Caso Kyenge. Borghezio scrive a Napolitano su aggressioni subite
Mario Borghezio. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 22 LUG. (ASI) - "Illustrissimo Presidente, recenti episodi, anche da Lei stigmatizzati pur con il Suo garbo di galantuomo, hanno visto esponenti della Lega Nord nell’occhio del ciclone mediatico per dichiarazioni Verbali non certo azioni concrete da molti ritenute gravi e censurabili”. Così inizia la lettera scritta dall'ex eurodeputato Mario Borghezio all'indirizzo del Capo dello Stato per denunciare la "partigianeria" di giudici non solerti nell'intervenire laddove le vittime delle aggressioni sono i leghisti.
“In tutti questi casi, nessuno escluso, noi della Lega Nord abbiamo riconosciuto l’errore commesso e ce ne siamo civilmente scusati, riconoscendo il nostro errore", ha infatti scritto il leghista. "Pendono, però altri casi, ben più gravi" che "ci vedono personalmente, come esponenti della Lega Nord oggetto di aggressioni e queste non solo verbali su cui la Magistratura, nell’assoluto silenzio compiacente-cornpiaciut o di me le forze politiche o è inerte (voce del verbo insabbiare a fini di prescrizione) o, addirittura assolve gli aggressori con motivazioni indegne della nostra tradizione giuridica."
Il riferimento di Borghezio è all'aggressione che subì su un treno nel dicembre 2005. "Per il momento - scrive - mi limito ad osservare che il fatto di non aver dato inizio a distanza di quasi 8 anni dall’aggressione da me subita su un treno delle Ferrovie dello Stato italiano pur alla presenza di due encomiabili Poliziotti il 17.12.2005 nemmeno al primo grado del processo a carico dei miei aggressori, mi sembra una non irrilevante lesione dei miei diritti di cittadino di questo Stato e dell’Unione Europea."
"A titolo puramente personale e quindi non coinvolgendo in ciò la Lega Nord", conclude dunque, "Le segnalo che ove non vi sia un intervento correttivo di anomali comportamenti istituzionali lesivi dei diritti di chi, come me, in quanto vittima leghista di questi reati, non Vede attivarsi la Competente Autorità giudiziaria mi riterrò moralmente e politicamente legittimato a provvedere di persona al ristoro dei danni subiti e speriamo di non subirli in futuro”.
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