Berlusconi: la 'mina' ineleggibilita' minaccia il governo
Silvio Berlusconi. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 21 MAG. - Certo, "se la questione non fosse stata mai posta, lo potrei capire, ma e' stata posta piu' volte, dal 1996 in avanti, e c'e' sempre stato un voto contrario da parte del Pd". Inizia con una premessa generale, quasi diplomatica la considerazione con cui il presidente della commissione giustizia del Senato Nitto Palma riapre le mai sopite fibrillazioni della maggioranza. Subito dopo, pero', diventa chiaro: "E' certo che sarebbe una cosa di non poco conto e che porterebbe problemi per il governo". Ancora piu' esplicito, spiega all'Agi: "Se poi, questi problemi dovessero manifestarsi in una crisi di governo, questo lo possono dire solo Silvio Berlusconi e Angelino Alfano". Insomma, attenzione che nessuna strada e' preclusa, nemmeno quella di una crisi di governo.
Oggetto del contendere: la possibilita' che il leader del Pdl sia sottoposto ad un voto negativo dalla giunta per le elezioni del Senato, a causa del suo essere titolare di concessioni televisive. Problema gia' sollevato, tra gli altri, la scorsa settimana dal capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Zanda, e prontamente ripreso dai senatori grillini. Ed anche oggi, prima dell'avvertimento di Palma, Luigi Di Maio dell'M5S avvertiva che, per risolvere la faccenda, "e' sufficiente applicare la legge". Il che, nella sua interpretazione, vuol dire riconoscere l'ineleggibilita'.
Nessun pronostico e' ancora possibile, per il momento quindi, su richiesta della maggioranza, la giunta per le elezioni rinvia la riunione "a data da destinarsi". L'altola' del Popolo delle Liberta' giunge dopo che, proprio da parte del Pdl, si era cercato di piantare un cuneo in quello che avrebbe potuto essere un asse Pd-M5S propri in giunta per le elezioni. "Dio ci scampi dai neogiacobini", aveva invocato Fabrizio Cicchitto, "L'altroieri qualcuno di loro voleva dichiarare l'ineleggibilita' di Berlusconi e ieri han parlato di una legge che, di fatto, stabilisce l'impresentabilita' del Movimento 5 stelle alle elezioni". Non e' ancora dato sapere se la manovra ha ottenuto il suo effetto.
Intanto sempre il Pdl riprende l'iniziativa in materia di giustizia.La settimana scorsa aveva riproposto una riorganizzazione della materia delle intercettazioni che ricalcava le proposte della legislatura precedente. Oggi, sempre in commissione giustizia al Senato, un disegno di legge chede una modifica del codice penale che renda piu' soft le pene relative al concorso esterno in associazione mafiosa. Tra l'altro: una riduzione delle pene e in particolare dimezza gli anni di carcere dagli attuali 12 anni ad un massimo di 5, e niente carcere per chi fornisce ospitalita' o vitto ai mafiosi.
Qualcuno ha fatto notare che si tratta di rivedere le norme in base alle quali Marcello Dell'Utri ha avuto guai con la giustizia.
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