Matteo Renzi. Ascesa e riarmo del rottamatore fiorentino
Matteo Renzi. (foto) |
di Cosimo Imbimbo
BARI, 8 Apr. - Matteo Renzi nasce nel 1975 a Firenze. Personaggio nuovo della politica
italiana, ha poco della persona semplice e molto dell'apparente, non a caso
sempre elegante (è vestito da Ermanno Scervino). La sua apparenza è spesso
coperta dalla notevole intelligenza del personaggio e dalla sua indubbia
energia vitale che lo hanno portato a stilare un programma che in alcuni punti
(come quello sulle grandi opere) è sicuramente moderno e potenzialmente
vincente. Prima di approdare alla poltrona di Sindaco di Firenze è stato
Presidente dell'amministrazione Provinciale. Celebrato per la sua voglia di
rottamania, talvolta denigrato per la sua sconfitta alle primarie PD ad opera
di Pierluigi Bersani. Ora ingegnoso autore di un presunto governo dalle larghe
intese. Va bene, c'è da considerare se queste sue lungimiranti aspirazioni si
potranno ben conciliare con le fobie da rottamazione, simili tentazioni
eccessivamente antideologiche presuppongono un pizzico di putridume che
inevitabilmente si potrebbe verificare sull'altra sponda dell'area
"allargamento". L'Obama Italiano figura come il sindaco più amato in Italia
anche se alcune cose non sono andate giù al suo elettorato. Un esempio potrebbe
essere rappresentato da quel famoso 6 dicembre 2010, quando si recò in visita
ad Arcore, presso la villa privata di Silvio Berlusconi, per discutere di
alcuni temi legati all’amministrazione di Firenze. La notizia, diffusa quando
ormai si era allontanato dalla villa, provocò non poche reazioni e alcune
polemiche anche tra i suoi sostenitori. Sicuramente ci sono aspetti positivi
nel suo operato da sindaco, come il fatto che - sotto la sua amministrazione -
Firenze ha approvato per la prima volta un Piano strutturale a volumi zero
contro l'edilizia selvaggia ed anche una pedonalizzazione di molte zone della
città come Piazza de' Pitti. Altra sua battaglia, è quella per la circolazione
delle auto elettriche e la campagna contro le morti su strada. Comunque su
un'ipotetica alleanza Pd-Pdl, Renzi ha spiegato: "Detto tra di noi, se proprio
si deve parlare di alleanza con il Pdl, Berlusconi si fida molto di più di
Bersani o D'Alema che non dei nuovi del Pd. E' da tempo che si conoscono e, pur
su posizioni diverse, è più facile che trovino un accordo loro". Riecco
riemergere prepotentemente l'attuale randagismo che regna in Italia: un muro
contro muro mentre il popolo è alla disperata ricerca di un pizzico di
giustizia socio-economica. Indubbiamente pagare subito i debiti che lo Stato ha
contratto con le imprese è una cosa sacrosanta, eppure si temporeggia c'è da
temere il peggio se si continua su questo terreno franoso. Su questo Matteo
Renzi bene fa a tuonare quando dice: "Viviamo in una situazione politica-
istituzionale in cui stiamo perdendo tempo", inoltre afferma " persino la
chiesa che non è un modello di speditezza è riuscita a organizzarsi
velocemente. Con il sistema politico che attuale non abbiamo ancora capito chi
ha vinto o perso le elezioni". Ma forse il tempo delle buone intenzioni a
detta anche di grandi menti europee è scaduto, al momento si cercherà di
evitare la catastrofe "Cipro". Il nostro baldo e giovane Sindaco , se lo
faranno lavorare, punterà su una dura revisione riguardo gli allegri
meccanismi sul finanziamento ai partiti, mica roba da poco. Lasciamolo lavorare
in tranquillità , visto l'affollamento di scadenze fiscali in un periodo di
grave crisi economica, chissà potrebbe rappresentare quel toccasano da tanto
tempo auspicato per le povere e depauperate casse italiane, valutando
l'opportunità di assumere le giuste misure ai cosidetti "brodini caldi" del
tipo saggi ed oracoli di sorta che poco o pochissimo hanno prodotto ad oggi.
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