Epifani. Berlusconi decida, o fa gli interessi del Paese o i suoi
Guglielmo Epifani. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 5 GIU. (AGI) - Guglielmo Epifani ha messo in guardia dal rischio che le fibrillazioni provocate da Silvio Berlusconi compromettano la stabilita' del governo e di conseguenza le riforme. "Dobbiamo mettere al riparo e sistemare il tessuto delle nostre istituzioni perche' siamo in una transizione infinita, non abbiamo certezze, abbiamo istituzioni che vanno rimesse in ordine o il Paese e' piu' debole nel consesso internazionale", ha spiegato il segretario del Pd a Radio Capital. Il segretario del Pd, che ieri si era detto "pronto a tutto se Berlusconi fa saltare il gioverno", oggi spiega: "Il problema non e' Silvio Berlusconi, e' la stabilita' del governo. Se si riesce ad avere una fase in cui il governo puo' lavorare anche il lavoro parlamentare puo' andare avanti con serieta' e arrivare a un risultato", ha sottolineato. "Se il governo viene tenuto in fibrillazione un giorno si' e uno no, se si minaccia di farlo cadere per ragioni che non c'entrano nulla con il merito del problemi ma con le vicende giudiziarie e' chiaro che non c'e' quell'orizzonte per fare le riforme", ha insistito.
Il segretario del Pd e' quindi tornato a chiedere al Cavaliere di decidere tra i suoi interessi e quelli del Paese.
"Berlusconi deve sciogliere questo nodo. Se vuole essere responsabile verso il Paese, allora si aiuta questa transizione istituzionale, altrimenti vuol fare valere gli interessi di parte allora ci si mette contro gli interessi del Paese", ha spiegato a Radio Capital parlando del destino delle riforme istituzionali. "Pesa la sua vicenda personale che lui tende a far diventare una vicenda politica piu' generale. Se abbiamo deciso di dare vita, e lo abbiamo fatto assieme, all'unico governo possibile di fronte a un Paese che sprofonda nella crisi, se si e' assunta una responsabilita' bisogna essere conseguenti", ha insistito. "Poi naturalmente capisco i problemi che ha, non li sottovaluto, ma se si mette in discussione il governo e anche il lavoro parlamentare non credo che si faccia il servizio di cui ci siamo assunti la responsabilita' verso il Paese", ha concluso. Guglielmo Epifani non si sbilancia sull'ipotesi che Matteo Renzi si candidi alla segreteria del Pd.
"Renzi puo' decidere di candidarsi, e' una liberta' che tutti hanno e le nostre regole lo prevedono. Lui appartiene alla comunita' dei democratici, e' una delle figure oggi piu' popolari e oggi anche piu' forti che il nostro partito puo' mettere in campo.
Tocca a lui questa decisione, la valutera' bene, e' un uomo di grande intelligenza e di grande attenzione", ha spiegato il segretario del Pd a Radio Capital. Ma puo' essere un buon segretario?, gli e' stato chiesto. "Puo' esserlo, ha fatto fino a oggi un'attivita' prevalentemente di amministore e quindi di governo. Il segretario risponde a logiche un po' diverse", ha sottolineato. "La guida di un partito richiede attenzione, mediazione, cura della comunita', ha piu' per la complessita' del Pd anche una proiezione interna", ha insistito.
Dunque "non e' ne' un no ne' un si', sto dicendo quali sono le caratteristiche di chi governa una citta' e di chi guida un partito, non sono caratteristiche uguali". Guglielmo Epifani ha assicurato che non si ricandidera' alla segreteria del Pd. "No, l'ho gia' detto", ha detto il segretario. Mi e' stato chiesto di guidare il partito in un momento di grandissima difficolta'", ha ricordato, "mi sono preso questo compito e credo di farlo con serieta' e molta passione". Non solo. "Pian piano vedo qualche buon risultato. Certo il voto delle amministrative non e' merito mio ma segnala un clima di maggiore fiducia. Se riconquistiamo Roma, Siena e Brescia e' un risultato importante per il partito ma anche per il paese", ha assicurato.
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