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Politica. Nottata di trattative con Monti, poi il Pd "spariglia"

Pierluigi Bersani. (foto)

di Redazione

ROMA, 16 Mar. (AGI) - E' stata una lunga notte per i dirigenti del Pd, come si leggeva questa mattina sul volto di Pier Luigi Bersani, Enrico Letta e Dario Franceschini. I big del partito si sono riuniti in attesa di un segnale da Scelta Civica, dopo la disponibilita' dichiarata ieri di votare un centrista alla presidenza di una delle due Camere. Segnale che non e' mai arrivato perche' Mario Monti avrebbe messo sul piatto solo la sua candidatura, irricevibile tantopiu' dopo il niet del Quirinale. I contatti sono stati frenetici, si e' tentato di convincere i montiani a fare un nome, che fosse per la Camera o per il Senato. Sono stati chiamati alcuni pontieri, tra cui Lorenzo Dellai che ieri era stato dato tra i papabili. Proprio questo pero' non avrebbe giovato alla sua candidatura perche' Monti si sarebbe irrigidito davanti a voci di cui non sarebbe stato informato. "Dateci un candidato, sceglietelo voi", hanno ripetuto i big del Pd nel giro di telefonate. Non vi sarebbe stata nessuna preclusione, tranne che sul nome di Monti, e si e' fatto con insistenza il nome di Mario Mauro per palazzo Madama. Ma niente. Quando da Scelta civica e' arrivata la comunicazione ufficiale, i vertici del partito ne hanno dovuto prendere atto e cambiare programma. "Non ho capito le ragioni dell'irrigidimento di Monti", ha poi spiegato questa mattina Bersani ai senatori, "c'e' stato un disimpegno che ha causato un'evidente sorpresa". A quel punto la valutazione condivisa e' stata che si sarebbe dovuto comunque dare un segnale di cambiamento, fortemente chiesto soprattutto dai giovani del partito, e hanno ripreso quota nomi circolati gia' nel pomeriggio e alcuni nuovi, da Laura Boldrini a Marianna Madia. Alla fine la decisione, anche se sofferta, e' stata di sparigliare. Sarebbe stato Franceschini ad avanzare ufficialmente la candidatura della Boldrini, anche se che voci di corridoio attribuiscono l'idea ad Andrea Orlando. E il suo passo indietro e' stato accompagnato questa mattina da una standing ovation dei deputati. Su Piero Grasso invece si era gia' discusso a lungo ieri, dopo che era parso arrivare un segnale di apertura dal Movimento 5 Stelle. Anna Finocchiaro, che non era presente alla riunione, e' stata informata questa mattina da Maurizio Migliavacca della decisione. Ora pero' si complicano ulteriormente le altre due partite: governo e Quirinale. Il fatto che il Pd non abbia registrato alcuna apertura ne' dall'M5S e neppure da Scelta civica rende ancora piu' stretta la strada di Bersani per formare un governo. "Il metodo di apertura vale ancora, ma devono capire che il Pd non sta fermo", ha chiarito questa mattina il segretario. Ma sono in molti a ritenere che le elezioni a breve termine siano la strada piu' probabile. Quanto alla successione di Giorgio Napolitano, difficilmente il centrosinistra a questo punto potra' rivendicare per se' la prima carica dello Stato dopo avere occupato la seconda e la terza.



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