazione, le piste di atletica le sue seconde case oltre quelle natie e di Formia dove c’è la scuola di atletica. Anni di sacrifici tra sport e libri da studiare, tra sudore e famiglia, tra lavoro e tanti impegni che lo hanno visto anche protagonista in politica; difatti Mennea era un avvocato che non ha mai tralasciato il suo primo amore, lo sport. Sua moglie Manuela, in lacrime, lo ha ricordato esortando tutti noi a non dimenticare che chi vuole può farcela. La camera ardente, allestita nella sede del CONI di Roma, sarà aperta a partire dalle ore 9 di domattina, 22 marzo 2013. I funerali saranno celebrati sabato alle 10, a Roma, nella basilica di Santa Sabina, nell'Aventino. «Da quando non contavo nulla a quando una gara era diventata un esame» ecco chi era Pietro Mennea, le sue parole sono da sprone per tutti noi. La redazione si associa al dolore della sua cara famiglia; il sottoscritto è vicino all’immenso vuoto che ha lasciato, lo avevo conosciuto personalmente sui campi di atletica durante alcune gare, lui sui 200, io di mezzofondo. Ciao "Freccia", sei stato un esempio e per me e per tutti. Biografia - Originario di Barletta, dove era nato il 28 giugno 1952, Mennea ha cominciato la sua lunga carriera internazionale nel 1971, agli Europei, piazzandosi al sesto posto nei 200 e conquistando il bronzo assieme alla staffetta 4X100. L'anno dopo il debutto olimpico a Monaco di Baviera e la prima medaglia, un bronzo, nei 200 mentre nel '74, agli Europei di Roma, sale sul gradino più alto del podio oltre a conquistare l'argento nei 100, alle spalle del sovietico Borzov. Dopo qualche anno sottotono ma coronato da successi a Giochi del Mediterraneo e Universiadi (all'Olimpiade di Montreal chiuse senza medaglie), Mennea si rilancia a Praga, nel '78, centrando l'accoppiata europea 100-200. Ma per scrivere la storia bisogna aspettare Città del Messico e le Universiadi del '79. Studente di scienze politiche (si è laureato poi a Bari e successivamente ha conseguito anche le lauree in Giurisprudenza, Scienze dell'educazione motoria e Lettere), Mennea vince i 200 in 19"72, nuovo record del mondo che resisterà per ben 17 anni, battuto solo da Michael Johnson ai Trials per Atlanta '96 (19"66, poi ritoccato nella finale dei Giochi a 19"32). L'anno dopo a Mosca, ai Giochi Olimpici, Mennea vince l'oro, beffando per due centesimi Allan Wells. «La Freccia del Sud», questo il soprannome dato all'atleta italiano, torna dalla Russia anche col bronzo della 4X400 e nel 1981 annuncia il ritiro salvo poi tornare sui suoi passi. Per lui arrivano altre due medaglie mondiali (bronzo nei 200 e argento nella 4X100 a Helsinki '82) e un oro ai Giochi del Mediterraneo nei 200 mentre le successive partecipazioni olimpiche (Los Angeles '84 e Seul '88) gli riservano solo delusioni anche se in Corea del Sud si toglie la soddisfazione di fare da alfiere per l'Italia durante la cerimonia d'apertura. Per lui, nel 1983, anche il primato mondiale dei 150 piani con 14"8 a Cassino. Sposato con Manuela Olivieri, Mennea ha ricoperto, a livello sportivo, anche la carica di direttore generale della Salernitana nella stagione '98-99 ma è stato anche eurodeputato dal '99 al 2004 e docente universitario all'Università Gabriele d'Annunzio di Chieti-Pescara.




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