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Ciancimino arrestato per evasione fiscale "sottratti 30 milioni"

Massimo Ciancimino. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 29 MAG. (AGI) - All'indomani dell'apertura del processo per la trattativa Stato-mafia, in cui e' imputato ma anche testimone chiave, Massimo Ciancimino e' stato arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, nel settore della commercializzazione di metalli ferrosi. L'inchiesta delle Fiamme Gialle di Ferrara ha portato ad altre otto ordinanze di custodia cautelare in carcere e a quattro arresti domiciliari per diversi reati (evasione e frode fiscale, bancarotta fraudolenta, contrabbando, mendacio bancario, sostituzione di persona, falso in scritture private, falso commesso da incaricato di pubblico servizio). Scoperte 22 societa' utilizzate dall'associazione criminale al solo scopo di frodare il fisco: il giro d'affari dell'organizzazione ammontava ad oltre 100 milioni di euro e l'IVA evasa a oltre 30 milioni. Il figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo e' stato condotto nel carcere palermitano di Pagliarelli. Il Gip di Bologna ha respinto l'aggravante di aver agevolato la 'ndrangheta, in particolare la cosca Piromalli di Gioia Tauro, contestata inizialmente dalla Dda di Bologna. L'aggravante ipotizzata dai magistrati inquirenti, non riconosciuta dal Gip, si basava su alcune intercettazioni telefoniche tra Ciancimino e il commercialista calabrese Girolamo Strangi (che non e' tra i destinatari delle 13 misure emesse dal Gip di Bologna) in cui si parlava di passaggi di denaro. Ma oltre che di affari, Strangi e Ciancimino avevano parlato anche delle loro vicende giudiziarie. Il commercialista calabrese si era lamentato delle indagini cui era sottoposto dalla Dda reggina, mentre Ciancimino si era vantato dei suoi rapporti con i magistrati della Procura di Palermo che all'epoca raccoglievano sue rivelazioni nell'ambito di varie inchieste circa la trattativa Stato-mafia, il 'papello' con le richieste di Toto' Riina, i contatti tra suo padre e ufficiali del Ros dei carabinieri, il suo filo diretto col boss Bernardo Provenzano. Parlando della sua intervista nella trasmissione televisiva "Annozero", Ciancimino diceva a Strangi: "L'hai vista? Sono un'icona per loro. Se io dico, mi vogliono fottere con una minchiata, mi vogliono coinvolgere e robe varie, loro... in gioco io c'ho molto di piu' di un'inchiesta fiscale. E allora gli dicono a quelli: guardate che e' il nostro teste principale d'accusa su quel che e' successo negli ultimi vent'anni, non me lo screditate per una cazzata".





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