Marò. Di Paola: decisione difficile. Perona: "abbandonati"
I due marò italiani, Latorre e Girone. (foto) |
di Redazione
ROMA, 28 Mar. (AGENPRESS) - "Dico a Massimiliano e Salvatore che mi scuso che non sono stato capace di fare in modo che oggi fossero con noi in questa piazza". Questo è il messaggio inviato ai due marò dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola a Napoli in occasione della Festa dell'Aeronautica.
"La decisione del rientro in India dei due Marò è stata una scelta sofferta e dolorosa ma in quel momento necessaria. Una scelta collegiale del governo".
"Salvatore e Massimiliano hanno responsabilmente fatto propria questa decisione. Non è vero che hanno impiegato cinque ore per dire sì. Non è vero che è stato un ordine, non è stata obbedienza a un ordine ma al loro senso di responsabilità e del dovere, alla loro parola data".
"Non lasceremo soli i nostri ragazzi fino a che la loro vicenda non sarà conclusa in India e in Italia. Non cesseremo di chiedere con tutta l'energia che siano restituiti ai loro cari ed ai loro reparti", ha ribadito il capo di Stato Maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli, ringraziando Di Paola "per non avere abbandonato la nave in questo momento di tempesta" e "ai nostri marò per avere affrontato questa prova di ulteriore sofferenza".
Dure critiche da parte del presidente dell'Associazione nazionale Alpini, Corrado Perona, che ha diffuso a Biella, sua città, la lettera inviata al presidente della Repubblica Napolitano sui marò. Perona parla di "atteggiamento dilettantistico che sembra aver dominato tutta questa vicenda, dalla consegna iniziale dei nostri Fucilieri di marina sino all'incredibile epilogo di questi giorni che ha raggiunto i toni della farsa, se non fosse che la situazione è tragica, e che ha comportato oltre al danno per i nostri marò, la beffa per l'Italia che è stata esposta ad una pessima figura di fronte al mondo".
Il presidente dell'Associazione Nazionale Alpini esprime il suo disaccordo "di fronte all'incredibile decisione di restituire" i marò "abbandonandoli al loro destino". "Anche noi, signor presidente, ci sentiamo più soli. Ci rivolgiamo a lei nella speranza di ottenere un gesto o una parola che ci consenta di continuare ad essere orgogliosi di essere italiani".
"Deve essere stata per lui una scelta difficile, per l'effetto delle enormi pressioni esistenti in Italia su questa vicenda, così come ce ne sono in India", è invece il commento del ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid alla notizia delle dimissioni del collega italiano Giulio Terzi. "Mi dispiace per questo - ha proseguito rispondendo alla domanda di un giornalista - perché avevo con lui una relazione di lavoro molto buona". Comunque, ha concluso, è importante ora che "si facciano le cose giuste sia dal punto di vista dei principi sia del diritto internazionale".
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